Una comunità, e mi riferisco in particolare alla comunità LGBT, può sopravvivere, essere rispettata ed ottenere dei diritti, anche se minoritaria, tanto più quanto più riesce ad esprimersi come elemento culturale, sociale e storico. Il concetto stesso di comunità implica una sua origine, una sua identità, una sua storia, e certamente anche un suo particolare contributo alla società in generale. Un soggetto che non abbia un passato è difficile che possa avere un futuro. Una comunità che non sappia riconoscersi nei suoi valori, nelle sue peculiarità e nei suoi contributi storici e contingenti al genere umano, rimane un soggetto disarticolato, evanescente, nel migliore dei casi una moda passeggera.
Per questi motivi riteniamo di fondamentale importanza i “gender study”, specificamente quelli gay e lesbici, che, nati in Nord America negli anni ’70 e ’80, si sono poi sviluppati in molti altri paesi, Europa Occidentale compresa, ricostruendo la storia dell’omosessualità e dei grandi autori e artisti lgbt che hanno illuminato la civiltà, dall’antichità ai nostri giorni, in ogni settore del conoscibile umano.
In Italia purtroppo non sono stati molti, fino ad oggi, i contributi a questo fondamentale lavoro di recupero e ricostruzione culturale, che, tra l’altro, riassegna identità lgbt a grandi personaggi del nostro passato che la cultura dominante, eterocentrica, ha sempre cercato di nascondere o negare.
Vincenzo Patanè, insegnante di storia dell’arte, critico cinematografico e militante gay, è uno di questi pochi autori italiani da sempre impegnato nella ricerca e nella divulgazione della cultura gay. Prima come collaboratore di Babilonia (la rivista storica del movimento gay italiano), poi come autore di diversi libri tra i quali ricordiamo “A qualcuno piace gay”, “Derek Jarman”, “Arabi e noi – Amori gay nel Maghreb”, “L’altra metà dell’amore – Dieci anni di cinema omosessuale” e “100 classici del cinema gay”.
Oggi collabora al sito “Culturagay.it“, partecipa alle giurie di Festival gay internazionali, e proprio in questi giorni ha pubblicato la sua ultima fatica “Oasi gay – Miti & titani della cultura omosessuale e lesbica” (edito da Cicero, pagine 384, 28 euro), una vera e propria enciclopedia delle tematiche e dei personaggi lgbt, ricavata dagli oltre 400 articoli che scrisse per la rivista Babilonia dal 1982, aggiornati e assolutizzati (depurati dai riferimenti contingenti).
Il libro è diviso in dieci percorsi di lettura che facilitano una lettura personalizzata partendo dai propri campi di maggiore interesse (arte, cinema, letteratura, erotismo, sport, ecc.) ma presenta anche due indici, uno per personaggi e uno per argomenti, utilissimi per una consultazione discontinua.
Un libro assolutamente indispensabile sia per chi voglia semplicemente acculturarsi (con un sottile piacere e orgoglio di appartenenza) sia per tutti coloro che vogliono conoscere una realtà e un mondo (ricco di personaggi famosi come Michelangelo, Leonardo, Mann, Gide, ecc.) che la scuola e i mass media ci hanno spesso trasmesso in modo incompleto quando non palesemente bugiardo.
Presentazione del libro all’interno della sezione “A qualcuno piace libro“, organizzata dal 25° Torino GLBT Film Festival, il 20 aprile 2010, con l’autore Vincenzo Patanè e con lo scrittore Francesco Gnerre
Trascrizione dell’intervento di Francesco Gnerre (autore di “L’eroe negato. Omosessualità e letteratura nel Novecento italiano”, da alcuni anni tiene un corso di “studi gay” all’Università degli studi di Roma “Tor_Vergata”).
“Oasi gay – Miti & titani della cultura omosessuale e lesbica” è un libro molto importante perché affronta un tema ostico nella cultura italiana, che è quello della cultlura omosessuale, anche perché molti intellettuali non amano sentir parlare di cultura omosessuale, perché, dicono, la cultura è una e non può esistere una cultura omosessuale. Io invece trovo che sia interessante delineare e promuovere una cultura omosessuale, anzi credo che se l’Italia è uno dei paesi più omofobi d’Europa, parte della responsabilità è anche della cultura italiana, perché c’è un’abitudine nella cultura italiana a non dire certe cose, si fanno ma non si dicono, si nascondono. Un grande storico italiano del 1600, Paolo Sarpi, scrivendo ad un suo amico francese nel 1609, ebbe a dire “una maschera sono costretto a portare, per quanto nessuno possa farne a meno, questa è l’Italia“. Questa lettera di Paolo Sarpi mi ha colpito molto e mi ha fatto capire come questa forma mentis, questa abitudine a portare la maschera nella cultura italiana sia molto più forte che nelle altre culture europee.
