dal sito del Teatro Belli di Roma
GAROFANO VERDE
scenari di teatro omosessuale
XVII edizione
rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco
TEATRO BELLI
P.zza Sant’Apollonia 11/a – 00153 ROMA
biglietteria tel. 06.5894875
Prezzi: Interi € 15,00 – Ridotti € 10,00 – € 8,00
Orari: 21,15
Il progetto della diciassettesima edizione della rassegna “Garofano Verde – Scenari di teatro omosessuale” realizzata con il sostegno congiunto del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, e della Casanova Multimedia di Luca Barbareschi, in programma dal 3 al 23 giugno al Teatro Belli di Roma, manifestazione diretta da Rodolfo di Giammarco con l’organizzazione della Società per Attori, riesce in extremis a non mancare all’appuntamento, in un’epoca ancora pervasa da pregiudizi (e fobie) nei riguardi dei diritti umani e civili degli omosessuali, e di tutta la sfera del sentire GLBT.
Questa rassegna fa leva su esclusivi motivi intellettuali e creativi di militanza scenica e riconferma la propria vocazione a tracciare un terreno comune coinvolgente poetiche e trame sociali, ma anche più tipi di solidarietà di autori-attori-registi, di partner sostenitori (inedita davvero, quest’anno, la condivisione del sostegno tra una istituzione pubblica come il Comune di Roma e una realtà privata come la società di Luca Barbareschi), e di più pubblici indistinti.
Per questa edizione si è pensato a una serie di “attraversamenti”.
Dalla performance pura alla messa in luce più intima di una caratterialità solitaria di radice gay di certi personaggi di repertorio (ed è il caso di una galleria quasi antropologica di tipi recanti una natura omosessuale nel patrimonio scenico di Antonio Rezza, che Rezza tradurrà in una serie di a parte, prendendo spunto dai lavori co-firmati con Flavia Mastrella).
Dal tema della pena di morte e dalle confessioni di quattro gay condannati e relegati nel braccio della morte (con in più la riflessione drammatica di una madre in attesa dell’esecuzione del figlio), dagli agghiaccianti ma anche a volte caustici ritratti di un “Finale di partita” americano proposto da “Off” di Michael Kearns si può approdare a un reading, a un oratorio di nostri attori (Marco Casazza, Beppe Convertini, Luca De Bei, Daniela Poggi e Giovanni Lombardo Radice, che ha anche tradotto il testo) in un montaggio a cura di Enrico Maria Lamanna.
Da tante fonti letterarie convertite in altrettante schegge sceniche (rinnovando il successo ottenuto dal nostro originario format dei “corti gay”, spingendo più autori giovani a ricavare brevissimi pezzi di teatro da romanzi o racconti italiani e stranieri) prenderà corpo uno spettacolo misto di climi, tensioni, ironie e paradossi, per la regia di Daniele Muratore: si tratta di una fiera delle vanità o dei masochismi, di un continuo sbalzare tra temperature calde e fredde, di una staffetta tra scritture dirazzanti che cercano di dare in sedicesimo una Babele cui fanno capo le istanze omosessuali percepite come poetiche o come micro-strutture romanzesche.
L’obiettivo sarà anche quello di un “attraversamento” di certe condizioni di mercato dei ruoli, di adescamento attivo e passivo in materia di ricerca di storie e di intimità attraverso un irrituale meeting point tra controparti, che Koltès avrebbe chiamato “acquirenti” e “venditori”, nel caso delle fruizioni che si renderanno possibili, imbarazzanti o solo di sfida scettica nelle “Piccole Stanze di Dignità Omosessuale” cui Luciano Melchionna darà un particolare segno, un omaggio al sentire, al trattare, al valutare, all’entrare in sintonia tra singoli nella cultura del mondo gay ma anche nel confine mai troppo esplicito tra mondo etero e mondo gay.
S’è voluto anche stimolare un’altra trasversalità coniando una nuova etichetta di concerto-performance con Alessandro Fea e Michele Balducci, a base di testi neo-lirici e brani musical-canori che rispecchino l’universo, le tendenze, il sapere melodico delle culture gay. Ne dovrebbe uscir fuori una serata di culto fatta di onde sonore, di tensioni iconiche, di melodie camp.
