RICORDANDO FARLEY GRANGER

Una breve biografia gay dell’attore americano recentemente scomparso, da noi famoso soprattutto per il suo ruolo in “Senso ” di Luchino Visconti.

Dopo quasi tre anni dalla morte del compagno Robert Calhoun, col quale era unito civilmente (Domestic Partnership), ci ha lasciati l’attore americano Farley Granger, deceduto per cause naturali, all’età di 85 anni, nel suo appartamento di New York, il 27 marzo 2011. Famoso soprattutto per avere interpretato “Senso” di Luchino Visconti (era il tenente austriaco Franz Mahler che fa perdere la testa alla contessa Livia Serpieri interpretata da una grandissima Alida Valli), ma anche due film di Alfred Hichcock, “Nodo alla gola” e “L’altro uomo“. Granger parla ampiamente della sua bisessualità nel libro di memorie “Include Me Out“, scritto nel 2007 insieme al suo compagno Robert Calhoun, dove racconta come, 21enne, arruolato in marina, abbia perso la sua verginità in una sola notte, prima con una giovane prostituta e subito dopo con un bell’ufficiale della Marina. Nel libro di memorie scrive che “Ero finalmente arrivato alla conclusione che per me, tutto quello che avevo fatto quella notte era stato naturale e ugualmente piacevole… Non ho mai sentito il bisogno di appartenere ad un gruppo esclusivo e determinato… Non sentivo vergogna e non ho mai sentito il bisogno di spiegare o giustificare le mie relazioni con chiunque… Ho amato uomini. Ho amato donne“.


Farley Granger 17enne nel suo primo film “Fuoco a Oriente” (1943)

Da ragazzo Granger avrebbe voluto diventare un ballerino di tip tap ma grazie all’attività del padre, impiegato presso l’Ufficio di collocamento, venne in contatto col produttore Samuel Goldwyn che gli procurò una parte nel film “Fuoco a Oriente” (The North Star, 1943), dove il 17enne Granger interpretò il ruolo di un ragazzo russo (vedi foto). Dopo questa partecipazione, Granger firmò un contratto di sette anni con Goldwyn, con uno stipendio di 100 dollari la settimana.

Durante la lavorazione del suo film successivo, “Prigionieri di satana” (The Purple Heart di Milestone), diventa intimo amico di un membro del cast, Sam Levine, un attore che veniva da New York e che lo prese sotto le sue ali. Strinse poi amicizia con Roddy McDowall, mentre le cronache raccontavano di una sua relazione con l’attrice June Haver.

A New York Granger incontra per caso una notte Arthur Laurents che il giorno dopo scopre essere lo sceneggiatore di “Nodo alla gola“, film in progetto basato su un testo teatrale che raccontava il caso vero dei due assassini Leopold e Loeb. Laurents, già sceneggiatore di successo per “West Side Story” e “Gypsy“, cerca di invitare ancora Granger ad un incontro notturno, che però gli viene rifiutato. Dopo parecchi giorni l’invito viene ripetuto e questa volta Granger accetta. Inizia così una romantica e intensa relazione tra i due uomini che convivono per un anno, ma la loro amicizia proseguirà, tra alti e bassi, per decenni fino alla rottura definitiva.

In “Nodo alla gola” di Alfred Hichcock, Granger e John Dall interpretano due intelligenti amici che commettono un omicidio solo per provare che l’avrebbero fatta franca. Lo sceneggiatore Laurents aveva supposto che i due protagonisti fossero omosessuali ma l’intervento del Codice Hays obbligò gli autori a tali tagli che Laurents stesso pensò che forse neanche Granger si era accorto di interpretare un personaggio gay. Il film non ebbe successo commerciale e nemmeno di critica (forse per l’argomento tenebroso, l’ambiguità dei personaggi e il fatto che era stato girato in tempo reale tutto all’interno di un appartamento) ma Granger ottenne ottime recensioni per la sua interpretazione del tormentato Phillip Morgan. Granger in seguito disse che fu felice di aver interpretato il film e che avrebbe potuto essere un successo se Hitchcock l’avesse girato normalmente e la censurra non fosse intervenuta così pesantemente.

Mentre Granger stava partecipando a “La via della morte (Side Street)” di Anthony Mann, film girato a New York, avviene l’incontro di Granger con Leonard Bernstein che dà inizio ad una loro breve storia. Bernstein lo invita ad unirsi a lui in un viaggio in Sud America. In seguito i due sono rimasti amici fino alla morte di Bernstein.


