Da oggi nelle sale italiane (solo in alcune città, dal 4 giugno in tutta Italia) l’opera seconda di Marco Filiberti, “Il compleanno”, che già ci aveva stupiti con il suo primo lungometraggio “Poco più di un anno fa”. Il secondo film di un giovane autore è spesso la prova del nove delle sue reali qualità e spesso decide del suo futuro lavoro. Noi siamo senz’altro tra gli assoluti estimatori di Filiberti e soprattutto di questo suo bellissimo film, “Il compleanno”, che, dopo un’uscita veneziana nella Mostra del 2009, accolta tiepidamente dalla critica, sta guadagnando ogni giorno nuovi consensi e apprezzamenti, soprattutto dalla critica internazionale.
Il film è tutto sulla problematica omosessuale e probabilmente per questo motivo non è riuscito a trovare fino ad oggi una distribuzione nelle sale italiane: gli esercenti cinematografici possono accettare la tematica omosessuale se condita con le spezie della commedia o degli stereotipi ridanciani, ma quando si tratta di storie drammatiche riescono a far passare solo le poche opere aiutate dalla fama già acquisita di autori o registi come Gus Van Sant o Ang Lee. Da oggi possiamo vedere “Il compleanno” solo perchè la coraggiosa casa di produzione Zen Zero si è fatta carico in prima persona anche della distribuzione e della necessaria campagna pubblicitaria. Marco Filiberti sta accompagnado le anteprime del film in diverse città dove insieme al film presenta anche il suo libro “Il Melò ritrovato” (vedi nostra pagina Libri), con splendide illustrazioni realizzate da Romolo Eucalitto e Emilio Lari, (due storici fotografi di scena), che esamina attraverso capolavori del genere (da “Via col vento” fino ai film di Almodòvar ed Ozpetek, con contiuni riferimenti al film “Il compleanno”), il linguaggio melodrammatico del cinema, anche nei suoi risvolti sociali e culturali, che tanto appassione il nostro autore.
Diciamo subito che “Il compleanno” è per noi un film di altissima qualità, sia per come riesce a restituirci la realistica immagine di un ristretto gruppo d’amici piccolo borghesi, sia per come affronta le dinamiche relazionali contemporanee: rapporti di coppia, genitori e figli, adolescenza, amicizie, ecc. Il film è principalmente la storia di un omosessuale velato, Matteo (un mirabile Massimo Poggio), che si è sposato ed ora ha una bambina deliziosa e una moglie preoccupata, Francesca (un’adorabile come sempre Maria De Medeiros), che però non riesce a decifrare i sotterfugi che preludono ai loro amplessi notturni, inattesi e frettolosi (mai vista al cinema una descrizione così realistica e cruda della vita sessuale di un gay sposato che deve forzatamente avere rapporti etero. Bravissimo Filiberti a risparmiarci la conversione da etero a gay presentandoci il protagonista nella sua realistica situazione di omosessuale che, davanti alla bellezza e disponibilità di un bellissimo giovane, non riuscirà più a controllare i suoi desideri repressi. Per quasi tutto il film ci viene raccontata una struggente storia d’amore gay, fatta di sguardi, mani che si sfiorano, corpi nudi spiati, gelosie e sbandamenti fino all’esplosione sessuale che unisce i corpi dei due amanti segreti.
Nel film viene delineata molto bene anche la storia di un adolescente gay, David (l’esordiente e strafigo Thyago Alves, che non ci nasconde nulla), che vorrebbe rivelarsi ai genitori (che non vede da cinque anni) ma che diverse paure tengono bloccato nei momenti clou, sperando sempre che il suo comportamento onesto (le ragazzine lo baciono, ma specifica che non è stato lui a baciarle) possa servire per un coming out indolore. La madre comunque ha capito tutto, ma essendo stata responsabile della sua educazione, non se la sente di aiutarlo davanti ad un padre inetto ed omofobo (un Gassman machista, fin troppo ignorante e buzzurro) che vive separato da lei e che lei vorrebbe riavere vicino (quanto mai!).
Molto efficace il confronto tra due generazioni di gay, che si ritrovano occasionalmente unite in una passione amorosa, e piano piano, ma pagando un altissimo prezzo, anche nel modo di confrontarsi con la loro omosessualità, pur partendo da posizioni opposte (il gay velato e sposato costretto sempre a mentire, e il giovane gay di oggi che, fortunatamente, non vede l’ora di dichiararsi per quello che è).
Oltre ai due protagonisti innamorati, anche tutti i personaggi del film sono delineati molto bene, con poche ma felici inquadrature, dal fratello della madre che convive con un terribile segreto (che ci introduce al tragico finale), alla paziente in psicanalisi (splendido cameo di Piera Degli Esposti, che con il suo coraggio ad affrontare la verità dei suoi sentimenti sarà fondamentale nel percorso di svelamento del protagonista), agli amici di villeggiatura (che vengono tenuti a distanza per evitare di doversi confrontare con i propri dolori).
Un film che paga apertamente i suoi riferimenti viscontiani (le visioni di Matteo ci rimandano a “Morte a Venezia” e ai bei marinai dell’ultimo Fassbinder), ma senza essere mai prolisso o stucchevole (con l’eccezione di qualche canzone troppo strillata). Un film che vola leggero verso gli abissi dell’anima e l’esplosione dei desideri repressi, lasciando sull’asfalto le vittime innocenti di una società che non ha il coraggio di guardarsi in faccia. Imperdibile.
Qui sotto il trailer e una immagine del film “Il compleanno” di Marco Filiberti
Qui sotto la copertina del libro “Il Melò ritrovato”