Dopo aver visto ieri sera su Rai 1 la prima parte del film-tv (o miniserie) “Tutti i padri di Maria”, prodotta da RaiFiction e Roberto Sessa con la regia di Luca Manfredi, abbiamo deciso di promuoverlo a GG, cioè a film con rilevante tematica gay. Sì, perchè la presenza del figlio gay di uno dei protagonisti, Lino Toffolo, è assai significativa e mette in campo diverse tematiche oltre al rapporto genitore con figlio gay. Renato (il bravissimo Giuseppe Gandini) infatti oltre a condurre una lotta contro il padre che non accetta la sua omosessualità, vive apertamente la sua omosessualià e convive con il suo compagno Manolo (Alejandro Paker, cantante, attore e ballerino argentino) e nel film risultano essere la famiglia più felice e serena di tutte. In più, e trattato molto bene, c’è il desiderio di paternità della coppia gay, contestato solo dall’antica Orietta Berti nel ruolo dell’ex moglie di Franco Tricarico.
Il nostro amatissimo Lino Banfi continua a regalarci commedie gayfriendly sempre più coraggiose. Anche in questa, il suo atteggiamento positivo verso l’omosessualità è deciso e trainante, sostituendosi praticamente al padre omofobo nell’aiutare il figlio gay (in effetti sarebbero stati più adatti, almeno come presenza fisica, nel ruolo di padre e figlio, ma probabilmente Banfi non se la sentiva di interpretare un ruolo inizialmente omofobo).
Regia e sceneggiatura hanno limitato al minimo gli stereotipi, tutti sulle spalle del bravo Manolo, il compagno di Renato, che ha il compito di farci sorridere un po’, come quando monta sulla vespa dietro a Renato, seduto come fosse Marilyn Monroe.
Il film televisivo mantiene comunque tutte le caratteristiche delle serie tv italiane proposte sui canali Rai in prima serata, che sembrano fatte apposta per un pubblico di casalinghe per niente disperate. Noi comunque ci accontentiamo dei contenuti e dei messaggi inviati, lasciando la futuro della nostra tv il compito di adeguare anche format e struttura, magari avvicinandosi un po’ di più all’espressione cinematografica contemporanea, come hanno già fatto quasi tutte le serie americane e non solo.
Ricordiamo che la storia del film, suggerita come dicono gli autori da film come “Tre uomini e una culla” ma anche dalle famose coppie Jack Lemmon e Walter Matthau o Gino Cervi e Fernandel, racconta di due nonni che convivono nello stesso appartamento, del quale pretendono entrambi di essere gli unici proprietari, che si ritrovano all’improvviso nonni di una neonata della quale non si conoscono i genitori. Uno, ex maresciallo dei carabinieri e l’altro, ex direttore d’orchestra da crociere, si mettono entrambi ad investigare sui rispettivi figli, scoprendo non poche novità. Uno dei figli è gay e convive col compagno, l’altro è sposato ma, da buon macho italiano, fedifrago incorreggibile. Anche il figlio gay potrebbe essere il padre della bimba per una ‘verifica’ della sua sessualità durata solo una notte (ma visto il desiderio di paternità che dimostra ci appare poco credibile che l’eventuale madre non gli consegnasse la figlia direttamente).
Riproponiamo alcuni dei passaggi del film con i nostri eroi in azione
Il padre di Renato, Tino, assicura nonno Franco che suo figlio non può essere il padre di Maria, la bimba, perché sterile in conseguenza degli orecchioni avuti da adulto. E’ chiaramente imbarazzato e sembra voler nascondere qualcosa.
La prima scena in cui vediamo Renato lo troviamo impegnato nelle prove del suo gruppo musicale (‘robetta’ per il padre se confrontata con la sua musica classica) che interrompe per rispondere al telefono al padre che lo vuole incontrare. Il figlio si dimostra gioioso nei riguardi del padre decisamente acido.
Tino va a chiamare sotto casa, senza entrare nemmeno nel portone, il figlio Renato:
Renato: Papà stanotte ho fatto le quattro al locale, cosa c’era di così urgente, non potevi salre tu invece di farmi scendere?
Tino: Non credo di essere molto gradito a casa tua…
Renato: No veramente sei tu che…
Tino: Va bè, lasciamo perdere..
Renato: Va bè lasciamo perdere, dimmi cosa c’è…
Tino spega a Renato la storia della bimba chiedendogli se può aiutarlo a capirgli qualcosa.
Renato: Non so, se vuoi provo a chiedere alla mia dolce metà…
E i due finiscono perplessi e sfiduciati a braccia conserte come novelli Stanlio ed Olio.
Notare che fino a questo punto il pubblico potrebbe ancora pensare che Renato viva con una donna.
Dopo che nonno Franco è riuscito a scovare l’indirizzo di Renato, si reca inatteso a casa sua, dove l’arcano mistero viene finalmente svelato in una gustosa scenetta famigliare stile vizietto. Ad aprire la porta è infatti il compagno Manolo, in veste da cuciniere con un bel grembiule raffigurante un supermacho a torso nudo.
Franco: Cercavo Renato Pelagatti, sta qui?… forse ho sbagliato!
Manolo: No, no, nooo! esta qui, (e gridando verso l’interno) tesoro, è per te.
Franco capisce come stanno le cose, ma nasconde molto bene la sorpresa e si dimostra normalissimo ed affabile. Aperto il pacchetto di biscotti offerto da Franco, Renato, gustandoli, dice: “Buonissimi, ma non si doveva disturbare!”
Franco: Figurati, anzi perdonami se mi sono permesso…
Renato: No, niente, anche se mi sembra evidente che io non sono il padre di Maria
Interviene dai fornelli Manolo che dice: Renato, mio amor, io mi devo sbrigare che alle quattro devo fare un lavoretto speciale alla contessa…
Franco, stupito: Un lavoretto speciale?…
Renato: No, Manolo fa il truccatore per matrimoni…
Aggiunge Manolo: e anche per funerali…
Renato: Infatti ci siamo conosciuti al matrimonio gay di un nostro amico a Barcellona…
Manolo: Maresciallo perché non si ferma a pranzo, ho fatto la mia specialità, paella valenciana…
Franco: Non posso perché proprio oggi devo fare un sacco di cose, un’altra volta
Manolo: Alla prossima paella allora, non sa cosa si perde…
Alla porta Renato saluta Franco che dice: Scusami per l’intrusione, non dire niente a tuo padre…
Renato: Non si preoccupi e in bocca al lupo per la sua indagine, arrivederci.
Scenetta deliziosa che mette in risalto l’armonia della coppia presentata come del tutto normale, anche se Manolo schecca leggermente (probabilmente una scelta di regia per sottolineare la loro gaiezza davanti ad un pubblico così abituato, non certamente per ridicolizzarla).
In una scena vediamo Renato che arriva con un po’ di ritardo a suonare alle prove della banda (in sostituzione di un membro assente), che il padre dirige. Un’immagine della collaborazione che esiste, nonostante tutto, tra padre e figlio gay.
In seguito assistiamo al salvataggio della bimba che stava soffocando per aver messo in bocca un bottone, da parte di Renato che la solleva per le gambe facendole sputare il bottone. Renato dice: “L’ho visto fare da una mia vicina” e il padre gli batte sulla spalla dicendogli: “Bravo, bravo!“. Altri punti a favore dell’amabile gay Renato offerti dalla sceneggiatura.