Farley Granger nel film “Disperazione” (1949) di Nicholas Ray

Dopo due film della Goldwyn di scarso successo, “La porta dell’inferno” (Edge of Doom) e “Noi che ci amiamo” (Our Very Own), entrambi del 1950, Granger viene sospeso dal lavoro (si era rifiutato di andare alla Paramount) e decide di accompagnare Ethyl Chaplin, che si era appena separata dal marito, in un viaggio a Parigi con la figlia. All’ultimo momento si unisce al gruppo anche Arthur Laurents che poi rimarrà a Parigi quando il gruppo si reca a londra per assistere all’apertura del New York City Ballet coreografato da Jerome Robbins. A Londra Granger e Robbins hanno una storia d’amore fino a quando Granger è obbligato a tornare a New York per lavoro. Dopo un altro litigio con la Goldwyn, Granger e Laurents partono per un lungo viaggio in Europa dove visitano Italia, Austria e Germania.

Granger viene ricontattato da Hichcok nel 1951 per il ruolo da protagonista in “L’altro uomo” (Strangers on a Train, 1951), film che rimane il più grande successo nella carriera di Granger, ottennendo ottimi riconoscimenti sia dal pubblico che dalla critica. Granger interpreta un giocatore professionista di tennis, Guy Haines, che viene avvicinato da uno psicopatico ricco e fannullone, Bruno Anthony (Robert Walker), il quale gli suggerisce uno scambio di omicidi: lui ucciderà la moglie di Guy (omicidio che viene poi effettivamente compiuto), che non vuole concedere a quest’ultimo il divorzio, ed in cambio Guy ucciderà il padre di Bruno, considerato da questi un tiranno che ha l’assurda pretesa di farlo lavorare. Anche in questo film abbiamo un sottotesto omosessuale tra i due uomini, sebbene molto mitigato rispetto al romazo di Patricia Highsmith da cui è tratto. Durante la lavorazione del film, Granger e Walker, la cui moglie lo aveva appena lasciato per un altro, diventano confidenti e intimi amici. Purtroppo, prima che il film venisse distribuito nelle sale, Walker muore per una cattiva combinazione di alcol e barbiturici, lasciando profondamente devastato Granger.

Nel dicembre 1950 Granger incontra ad un party di Natale Ava Gardner. Qui entrambi litigano con i rispettivi partner e se ne escono insieme per andare ad un vicino nightclub dopo il quale Granger si porta a casa Ava. La loro storia dura per un mese.

Nel 1953 Granger ritorna con Shelley Winters, dopo che questa si era separata da Vittorio Gassman, arrivando quasi alle soglie del matrimonio.

Nel 1954 Granger viene convinto dal suo agente a partecipare al film “Senso” di Luchino Visconti. Granger rimane in Italia per nove mesi, con lunghi periodi di inattività che impiega per recarsi a Parigi dove ha una storia con Jean Marais. In Italia fa amicizia con Peggy Guggenheim e incontra Mike Todd che lo persuade per un cameo come gondoliere in “Il giro del mondo in 80 giorni”. Granger scriverà che l’esperienza italiana, pur se stancante, è stata una delle più felici.


Farley Granger col compagno Robert Calhoun

Dopo alcuni lavori televisivi e tre commedie a Broadway di scarso successo Granger incontra il produttore Robert Calhoun. Sebbene sentano entrambi una reciproca attrazione non accade nulla fra loro fino alla notte che segue l’assassinio di John F. Kennedy. Entrambi si trovavano ad una serata di gala della National Response Team dove era atteso il Presidente Kennedy e la notizia dell’attentato aveva colpito tutti profondamente.

Nei primi anni ’70 Granger e Calhoun, ormai felici conviventi, si trasferiscono a Roma dove Granger partecipa ad una serie di film, tra i quali il più famoso è “Lo chiavano Trinità“. Lo attendono poi diversi ruoli in soap tv prodotte da Calhoun e il ruolo da coprotagonista insieme a Mario Adorf nel film “La polizia chiede aiuto” diretto da Massimo Dallamano. Seguono poi alcuni successi teatrali, e nel 1986 riceve l’Obie Award per la sua interpretazione nella commedia “Talley & Son” di Lanford Wilson

Nel 1995 viene intervistato nel documentario “Lo schermo velato” dove parla dell’omosessualità velata in alcuni film, compresi i suoi. Nel 2003 partecipa al suo ultimo film “Broadway: The Golden Age” dove racconta perché abbandonò Hollywood per Broadway.

Nel 2007 pubblica le sue memorie nel libro “Include Me Out” scritto con il compagno Robert Calhoun che muore il 24 maggio 2008, dopo una lunga lotta contro il cancro, all’età di 77 anni. Granger muore per cause naturali il 27 maggio 2011, all’età di 85 anni.


Farley Granger nel 2007

(fonte wikipedia e media)


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