Può un omosessuale diventare un sostenitore della razza ariana? Scagliarsi contro ciò che viene definito contro natura? Può decidere di punire le forme di diversità a cui egli stesso appartiene?
Oppure, rovesciando la medaglia, può un nazista maschio scoprire di provare dei sentimenti nei confronti di un altro uomo, abbandonarsi alla passione tradendo quelli che sono i suoi ideali ?
Sì, purtroppo, può.
Può, e la storia è piena di esempi, perchè è nella natura umana essere pieni di contraddizioni. Quindi un omosessuale può abbracciare ideologie naziste e razziste e un nazista può riscoprirsi omosessuale; un omosessuale può decidere di votare per un partito che incita alla violenza contro i suoi simili oppure può scegliere di credere in un Dio che non accetta determinati orientamenti, o, ancora, può scegliere di andare a messa tutte le domeniche mattine pur sapendo di non essere il benvenuto in quel luogo e fra quella gente.. Ci sono omosessuali che decidono, per paura, per vergogna o per idiozia, di vivere una doppia vita e di portarla avanti, a volte, per l’intera durata del proprio ciclo vitale.
Non mi ha stupito quindi il tema trattato in “Fratellanza – Brotherhood” anche se non ne condivido la lettura, soprattutto nel finale, e non ne accetto il messaggio.
La trama è piuttosto semplice: Lars è costretto a lasciare l’esercito a causa della sua omosessualità latente, per caso incontra un gruppo di neonazisti che, non sapendo di lui, lo invitano a fare parte del gruppo. Lars non è particolarmente attratto dalle ideologie naziste, anzi giudica queste persone degli sfigati ma, forse a causa dell’immancabile madre dal carattere forte, decide di provare questa nuova strada. Così conosce Jimmy il cui passatempo preferito è pestare froci e stranieri e… scocca la passione. Qui però non siamo davanti a due cowboy zotici ed inesperti che si ritrovano su un monte e si rendono conto di amarsi, qui siamo davanti a due persone che hanno fatto della violenza il proprio modo di essere e di vivere. Forse è per questo che la loro storia d’amore stona. Sinceramente ho trovato molto più interessante la prima parte del film, quella che mette in evidenza le logiche del branco, la follia del razzismo e dell’odio nei confronti del diversi, il gioco fra maschi tipico di certi ambienti in cui la fratellanza è vista come ragione di vita. La violenza del maschio che appare in tutta la propria spietata e insensata decadenza. Sono un gruppo di patetici violenti che osannano ancora Hitler, che si ritengono superiori agli altri e che passano le proprie giornate ad esaltare il proprio fallo. Non c’è nulla di affascinante in queste ideologie, c’è solo un assurdo senso di supremazia. Eppure i due protagonisti, messi di fronte all’odio che essi stessi riversavano sugli altri e che ora colpisce loro, non comprendono sino in fondo questa realtà.
Continuano ad essere uomini violenti, che si amano, forse, ma pur sempre uomini succubi di un retaggio culturale violento e intollerabile. E il finale che rovescia le parti e che trasforma i carnefici in vittime e le vittime in carnefici è un finale assolutamente banale e scorretto, come a dire che non esiste il bene e non esiste il male e che ogni persona può diventare violenta.
Ma non è così. E’ la storia a dircelo.
IL TRAILER ITALIANO DEL FILM: