VENERDI IL FESTIVAL MIX DI MILANO APERTO A TUTTA LA CITTADINANZA

Come segno di concreta solidarietà ai lavoratori dello spettacolo in lotta per la sopravvivenza della cultura nel nostro Paese. Resoconto della serata inaugurale del Festival con la proiezione di “Plein sud”

E’ iniziato con grande successo di pubblico il 24mo Festival Mix di Milano, che oggi può contare soprattutto sul sostegno di Arcigay Milano, mentre anche la Provincia (passata alla destra), dopo Regione e Comune, ha rinunciato al patrocinio di una delle manifestazioni culturali milanesi più seguita ed apprezzata da oltre vent’anni.
Proprio come risposta al generalizzato dispregio verso le attività socio-culturali dimostrato dall’attuale classe dirigente politica italiana, il Festival Mix aderisce allo sciopero generale di venerdì prossimo senza interrompere, grazie alla solidarietà dei lavoratori del teatro, le proiezioni di quel giorno che saranno invece aperte (e gratuite) a tutta la cittadinanza.

La serata è iniziata con il benvenuto del direttore Giampaolo Marzi che, dal palco, si è così rivolto al pubblico: “Sono stati mesi intensi, condivisi con straordinari compagni di viaggio. Siamo partiti come sempre impreparati, immaginate un capodanno a Montreal travolti dalla neve a meno 40 in costume da bagno… Abbiamo ascoltato silenzi, provocato lacrime, abbiamo riso, perso l’equilibrio, ci siamo presi per mano e come in un big gay musical abbiamo ricominciato a cantare. Ci hanno aiutati in tanti, funzionaristi ardenti, tra questi Marco Mori, il nuovo Presidente di Arcigay Milano”.

Marco Mori, salito sul palco mentre veniva applaudito dal pubblico, ha detto: “Io posso dire che abbiamo stappato la pozione preparata da un alchimista e dai suoi aiutanti alchimisti che si sono impegnati in questi mesi. Il Cig Arcigay Milano è riuscito, in questa occasione, a mettere in moto tutta una serie di energie e risorse che vanno a completare un grande puzzle, che è quello formato dalle attività che, tutto l’anno, tanti volontari svolgono. Oggi, che inizia l’estate, fortunatamente senza pioggia, siamo qua, sperando di offrirvi otto giorni interessanti, che sono anche l’occasione di incontrarsi e reincontrarsi, conoscersi, vedere storie che sono tutte bellissime, e portarsi a casa qualcosa, perché queste storie non finiscono sullo schermo in quanto riescono a raccontarci le cose che noi magari non riusciamo a dire e forse riusciremo a darci una mano insieme. Buona visione a tutti.”

Marzi aggiunge che “Siamo stati fortunati, ci hanno anche regalato una gigantografia in viale Fulvio Testi, di 20 metri per 20: quanto mai avete visto una cosa così relativa ad un evento gay!… Abbiamo la giuria più pensierosa ed eclettica degli ultimi anni: Patrizia Valduga, Aldo Nove, Antonio Calbi, Anthony Majanlahti, Luca Formenton, Paola Piacenza e Ida Marinelli che ringraziamo perché ha accettato pur essendo impegnata nel suo lavoro. Ringraziamo poi questo teatro e soprattutto i lavoratori, i tecnici e la dirigenza, perché senza di loro non saremmo qui (applausi).
Questo infatti è proprio un momentaccio, le cose non vanno per niente bene in questo Paese. La crisi è generale ma qui la crisi è diversa: è quella della banalità del male, del fare finta di non accorgersi che le cose non funzionano mentre noi ci occupiamo solo del nostro piccolo microcosmo. Sono stato all’assemblea sindacale e i lavoratori del teatro hanno accolto il mio invito per una protesta che è di sciopero, giusto e indispensabile per poter fare una cultura che oggi è insignificante rispetto alle possibilità di questo Paese, ma uno sciopero costruttivo, cioè non solo l’astensione dal lavoro, ma paradossalmente, l’occasione per dire delle cose, vista la circostanza e il tipo di iniziativa che facciamo. Quindi venerdì, sciopero generale, i lavoratori del teatro Strehler scioperano ma tengono aperto il teatro appositamente per noi che lasceremo l’ingresso libero e gratuito per tutti, e sarà un grande inizio, un risorgimento morale oggi indispensabile (applausi scroscianti per tre minuti).
Grazie, è stato un momento emozionante anche per me comprendere che si condividevano delle questioni delicate e sensibili e credo che essere l’unico teatro d’Italia che sciopera restando aperto sia una cosa che dà un segno straordinario della condivisione di una protesta per la libertà, per i diritti, per una civiltà che in parte abbiamo conquistato ma che in parte va ancora difesa a 150 anni dall’unità d’Italia. Vi leggiamo ora il comunicato sindacale”.

