Ho visto un film che con i gay non c’entra niente, ma proprio niente niente. Possiamo dunque parlarne, per confermare quel che proprio non siamo. Sono andato a vederlo per curiosità: il protagonista Elio Germano ha vinto il premio come Miglior Attore al Festival del Cinema di Cannes e l’ha dedicato agli italiani nonostante il cattivo governo che attualmente hanno. E in un’intervista sul settimanale Vanity Fair mi è sembrato un uomo ricco di misura e controllo della realtà.
Il film si chiama “La Nostra Vita”, ed effettivamente è la LORO vita: vedendolo, ho pensato “Meno male che non sono etero”.
Anche se nasci pezzente, sfigato, già mezzo affondato quando ti piacciono quelli del tuo stesso sesso la vita ti pone tanti di quei problemi in più che dovrai trovare una scappatoia, una ragione, riuscire a trovare un come e un quando, tempo libero, mentale e cronologico per aprire una “seconda vita” che – brutta che sia – sta tutta fuori da questo film. In zone che la maggioranza della popolazione (e l’umanità raffigurata nel film) ignorerà se non disprezzerà. Vedendo questo film ho pensato che è proprio un privilegio essere omosessuale.
Una vita guidata dal conformismo, e peggiorata da mancanza di cultura e povertà soffre tutte le piaghe che la dittatura eterosessuale può offrire fino al macello o all’autodistruzione, senza saper perché e percome.
Il regista Luchetti tenta di spiegarci che dietro l’abiezione e il degrado di certi ambienti c’è comunque gente buona di cuore. Ma qual che vediamo è solo superficie: forse perché il regista non sa neppure di cosa parla quando descrive la povertà, o forse perché gli attori in Italia hanno quasi tutti una recitazione telefonata, o meglio televisiva, tanto qui nessuno s’accorge più della differenza tra telenovela e realtà.
Elio Germano ha anche vinto il premio con merito: impietosamente si fa leva solo su di lui e qualche altro attore credibile (i rumeni, secondo cui in Italia contano solo i soldi e non sappiamo più cos’è l’amore o la poesia) per portare a casa un minimo di coerenza.
Meno male che la vita continua continua fuori dalla sale, ed è meno angusta di quella rappresentata ne “La Nostra Vita”.
Elio Germano dedica il suo premio agli Italiani, migliori della classe dirigente che li governa