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Parte questa sera alle ore 18.00 il 24mo Festival Mix di Milano, con un cocktail d’inaugurazione e tanta musica sul bel sagrato del Teatro Strehler. Alle ore 20.40 proiezione del film “Plein Sud” di Sébastien Lifshitz, in anteprima nazionale e presentato all’ultima Berlinale nella sezione Panorama.
Sébastien Lifshitz è senz’altro, tra i nuovi registi emergenti, uno dei più amati dal pubblico gay, anche dai cinefili più esigenti. I suoi film “Quasi niente” (2000) e “Wild Side” (2004) sono pietre miliari della storia del nuovo cinema queer internazionale.
Lifshitz ci presenta così il suo ultimo film “Plein Sud”: “Una storia semplice, persino banale. Sam riceve una lettera da sua madre, che non vede da vent’anni. Gli annuncia che è uscita dall’ospedale psichiatrico in cui era stata rinchiusa e che vuole rivederlo. Per Sam la lettera è una bomba: rivive il suo passato traumatico e tutti i fantasmi della propria infanzia. La lettera porta alla luce anche il suo desiderio di vendetta. La sua rabbia verso la madre, che lui reputa unica colpevole della distruzione della sua famiglia e della morte di suo padre, resta intatta. Plein Sud è innanzitutto la storia di una famiglia, perduta, distrutta, le cui rovine però continunano a vivere dentro il figlio, Sam”.
Sam, interpretato da Yannick Rénier ( Nue propriété e L’heure d’été) si mette in viaggio verso la Spagna accompagnato da due autostoppisti incontrati nel percorso, fratello e sorella, Mathieu interpretato da Théo Frilet (Des poupées et des anges, Nos 18 ans) e Léa, interpretata da Léa Seydoux (La belle personne, De la guerre, Une vieille maîtresse, Inglorious Basterds e Robin Hood). Il regista li presenta così: “Hanno una libertà, un’insolenza, un gusto di vivere che lui[Sam] ha perduto. Vive recluso nel suo passato, incapace di abbandonarsi agli altri. Il trio lo obbliga a proteggersi da se stesso e dalla sua autodistruzione… Léa vive in una sorta di insoddisfazione permanente. All’opposto Mathieu è un romantico, ossessionato dai suoi sentimenti. Jeremie è il personaggio più neutro, il più equilibrato. Ma il centro di gravità è Sam, e gli altri non fanno che esacerbare la sua opposizione a loro… Il film gioca con i codici del western, con un personaggio misterioso, che si mette in viaggio per compiere la sua vendetta. Questa missione è buona o cattiva? probabilmente non importa. Più avanza, più i ricordi della sua infanzia rimontano in superficie… Come gli eroi dei western, Sam è un solitario, un errabondo, perso sulla sua strada. Il tipo d’uomo il cui viso si trasforma rapidamente in una maschera. Freddo e impassibile… Una sorta di giovane Clint Eastwood. Ma subisce anche il fascino delle cose belle, degli uomini come delle donne. Ho costruito il personaggio attraverso sovrapposizioni, come in un collage. Il presente è il suo volto violento, e nel passato il suo è un corpo aperto e estremamente fragile… Siamo in una storia francese, con personaggi e paesaggi francesi, ma io ho sempre tenuto a mente lo scopo, l’affermazione della bellezza e dell’erotismo dei corpi, la vecchia Ford come un revolver, un simbolo utilizzato nei codici del cinema americano. Volevo creare una forma ibrida, un incontro improbabile tra l’estetica francese e americana.
Elementi come l’acqua, la pioggia e il vento circondano i personaggi e esasperano il lirismo delle immagini. La storia è il movimento intimo dei personaggi, e i paesaggi sono utilizzati come amplificatori dei loro stati interiori, rinforza i loro drammi intimi. Per quanto credibile, questa storia nonvuole fare del realismo sociale. La società non è il soggetto di Plein Sud…
Ho evitato deliberatamente di associare al viaggio un aspetto troppo contemporaneo proprio per renderlo atemporale, come un passaggio interiore. Un momento sospeso, un Eden possibile, ma che dura solo una notte.”