Marco Mori, prima di iniziare la lettura, dice: “Noi, come Arcigay Milano, crediamo fortemente che in questo momento storico i diritti civili viaggiano parallelamnete e insieme ad altri diritti, per cui se vogliamo veramente combattere l’omofobia non dobbiamo pensare che l’omofobia sia qualcosa che riguarda solo noi perché invece riguarda tutti e l’omofobia nel lavoro si manifesta con la precarietà, noi siamo vittime della precarietà. Ecco perché condividiamo le ragioni di questo sciopero”.

Il testo del comunicato sindacale congiunto letto da Mori e Marzi:

“Gentili signori e signore, grazie di essere con noi oggi. Ci permettiamo di chiedere la vostra attenzione come cittadini italiani che credono nella cultura. Tutti sanno che le cose vanno male, abbiamo una crisi, molti non hanno un lavoro e chi ce l’ha vive nella paura di perderlo. I lavoratori dello spettacolo non fanno eccezione. Mentre tutti i paesi europei a fronte di pesanti tagli stanno facendo importanti investimenti nel settore della cultura, negli ultimi 15 anni i Governi italiani hanno progressivamente tagliato i fondi per lo spettacolo, smemmbrando un tessuto lavorativo ed occupazionale che comprende oltre 200.000 lavoratori, precarizzando e mortificando professionalità uniche. L’attuale Governo sta cercando di dare un colpo di grazia al settore portando il fondo unico della spettacolo a 315 milioni di euro e approvando un decreto contro le fondazioni lirico sinfoniche che, mirando ad una drastica riduzione del personale assunto, riduce le capacità produttive dei teatri e ribadendo l’importanza del ruolo pubblico nella sfera della cultura e la necessità di questo settore di godere di finanziamenti certi, rendiamo noto che i lavoratori del Piccolo Teatro di Milano e l’organizzazione del festival Mix di Milano aderiscono allo sciopero generale indetto dalla CGIL per il giorno 25 giugno 2010. Tuttavia riteniamo che per combattere coloro che vogliono chiudere per sempre i teatri, quel giorno il Piccolo Teatro debba rimanere aperto. Il 25 giugno 2010 i lavoratori garantiranno gratuitamente la loro prestazione affinchè siano garantite le proiezioni che l’organizzazione del Festival Mix di Milano, in solidarietà nei confronti della mobilitazione, offre gratuitamente alla cittadinanza milanese. A tutti voi chiediamo di alzare la voce, noi non restiamo in silenzio, non accettiamo questo imbarbarimento che opprime la crescita culturale del nostro Paese” (applausi prolungati)

Sono stati quindi chiamati sul palco due ospiti, Diego Passoni che insieme alla Pina condurrà Brain & Sexy, e Serra Yilmaz, attrice preferita da Ozpetk e scrittrice del libro autobiografico “Una donna cortese“, che riceve un lunghissimo applauso ovazione dal pubblico.