In un’altra scena vediamo Renato e nonno Franco che s’incontrano per caso in un negozio e parlano piacevolmente insieme. Dopo che Renato dice che il suo compagno non c’è perché impegnato a truccare un cadavere, Franco gli dice che deve tenerlo presente perché quando sarà l’ora “mi deve dimagrire e mi deve mettere tutti i capelli, mi raccomando, ricordatelo!“. Passeggiando poi sul lungoporto Renato racconta a Franco della propria famiglia, della madre morta e di come suo padre Tino l’abbia fatta soffrire in quanto era uno sciupafemmine, e che lui forse è stato per reazione che ha scelto tutta un’altra strada. Interviene Franco dicendo “Che sei diverso… oh, scusa non volevo dire in quel senso, volevo dire che sei diverso come carattere…”
Renato: Prego, prego
Franco: In proposito volevo farti una domanda un po’ indiscreta… Tu con una ragazza ci sei mai…
Renato: Una volta sola, si chiamava Mina. Era la vocalist di un gruppo che era venuto a suonare nel mio lacale
Franco: E quindi hai scop… hai avuto un rapporto
Renato: Sì, certo. Ero curioso di sapere come sarebbe stato. Volevo provare. Ma siamo stati insieme solo quella volta, poi non ci siamo più visti… Mi raccomando, Manolo non sa niente di questa storia
Franco: Ma allora tu non sei completamente…
Renato: Gay? No, diciamo che io mi reputo uno spirito libero!
Franco: Bravo, nella vita uno deve essere libero di fare quello che vuole… Guarda che io sono di una mentalità molto aperta, anche se io appartengo a una vecchia generazione… uno deve essere libero sessualmente… basta che poi… mi spiego…
Renato: Perfettamente!
Noi invero non abbiamo capito bene cosa intendesse dire Franco nella sua ultima frase, probabilmente intendeva dire ‘basta che poi uno sia fedele’, o qualcosa di simile. Sta di fatto che Franco dimostra tutta la sua comprensione verso Renato, anche perché viene a suo vantaggio rimetterlo in gioco per la paternità di Maria.
Renato saluta Franco dicendogli: “Grazie Maresciallo mi ha fatto proprio piacere parlare con lei, lei è proprio una brava persona” e lui gli risponde “Grazie, anche tu sei un bravo ragazzo“.
Vediamo poi Renato che, invitato a pranzo da nonno Franco, sta imboccando Maria mentre Franco gli spiega che lui, visti i tempi intercorsi tra il suo rapporto etero e la nascita di Maria, potrebbe essere il padre di Maria. Arriva anche Tino che scostante rifiuta l’invito ad unirsi al pranzo con loro. Renato lo segue in camera sua e dopo una discussione sulla proprietà della casa che, dice, a lui non interessa perché sta bene insieme a Manolo, Tino replica arrabbiato che non vuole nemmeno sentirlo nominare il nome di Manolo e Renato gli risponde incollerito: “Ma certo, fai sempre finta di niente, poi ti sorprendi se parlo col Maresciallo, almeno lui mi sta a sentire” ed esce sbattendo la porta.
Il giorno dopo Renato accompagna nonno Franco a scoprire dove potrebbe essere adesso Mina, la compagna della sua avventura etero di una notte. In macchina Renato dice che ha pensato spesso a come potrebbere essere stata la sua vita con un figlio: “è un pensiero teorico, ma ora c’è la possibilità che tutto possa essere vero e questo mi preoccupa“. Verranno a sapere che la ragazza è andata in India a fare Yoga e che non è rintracciabile.
Renato: A essere sincero mi sento un po’ sollevato
Franco: Adesso fai lo struzzo. Il fatto che Mina non si trovi non esclude che possa essere proprio lei la madre di Maria… Ma tu lo vuoi sapere se sei il padre o no?
Renato: Sì, ma come si fa?
Franco: Col test del DNA…
Renato è a casa che guarda con soddisfazione una foto, nascosta in un cd, di lui e Mina con una dedica: “al mio orsachiottone!”. E’ chiaro il piacere che prova all’idea di poter essere padre.
Chiamato sul lavoro da Manolo, Renato gli dice per la prima volta che c’è la possibilità che lui sia il padre della bimba.