E in chiusura si farà appello a un’altra drammaturgia ad hoc concepita per studiare da vicino la solitudine, i problemi relazionali e il comportamento di un transessuale, di un ex uomo convertito in donna (in questo caso è un autore di ritratti “forti” come Marco Calvani ad aver messo a punto un testo, “Unghie”, per Monica Scattini).
Diciamo, insomma, che da questo quadro composito di “attraversamenti” di generi e di condizioni si spera sia ricavabile una mappa sempre più dinamica per comprendere e sdrammatizzare, per produrre forme di dialogo tra persone e persone, senza più nicchie, categorie, apartheid civili.
Rodolfo di Giammarco
dal 3 al 5 giugno
DOPPIA IDENTITA’ ELEVATA AL SUPERFICIALE
dal repertorio di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
Estratti in tema tratti dalle opere Pitecus, Io, Fotofinish, 7-14-21-28
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
disegno luci Maria Pastore
Monoteismo e individualismo non risolvono le profondità interiori. Siamo il nostro abisso e ci sprofonderemo. L’omosessualità dal punto di vista di chi non la vive sulla pelle ha sempre una mancanza. E noi ne siamo la prova evidente.
Abbiamo deciso di mostrare alcuni frammenti dei nostri spettacoli passati che trattano l’argomento visto dal di fuori e altri documenti che mostrano Antonio (Rezza) nel suo essere femminile.
L’interpretazione dell’omosessualità senza averne l’indole, e la raffigurazione della donna con pochi tratti e senza trucchi. Come a dire che non si è poi così distanti da ciò che è veramente lontano. Negli anni l’argomento ha subito cambiamenti, a volte ipocriti, che portano la tolleranza a farsi menzogna. Ci siamo accorti che alcune cose che negli anni novanta scatenavano il riso (non perché modificate ma perché prevaricate) oggi vengono accettate (non perché risolte ma perché istituzionalizzate). La diversità resterà sempre tale anche se la bugia addolcisce la violenza dell’intolleranza. Azione scenica e proiezione latitante.
7 – 8 giugno
OFF
di Michael Kearns
traduzione di Giovanni Lombardo Radice
reading a cura di Enrico Maria Lamanna
con Marco Casazza, Beppe Convertini, Luca De Bei, Giovanni?Lombardo?Radice, Daniela Poggi
reading a cura di Enrico Maria Lamanna
In “Off” troviamo quattro creature, quattro esseri gettati nel braccio della morte. Tutti attendono il fatale istante:?c’è il travestito che espia il suo essere diverso e violento; c’è il reduce dall’Iraq che dalla violenza sadica nata in guerra passa alla voglia di tenerezza più assurda; c’è il giovane attore omosessuale che accetta il mondo malefico di Hollywood per scendere poi negli inferi del degrado e dell’omicidio; c’è il serial killer di colore, una vittima del razzismo che da vittima diventa carnefice. E una madre, tra tutti, che attende l’esecuzione del figlio portoricano travestito.?“Mi hai messo al mondo… adesso puoi levarmi di mezzo”, sono le sue parole rivolte alla madre prima di essere condannato. Parole che possono essere anche di tutti e quattro i protagonisti. Un budello di dolorosa umanità. Un rintocco di campana che porta speranza. Una “sedia” di morte o di liberazione.
LA LOCANDINA CON TUTTO IL PROGRAMMA
Prove di spettacolo dove è la parola che dà scandalo, e non (soltanto) il tema, e non (soltanto) il calor bianco dei personaggi, e non (soltanto) la causa per cui si va in scena e si sta in platea. C’è molto fervore poetico, c’è un’emozione di linguaggi, e c’è un impegno alto nei cantieri della rassegna ‘Garofano Verde – Scenari di teatro omosessuale’, dove continuiamo a non perseguire alcun disegno demagogico o provocatorio, inclini come siamo a un discorso intellettuale, ideale, volto a una vocazione anti-discriminatoria che agevoli le drammaturgie ardue, le scritture sottilmente (o esplicitamente) emarginate.