Serra, emozionata, dice: “Buonasera, credo che stiamo vivendo momenti che non sono molto gioiosi e questi tagli purtroppo colpiscono un po’ ovunque, non solo in Italia. Io credo personalmente che proprio in momenti di crisi dovrebbere al contrario aumentare tutti i budget della cultura, perché è proprio in questi momenti che abbiamo più bisogno della cultura per non cadere nella discriminazione, che sia la xenofobia, l’omofobia, la paura dell’altro, estremismi, nazionalismi, che hanno sempre nemici inventati, e quindi spero che meriteremo in Europa dei Governi che abbiano questa intelligenza di capire che la cultura è veramente necessaria ancora di più nel momento della crisi economica… Vi auguro buon Festival” (ancora lunghi applausi).

Dopo un breve intervento di Passoni che ha ricordato gli appuntamenti letterari di sabato e domenica sera con Brain & Sexy, viene chiamato sul palco il regista Sébastien Lifshitz che ci introduce al suo film “Plein sud” (che sarà distribuito in Italia da Atlantide): “Se ho ben capito il discorso che avete fatto, sono molto contento di essere a questo Festival perché mi sembra che si tratti anche di una azione politica e militante. Per quanto riguarda il mio film devo dire che per me è stata una nuova esperienza di cinema. Ho voluto raccontare una storia in qualche modo intima, una specie di road movie e anche un racconto famigliare alla francese che però presenta personaggi da sit-com, dei clichè, personaggi giovani, mescolando due mondi che sono anche due estetiche di cinema. Spero che apprezzerete il film”.

“PLEIN SUD”

Diciamo subito che “Plein sud” non è, secondo noi, all’altezza dei precedenti film di Sébastien Lifshitz, come “Wild Side” o “Quasi niente”, dove i personaggi e le tematiche esistenziali e sociali davano un forte e indimenticabile spessore alle storie raccontate. Detto questo dobbiamo anche dire che “Plein sud” è un film godibilissimo, che ieri sera ha ottenuto un prolungato applauso alla fine della proiezione da parte di un pubblico visibilmente soddisfatto che ha quasi riempito i 900 posti del teatro Strehler.
Il film racconta l’incontro-scontro fra tre giovanissimi raccolti in macchina da Sam, un bel tenebroso trentenne, in viaggio verso la Spagna. Questa volta non sono le appartenenze socio-culturali dei protagonisti ad interessare il regista, ma, più semplicemente, la loro espressività, la loro presenza corporea, le reazioni ‘chimiche’ che sviluppano. La bellezza dei loro corpi, mescolata alla bellezza dei paesaggi (mare, sabbia, villaggi abbandonati e boschi), sono senz’altro il richiamo più forte del film, che volutamente ci nasconde il retroterra sociale dei tre giovanissimi, per concentrarsi sulla storia famigliare di Sam, che viene pian piano svelata attraverso brevi flashback, e che vuole dare rilievo alla necessità di riappacificarsi col proprio passato per essere pronti a vivere il proprio futuro. Il nucleo centrale del film, almeno quello secondo noi più riuscito, ci è parso invece la curiosa storia d’amore tra il giovane romantico Mathieu e il più maturo e tribolato Sam. Il regista fa di tutto per non dare rilevanza problematica all’omosessualità, presentandoci la storia d’amore gay insieme ad una storia d’amore etero (anche se non riesce ad evitare la divertente scena del giovane etero che non riesce a staccare gli occhi da due uomini nudi che fanno all’amore). Alla fine però vince l’amore gay, mentre quello etero rimane solo sesso. Bellissimi e bravissimi tutti gli interpreti, un po’ troppo insistite le riprese con la videocamera a mano di Mathieu, che vogliono farci capire il suo bisogno di conoscere ed entrare in sintonia con il mondo che lo circonda. Poca novità nel rapporto di amore odio tra Sam e la madre che alla fine sfiora il grottesco. Complessivamente un film bello da vedere ma forse non il capolavoro che ci aspettavamo. Voto: 7.

Ricordiamo che la proiezione dell’atteso “Howl” sulla figura del poeta americano Allen Ginsberg, è stata anticipata da venerdì a giovedì sera alle 20.40.

Alcune immagini della serata inaugurale del Festival Mix:

Serra Yilmaz
Giampaolo Marzi
Marco Mori
Serra Yilmaz
Diego Passoni
Sébastien Lifshitz

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