Manolo: Cosa?
Renato: Hai capito bene!
Manolo stupito: e me lo dici così?!
Renato: Non è stato facile decidere di venire a dirtelo, sai!
Manolo: Era meglio se non venivi allora! Sei uno stronzo, un traditore, non ti voglio più vedere, capito!
Abbandonato da Manolo, Renato si trova a chiedere ospitalità per la notte a casa di nonno Franco, e questi si lascia sfuggire, davanti a nonno Tino che non sa ancora nulla, che: “Maria ha già distrutto due famiglie” ma poi si corregge dicendo che era solo una battuta. Agli spettatori giunge chiaro il messaggio che anche quella di Renato e Manolo è una famiglia. Quella notte vediamo i due papabili, Renato e Fausto, il figlio sposato di Franco, che dormono insieme nella stessa stanza e parlando amichevolmente, Fausto commenta se stesso dicendo: “Sto rischiando il mio matrimonio per delle avventure che non me ne frega niente, solo perché mi facevano sentire maschio… quanto sono imbecilli i maschi” al che Renato annuisce consenziente, ma Fausto replica:”Però anche gli omosessuali…”
Renato risponde: La mia è stata tutta un’altra cosa, io sono stato con Mina per cercar di capire chi ero veramente… certo non avevo messo in conto Maria
Fausto: Ma tu ora con Manolo cosa pensi di fare?
Renato: Non lo so, intanto mi cercherò una sistemazione, poi si vedrà
Fausto: E se fossi tu il padre?
Renato: Sarebbe un gran casino, però sarei anche contento, sì, perché per me rinunciare alla paternità è sempre stato un problema…
Quindi Fausto che si appoggia amichevolmente sulla spalla di Renato.
Bellissima scena, dove dei giovani etero e gay si comprendono perfettamente senza nessuna diffidenza, specchio delle nuove generazioni che hanno completamente cambiato atteggiamento verso l’omosessulità.
Al mattino successivo, dopo che Renato e Fausto si sono salutati sulla strada, abbiamo un’altra godibile scenetta che vede Manolo offrire a Renato una confezione di dolci che questi annusa indovinandone tutti gli ingredienti e Manolo che gli dice dolcemente “Sei un traditore di merda ma come goloso non ti batte nessuno“; “Pace fatta?“; “No come corri hombre, semplice tregua, m’accompagni a casa?“; “Vamos“; e Manolo che sale sul sedile posteriore della vespa non proprio in una posizione da macho.
La prima parte del film finisce con una riunione famigliare alla quale arrivano anche Renato e Manolo con Tino che subito reclama, indicando Manolo: “Ma lui che cosa c’entra?” e Franco che risponde per tranquillizzarlo: “Ho detto che devono esserci tutti, parenti e amici“. Dopo che Franco ha spiegato che forse bisogna consegnare la bimba alle autorità, interviene Manolo dicendo: “Se vuole la teniamo noi, mentre che lei continua acercare la madre” e Renato che gioiosamente stupito, mentre gli prende un braccio gli chiede: “Ma tel disi sul serio?” e Manolo che quasi abbracciandolo gli risponde: “Seguro!“. Il nonno Tino invece si rivolge a loro dicendogli: “Ma siete impazziti?!” e l’ex moglie di Franco (Orietta Berti) che aggiunge: “Ha ragione il maestro, due uomini così!… mica possono tenere una bambina“. Al che Franco la redarguisce dicendole: “Stai zitta tu che è meglio! Che cosa significa, non parlarci di moralità proprio tu!“. Manolo interviene dicendo: “Perché no, visto che Renato potrebbe essere il padre”…
Il tema della famiglia e della paternità gay non potevano essere affrontati in modo migliore!
Ricordiamo che la seconda e ultima parte del film verrà trasmessa non questa sera come precedentemente annunciato ma domani martedì (per non andare in concorrenza con lo spettacolo di Fazio e Saviano “Vieni via con me”.