Si sta concludendo la stagione dei premi per l’anno 2010 (modestia a parte, manca solo il nostro Premio Cinemagay.it) e il bottino a film o personaggi LGBT forse non è esaltante, ma sicuramente non trascurabile. Anzitutto il premio Oscar più reclamizzato (vedi il Corriere della Sera di oggi che gli dedica quasi due pagine), quello alla migliore attrice, è stato vinto da Natalie Portman, attrice amatissima dal pubblico gay, paladina dei nostri diritti (fino al punto da non escludere, dice lei, che in futuro possa innamorarsi di una donna), che vince per il bellissimo “Cigno nero” di Darren Aronofsky, dove interpreta un personaggio lesbo dall’inizio alla fine del film. Anche se molti si soffermano solo sulla scena di sesso torrido con Mila Kunis (il cigno nero) e sbagliano dando la colpa della seduzione a quest’ultima, in realtà il personaggio di Nina (Portman) rivela in diverse occasioni la sua pulsione lesbo, a iniziare dal rapporto di odio amore con la possessiva madre, il suo esasperato interesse per Lilly (Kunis) fino a sognare di fare sesso con lei, e anche quando vede il maestro di danza che scopa Lilly, la sua gelosia è verso quest’ultima, l’unica che la guarda con dileggio (immaginata o vera che sia la scena, non ha importanza). E’ vero che il tema del film non è questo, ma la sua disperata ricerca della perfezione fino a fondersi completamente col personaggio del cigno bianco, che però può anche essere intesa come unica possibilità di realizzazione che la vita le sta offrendo. Tutto questo per dire che gli Oscar hanno premiato un’attrice per il suo ruolo lesbo. Alla faccia della partigianeria!
Anche il premio al miglior protagonista maschile, Colin Firth nel superpremiato “Il discorso del re“, ha parecchio di gay. Anzitutto possiamo considerarlo un risarcimento per il mancato premio dello scorso anno dove Firth era candidato, per la prima volta, per il suo ruolo da gay in “A Single Man” di Tom Ford. Poi perché Firth è un’icona gay dal tempo di “Another Country“, film del 1984, quando i film gay mainstream erano assai rari. Poi perché, nel backstage degli Oscar, ha orgogliosamente dichiarato che: “il mio ruolo di Harry in Mamma Mia! e’ una delle cose migliori che io abbia mai fatto“, ricordiamo che nel film interpreta il ruolo di un gay che alla fine trova il compagno col quale balla ‘Dancing Queen’. Aggiunge poi Firth:”Ci sono tre lavori di cui vado particolarmente fiero nella mia carriera: Mamma Mia!, A Single Man e naturalmente The King’s Speech. Non capisco come mai secondo alcune persone io mi sarei dovuto vergognare di vestire i panni di Harry. Non ho nessun tipo di vergogna, nel mio intimo potrei definirmi una vera drag queen, nel senso che non ho alcun timore a reinventarmi in mille ruoli diversi’‘.
Per terminare con gli Oscar 2011, dobbiamo ricordare che la cerimonia è stata condotta da un’altra icona gay, James Franco, e da Anne Hathaway (lanciata da Brokeback Mountain) che ha iniziato la serata dicendo dal palco che “È stato un grande anno per le lesbiche!“. Si riferiva probabilmente anche al film in concorso “I ragazzi stanno bene” di Lisa Cholodenko, che però, nonostante quattro candidature, è rimasto a mani vuote. Come spiega molto bene Paola Casella nel suo articolo di oggi su Europa, l’Academy non è ancora capace di scelte innovative e originali e preferisce andare sul sicuro premiando titoli con storie e tecniche tradizionali e rassicuranti. Complessivamente, una cerimonia, quella degli Oscar 2011, assai modesta e a tratti anche noiosa, che a noi ha regalato un guizzo di commozione quando, durante la premiazione del miglior film, “Il discorso del re”, uno dei produttori che ritiravano il premio, Iain Canning, nel suo breve discorso ha ringraziato anche il suo compagno. Fantastico, davanti a milioni di spettatori in tutto il mondo!
Altri premi invece, come gli Indipendent Spirit Awards, assegnati il giorno prima degli Oscar, sono stati più coraggiosi e hanno proclamato vincitore assoluto “Il Cigno Nero“, che vince come miglior film, regia, fotografia e interprete femminile (Portman), e hanno giustamente assegnato il premio della miglior sceneggiatura a “I ragazzi stanno bene“, film abilmente costruito su una semplicissima storia di tradimento, dove cambiano solo i protagonisti che sono gay anziché etero. Da noi, dopo un anno di attesa, arriva nelle sale dall’11 marzo.