Recentemente ne ho avuto la conferma quando ho letto un libro, tradotto in italiano dal Saggiatore, “Sulla questione gay. Sarte, Foucault e gli attivisti del Fher in dieci interviste” dove l’autore Jean Le Bitoux, un militante gay, uno dei fondatori del Fhar, ha raccolto una serie d’interviste che ha fatto tra gli anni ’60 e ’80, a intellettuali francesi sulla questione gay. Questo significa che in quegli anni gli intellettuali francesi discutevano liberamente sulla cultura gay, mentre non succedeva nulla di simile nel nostro paese. Si dice perché qui c’è il Papa, di fatto non c’è stata nella cultura italiana una forza capace di affrontare questo tema, di portarlo nel mainstream, al di fuori dell’ambito gay e di dibatterlo, facendone un tema importante di avanzamento culturale e di democrazia.
Per questo nelle altre nazioni, che hanno questo retroterra culturale, è facile parlare di diritti dei gay e avere anche sul piano legislativo delle cose che in Italia non ci sono ancora. I casi di mascheramento, per tornare alla frase del Sarpi, in Italia sono tanti, ricordiamo Settembrini, Umberto Saba, Aldo Palazzeschi, che tenevano i loro libri nei cassetti perché non erano pubblicabili. Nel ‘600 si rischiava il rogo, negli anni ’50 si rischiavano altre cose, nel 2010 non rischi più niente… e invece non è così: è di nemmeno un mese fa la pubblicazione di un libro di un illustre professore italiano, Francesco Orlando, grande critico letterario, ha scritto libri su psicanali e letteratura, si è occupato di letteratura francese, ha scritto saggi su Moliere, Proust, il quale oggi, nel 2010, all’età di 76 anni, pubblica un romanzo che ha scritto negli anni ’50. Aveva addirittura fatto un contratto con Einaudi facendosi promettere che il libro sarebbe stato pubblicato 18 mesi dopo la sua morte. Poi, dopo molte resistenze, qualche amico lo ha convinto a pubblicarlo adesso. Questo autore nel 2010, finalmente, ha fatto il coming out e finalmente ha pubblicato questo romanzetto giovanile.
Nel 2010 c’è la cultura ufficiale, accademica, che ha ancora paura di togliere questa maschera. Questa secondo me è una anomalia propria della cultura italiana. Il libro di Patanè che analizza miti e titani della cultura omosessuale e lesbica è un contributo a far cadere questa maschera. Abbiamo bisoogno di far cadere questa maschera, perché ogni volta che facciamo cultura gay, che parliamo di qualche gay, si rimane sempre in un ambito un po’… così. Quando un mese fa circa è uscito questo libro di Francesco Orlando, la pagina culturale di Repubblica gli faceva un’intervista e ne parlava come di una cosa straordinaria, del coraggio che questo aveva di pubblicare questo libro…, ma caspita, siamo nel 2010, e nella maggior parte dei paesi europei gli omosessuali hanno gli stessi diritti di tutti. Possibile che qui da noi ci siano ancora queste titubanze (lo dico o non lo dico, lo pubblico o non lo pubblico), una cosa che io trovo veramente terribile.
Accanto a questo c’è stato anche in Italia, come in America e negli altri paesi europei, quando dopo Stonewall nasceva una militanza gay, un impegno culturale di poche persone, tra le quali anche Patanè che pubblicava su Babilonia articoli culturali che parlavano un po’ di tutto, da Saffo a Michelangelo, da Pasolini a Hockney, ad Almodovar, ecc. Queste cose, pubblicate nel corso di 15 anni, rischiavano di rimanere lì. Ora, raccolte in un libro, sono uno strumento utilissimo per far cadere questa maschera. In Italia dovremmo cercare di rompere questo muro di gomma che impedisce che questo tipo di cultura, che sia quella cinematografica, letteraria o artistica, arrivi nella cultura mainstream, dove si parla ancora di omosessualità come se fossimo ancora nei primi anni del ‘900, come, scusate se ci ritorno sopra, è successo con l’articolo di Repubblica sul libro di Orlando, che mi ha scandalizzato, perché parla di omosessualità come se non ci fosse stato Stonewall, le rivendicazioni gay, gli articoli di Patanè su Babilonia e di tanti altri, ecc.