A proposito degli attori protagonisti, Lifshitz dice: “Yannick Renier è carismatico, incarna il misto di bellezza e brutalità necessario per il suo personaggio. Léa, snella, nervosa, possiede il fisico di una Lolita, che abbiamo accentuato con i vestiti e gli atteggiamenti. L’angelico Theo Frilet, con il suo aspetto da “piccolo principe”, esprime immediatamente la parte romantica del suo personaggio. Pierre Perrier è più terreno, è un surfista. Sono tutti una sorta di clichè della giovinezza di oggi. Ma poco a poco, di queste figure si svela qualcosa di più profondo. Nel mio film precedente, Wild Side, avveniva più o meno lo stesso percorso. Partivo da tre archetipi, tre minoranze – un transessuale che si prostituisce, un clandestino russo e un immigrato, per far apparire progressivamente tre forti individualità. Tre ritratti impossibili da etichettare con un referente sociale…”
In conclusione: “In Plein Sud ritrovo alcuni temi che mi sono cari: il passato che invade il presente, la distruzione di una famiglia. Quel che è diverso stavolta, è che c’è davvero qualcosa di banale, di trash in questo gruppo di giovani. Volevo avvicinarmi a dei personaggi ordinari, ma ai quali la violenza e la sfacciataggine della gioventù dona anche una speciale singolarità.
Per me, tutto si riduce sempre alla questione del perdono e della liberazione. Il mio eroe è un personaggio fragile ma violento, incapace di andare avanti, superarsi, verso l’oblio e il perdono.”
Ricordiamo che “Plein sud” è già stato acquistato dalla distribuzione italiana Atlantide Entertainment che sarà presente al Festival Mix di Milano con altre 4 pellicole già acquistate, che sono:
“EL CUARTO DE LEO” di Enrique Buchichio (Uruguay/Argentina, 2009)
Sabato 26 Giugno, ore 19.00
Uscita prevista: Settembre 2010
Uruguay, Leo ha vent’anni e non accetta ancora la sua identità sessuale. Lascia la sua ragazza, intraprende una relazione con un ragazzo conosciuto in chat e nascondendola al mondo esterno, ritrova un rapporto con una compagna delle scuole elementari in crisi depressiva di cui era innamorato. Il tutto crea ancora più confusione nella sua vita privata e destabilizza il suo equilibrio… Opera prima di Enrique Buchicio.
“DO COMECO AO FIM” di Aluizio Abranches (Brasile, 2009)
Sabato 26 Giugno, ore 20.45
Ambientato tra Rio de Janeiro e Buenos Aires, il film racconta la storia d’amore tra due fratellastri: uno stretto rapporto già durante l’infanzia che si sviluppa in un legame intenso ed irrefrenabile che li porterà ad amarsi oltre ogni possibile concessione convenzionale… Nel suo terzo lungometraggio, Abranches non si sofferma sui clichés ma si concentra nel racconto di una intensa storia d’amore.
“EL NINO PEZ” di Lucia Puenzo (Argentina/Francia/Spagna, 2009)
Sabato 26 Giugno, ore 22.30
Uscita prevista: Settembre 2010
Lala ha una relazione con la domestica di famiglia, Guayi e sognano di vivere insieme in Paraguay sulle rive del lago Ypoa. L’omicidio del padre di Lala, però, rovina i loro piani. Mentre Lala aspetta di ricongiungersi con la sua amata al lago Ypoa, Guayi viene detenuta in un istituto minorile per un crimine commesso molti anni prima… Tratto dall’omonimo romanzo della regista dell’acclamato XXY.
“ANDER” di Roberto Caston (Spagna, 2009)
Lunedì 28 Giugno, ore 20.15 – in presenza del regista
Ander, un contadino di 40 anni, vive con la madre e la sorella nella lussureggiante campagna Basca. Quando rimane ferito lavorando i campi, viene assunto per dare una mano in famiglia il giovane peruviano José. Ander, che non aveva mai provato l’amore finora, si trova improvvisamente a vivere sentimenti sconosciuti… Il primo lungometraggio del direttore del Bilbao GLBT International Film Festival.
Atlantide Entertainment, come i nostri lettori già sanno, ha una sezione Queer Frame dedicata a opere LGBT che non trovano o non hanno trovato un loro spazio nel mercato nazionale. A partire dall’autunno 2010 Queer Frame si dedicherà all’uscita (in sala e DVD) di film di recente produzione e attualmente sta creando una library di titoli meno recenti e che fino ad ora non sono mai stati disponibili in edizione italiana, tra cui opere di Brillante Mendoza, André Techine e Patrice Chereau.