I premi cinematografici, si sa, sono fatti soprattutto per pubblicizzare i film, cosa che riescono a fare anche i “Golden Raspberry Awards” chiamati comunemente “Razzie” (che significa spernacchiare, prendere in giro) e che premiano i film peggiori della stagione. Anche questi premi vengono assegnati il giorno prima degli Oscar (per sfruttarne l’effetto trascinamento). Quest’anno ha stravinto “L’ultimo dominatore dell’aria” film in un ridicolo 3D del regista de “Il sesto senso” M. Night Shyamalan ( peggior film, peggiore attore non protagonista, peggior regista, peggior uso cavaocchi della tecnologia 3D e peggiore sceneggiatura), seguito da “Sex and the City 2” che ha fatto guadagnare un ‘lampone’ a tutto il cast, consegnato a ognuna delle quattro protagoniste Sarah JessicaParker, Kristin Davis, Kim Cattrall e la lesbica dichiarata Cynthia Nixon, oltre che come pessimo ‘sequel’. Impossibile non essere d’accordo anche se tanti gay saranno rimasti amareggiati, ricordando soprattutto la bella cerimonia del matrimonio gay. Ma il cinema è un’altra cosa.
Per consolare le nostre attrici, la rivista Advocate ha compilato una scaletta dei Gay Razzie, cioè di quegli attori/attrici che hanno pessimamente e in modo stereotipato rappresentato gli omosessuali. Ve ne riproponiamo un riassunto.
1 – Jennifer Lopez: Gigli — 2003
Vinse come peggior attrice il Razzie del 2003. Nel film interpreta una lesbica che diventa etero per Ben Affleck. Insieme vinsero anche il Razzie come peggior coppia dello schermo.
2 – Richard Burton, Rex Harrison: Quei due – 1969
Sono i due anziani amanti che gestiscono un salone di bellezza a Brixton. Burton tartaglia e schecca per tutto il film con una vistosa fasciatura sulla testa, mentre Harrison si lamenta per essere stato snobbato dal pubblico come drag.
3 – Rupert Everett: Sai che c’è di nuovo? — 2000
Per tutto il suo lamentarsi sul fatto che il coming out uccide la carriera degli autori, Rupert Everett dovrebbe solo guardare a questa sua pessima rappresentazione in questo film con Madonna (non migliore di lui), clamoroso flop del regista John Schlessinger. La storia di una donna che ha un figlio dal suo migliore amico gay e che poi lo porta in tribunale per la custodia quando lui non è gradito al suo fidanzato, è così irritante che è difficile prendersi a cuore qualsiasi protagonista.
4 – Alexis Smith: Once is Not Enough — 1975
La star degli anni ’40 Alexis Smith non solo è sfarzosa, è un vero e proprio spasso come la più ricca lesbica velata del mondo divisa tra uno squattrinato regista (Kirk Douglas) e un’enigmatica star stile Grabo (Melina Mercouri), peccato che non si tratti di una commedia!
5 – Adam Sandler: Io vi dichiaro marito e marito — 2007
Adam Sandler non solo interpreta un gay, interpreta un personaggio che pretende di essere gay per ottenere i vantaggi dell’unione civile, cosa che è ancora più offensiva. Il film ha i suoi momenti, ma Sandler è irritante come al solito e il finale sui diritti dei gay non è sufficiente a rialzare il livello del film.
6 – Al Pacino: Cruising — 1980
L’interpretazione di Al Pacino come poliziotto etero che veste una catena d’oro e una stretta canotta nera come biancheria intima mentre indaga su un assassino di gay nella scena sado-maso di New York, è senz’altro leggendaria, ma per le ragioni sbagliate. Sebbene questa non sia la sua peggiore interpretazione, è comunque la più disconnessa. Fortunatamente farà molto meglio col suo personaggio gay di Roy Cohn in Angels in America del 2004.
7 – Christina Ricci: Monster — 2003
La splendida interpretazione di Charlize Theron risalta ancora di più davanti alla piagnucolosa e instabile figura interpretata dalla Ricci che da sola riesce ad abbassare tutto il film. Fortunatamente farà molto meglio in film come “The Opposite of Sex”.
8 – Michael Greer: Obiettori di coscienza per ragioni sessuali / The Gay Deceivers — 1969
L’anno della rivolta di Stonewall deve essere stato uno dei peggiori per i personaggi gay di questo film. Due etero renitenti alla leva fanno finta di essere una coppia e si trasferiscono in un complesso residenziale gay condotto da Malcolm (Michael Greer), l’omosessuale più effeminato di San Francisco. Non fa per niente ridere. Ma forse la colpa non deve essere attribuita tutta a Greer, che era gay, si dice infatti che fu il regista ad obbligarlo ad essere così scheccante per aumentare il carattere negativo del personaggio, come quando dà fuori di matto perché qualcuno cammina sulla sua aiuola.
9 – Barbara Stanwyck: Anime sporche / Walk on the Wild Side — 1962
Una sceneggiatura così spregevole è indifendibile anche se interpretata dall’affidabile Stanwyck. Come nevrotica signora di New Orleans, ossessionata dalla sua prima prostituta (Capucine), la Stanwyck si lancia in una pretenziosa recitazione stile Bette Davis divorando lo scenario della sua casa bordello nell’inutile tentativo di far funzionare questo orrendo melodramma.
10 – Boat Trip: 2002
Alcuni film sono così orrendamente brutti che anche solo parlare di loro rischia di dargli valore. Boat Trip, uno dei tanti terribili film interpretati da Cuba Gooding Jr dopo Jerry Maguire, segue due amici al verde che accidentalmente si trovano imbarcati in una crociera gay. Ogni personaggio sulla nave è uno stantio, ipersesualizzato stereotipo, e le gags antigay imperversano. Troppo brutto perfino per lamentarsene.