"FUORICLASSE" UNA SERIE CHE CI HA CATTURATI

Grazie sicuramente alla sempre bravissima Littizzetto, ad un personaggio gay accettabile, e ad una efficace critica della scuola italiana che può sopravvivere solo grazie al martirio di pochissimi

E’ terminata frettolosamente, e non capiamo il perchè visto i record di ascolti di ogni puntata, la serie “Fuoriclasse” diretta da Riccardo Donna con Luciana Littizzetto, che dopo la prima puntata ci aveva un poco delusi.

La serie aveva raccolto nella prima puntata (episodio 1) 7.983.000 spettatori e uno share del 27.41, mantenendosi poi su una media intorno ai 6 milioni di telespettatori. La penultima puntata di domenica 20 febbraio ha battuto persino gli ascolti di ‘Amici’ di Maria de Filippi, guadagnando più del 22% dello share. L’ultima puntata andata in onda ieri sera ha raccolto nel primo episodio “L’esame di Stato“, una media di 7.165.000 telespettatori, share 23,78% e nel secondo “Passamaglia al vivo“, 6.990.000, 25,74%, battendo anche il Grande Fratello. La serie tv ha toccato record che nessun’altra aveva raggiunto dal gennaio 2010.

La critica però (e noi con loro) non aveva accolto molto bene questo lavoro, giudicandolo vecchio nello stile (attento solo ad accontentare il grande pubblico) e bozzettistico. Antonio Dipollina, infatti, su Repubblica scriveva: “La Litti prof di liceo è la coscienza buona e irrisolta della scuola attuale e dei tempi che le girano intorno. Siccome è fiction per il grande pubblico, vince il bozzettismo dei personaggi – la sala professori come una sorta di arena dei tipi umani – su un tappeto di conflitti e recitazione, come dire, scolastica. Funziona e piace”.

Anche noi, dicevamo, eravamo rimasti inizialmente delusi, soprattutto confrontandola con la vivacità, il realismo e il coraggio dei temi trattati dalla serie spagnola “Fisica o chimica” in onda su Rai 4 (purtroppo attualmente sospesa), ambientata anch’essa in un istituto superiore.
Fuoriclasse, ci era sembrata troppo studiata a tavolino, con una preside suora che sembrava messa lì solo per accontentare il pubblico cattolico, con studenti e professori più macchiette che personaggi, con una banale divisione tra buoni e cattivi, con tematiche che non andavano oltre al solito divorzio con figlio frustrato (Marcorè che lascia Littizzetto e figlio per la giovane e bella collega), patetiche o ridicole invidie tra professori (il sindacato dei professori ha giustamente protestato) che sembravano più infantili degli allievi, allievi che riescono a guadagnarsi un primo piano solo con l’esagerata mania distruttiva di Soratte, più da cartone animato che da fiction, o con banalissimi intrecci sentimentali.

Eppure, dopo avere seguito tutta la serie, pensiamo che debba essere salvata. Salvata anzitutto per il personaggio della Littizzetto, protagonista assoluta sia per scelta degli autori (tutta la serie gira intorno a questa figura) che per l’indubbio carisma, simpatia e bravura dell’attrice comica, quì meno comica e più drammatica, ma sempre con il suo originale e accattivante spirito arguto. Impossibile non amare le sue smorfie, le sue sbuffate, le sue battutine tranchant che spiazzano chiunque.

Le tematiche affrontate, dicevamo, non sono state molte e alcune, come l’aids, solo accennate. L’omosessualità invece s’è ritagliata una bella fetta con il personaggio di Emilio Frasca (Nicola Sorrenti), gay velato che trova il coraggio di uscire allo scoperto dopo che Soratte (Angelo Donato Colombo) ha letto il suo diario, senza comunque sputtanarlo.

Quando Frasca dichiara, in una scenetta breve ma gestita benissimo dalla Littizzetto, la sua omosessualità alla prof. Isa, questa lo consiglia di dirlo ai genitori e davanti alla paura di Frasca, provvede direttamente lei. Efficace e molto educativa la reazione della madre.

La trovata di farlo travestire da donna per il suo coming out, assai poco credibile, viene riscattata dall’intervento di Soratte e della prof. Isa (Littizzetto) che riescono a commuoverci quando li vediamo uscire al suo fianco, anch’essi travestiti, nel tenativo di mitigare l’effetto che la cosa avrebbe avuto sugli studenti (dove però manca un vero e proprio bulletto omofobo). Molto bella anche la scena in cui Soratte cerca di dissuadere Frasca dal coming out pubblico, che invece è deciso a fare a qualsiasi prezzo: “Lascia perdere, ti metteranno in croce“, “Fa niente, peggio per me“.

Meno felice, ma probabile, la storiella dell’innamoramento di Frasca per il giovane e bel professore Del Bosco (il personaggio più banale della serie) al quale Frasca dichiara apertamente il suo amore. Quando Frasca lo incontra per avere una risposta, Del Bosco, nella sua ignoranza, si limita a dirgli: “Crescendo ti sembrerà irreale quello che stai vivendo ora” e lui, drammaticamente, gli risponde: “No, io sono così e sarò infelice per sempre“. Poteva essere un bel tema ma qui è solo una patetica divagazione. Nell’ultima puntata veniamo a sapere, di sfuggita, che Frasca ha incontrato un ragazzo ‘molto simpatico’, inserendolo così nella normale vita di adolescenti che scoprono i sentimenti.

La tematica gay è stata complessivamente trattata con garbo, rendendo presente una realtà spesso taciuta nel mondo della scuola, senza comunque quegli approfondimenti che avrebbero potuto regalare alla serie una marcia in più.

In fondo, agli autori della serie premeva più di tutto raccontarci i problemi e le difficoltà presenti nella scuola italiana d’oggi, soprattutto dal punto di vista didattico, di carenze pedagociche e umane, di mancanza di mezzi e strutture, di adeguati livelli retributivi, per cui la scuola è ancora oggi la cenerentola della società. La colpa, suggeriscono gli autori, è sia delle istituzioni che ci governano che della pochezza di tanta varia umanità abbandonata a se stessa. Tanto che per salvare il “Caravaggio”, destinato dal Ministero alla chiusura per mancanza di fondi, dobbiamo ringraziare le generose amicizie clericali della preside (anche se nella realtà avviene spesso l’opposto: sono i fondi pubblici che salvano le scuole private cattoliche) e la protomartire Littizzetto, questa sì da beatificare, che rinuncia ad un incarico più prestigioso e remunerato per ‘salvare’ e rimanere vicina ai suoi giovani studenti, e prepararsi ad una seconda stagione della serie, non eccelsa, dicevamo, ma capace di catturare l’attenzione di tanti spettatori, noi compresi.

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Una vera delusione è invece la serie tanto osannata dai gay americani, “Spartacus, sangue e sabbia” appena iniziata sul canale Sky Uno, che la manda in onda al giovedì alle 21.10 in edizione censurata e alla domenica sera alle 23.10 in versione integrale. Deprecabile soluzione che a nostro giudizio allontana gli spettatori anzichè avvicinarli, e speriamo che non diventi un’abitudine anche per altre serie. Aspettiamo comunque di vedere altri episodi prima di dare un giudizio definitivo sulla serie, che per ora ci sembra un tradizionale feuilleton in costume, più adatto alla tv dei ragazzi, nonostante le nudità e gli amplessi, che ad un pubblico oggi fortunatamente abituato a livelli di fiction assai migliori (in proposito non perdetevi la finale di “The Wire” in onda stasera sul canale FX di Sky (anche se il nostro eroe gay Omar è già deceduto), un vero capolavoro).

Immagini da “Fuoriclasse”


Frasca (Nicola Sorrenti al suo esordio)


Frasca e la prof. Isa in gita


Frasca si confronta con Del Bosco


Soratte cerca di dissuadere, alla sua maniera, Frasca dal coming out da travestito


Il coming out di Frasca aiutato da Soratte e Isa, tutti travestiti

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