Per questi motivi io trovo che questo libro sia uno straordinario strumento di approfondimento e conoscenza. Non è un caso che gli italiani che troviamo nel libro siano pochissimi. Patanè è un intellettuale che si occupa di tante altre cose, ma fondamentalmente è uno storico dell’arte, e questo libro, per me che mi occupo di letteratura, mi ha fatto scoprire cose nuove e interessanti come l’escursus sul nudo maschile nella cultura occidentale, dalla cultura greca al nudo nella fotografia e nel cinema. Tutte cose che possiamo anche leggere da altri punti di vista ma la caratteristica di questa impostazione sta nel fatto che c’è uno sguardo nuovo su queste cose, uno sguardo che finalmente deve rompere quel muro di gomma ed entrare nella cultura ufficiale.
Un altro capitolo interessante è dedicato alla mitologia e alla letteratura, dal mito di Ganimede alla prima coppia gay moderna, quella di Verlaine e Rimbaud. Ancora sul mascheramento e la paura dell’omosessualità. Dopo il processo di Oscar Wilde e fino a Stonewall, un po’ tutti gli intellettuali avevano paura di uscire allo scoperto, però scoppiavano degli scandali come quello di Verlaine e Rimbaud in Francia, Oscar Wilde in Gran Bretagna e c’erano scrittori da Proust a Gide a Cocteau, che affrontavano l’argomento, seppure in maniera discutibile. In Italia invece no, in Italia lo scandalo sull’omosessualità avviene un secolo dopo, con la morte di Pasolini nel ’75. Questo ritardo italiano è un ritardo culturale dovuto a tanti motivi. Vorrei però provocatoriamnete sottolineare che una parte di responsabilità è anche della cultura.
Un altro capitolo che trovo interessante è quello sul Mediterraneo omoerotico, che sulla scia di studi americani ci presenta questo paradosso italiano per cui l’Italia era il paradiso di tanti omosessuali che venivano dall’America e dal Nord Europa però in italia non si poteva parlare di omosessualità.
L’interesse di questo libro, in qualche modo enciclopedico, dipende anche dal fatto che è un libro che si può leggere in vari modi, nel senso che ognuno può crearsi un suo percorso di lettura seguendo i suoi interessi personali. Io ho avuto in questi ultimi anni un contratto all’Università di Tor Vergata a Roma dove ho fatto un corso di questo genere e ho visto che ci sono giovani studenti e studentesse che sono assetati di sapere tutte queste cose. Una ragazza mi disse “ma io l’hanno scorso ho seguito tutto un corso sulla poesia di Umberto Saba e non avevo capito che era omosessuale”. C’è quindi ancora questa tendenza a nascondere certe cose, a fare in modo che non vengano fuori, perché altrimenti sembrerebbe che si volesse offendere la memoria dello scrittore o dell’artista, e invece io sono sempre più convinto che è un modo per capire meglio quel poeta o quell’artista. Non come chi prende i sonetti di Michelangelo e cambia tutte le desinenze per far in modo che chi li legge non sospetti che il vero destinatario sia Tommaso Cavalieri ma si pensi che sia Vittoria Colonna che invece era semplicemente un’amica.
Questo libro, come questo festival del cinema gay torinese, sono tutti stumenti per far cadere questo muro di gomma che ormai esiste solo in Italia. In Germania il vice cancelliere è gay e si presenta agli incontri ufficiali col suo compagno, il sindaco di Parigi è gay e va alle manifestazioni dei gay pride e nessuno si scandalizza più. In Italia invece è ancora uno scandalo, vedi i casi di Marrazzo e di Boffo, che se vediamo come sono stati trattati dai mezzi d’informazioni c’è da mettersi le mani nei capelli, in una maniera becera, volgare e scandalosa.
Trascrizione dell’intervento di Vincenzo Patanè
Anzitutto devo dire che il fatto di essere qui, all’interno del Festival, mi sembra una cosa splendida. Quest’anno sono i 25 anni del Festival e la sigla iniziale delle proiezioni presenta le copertine dei 25 cataloghi che io possiedo interamente. Chi mi conosce sa che io mi interesso in particolare di cinema e questi cataloghi, che si sono fatti di anno in anno sempre più ricchi, per me sono sempre stati un aiuto prezioso. Anche di Babilonia posseggo tutti i numeri e penso che Babilonia ci abbia dato dei momenti straordinari per la cultura italiana. Vi hanno scritto persone molto importanti, e non sto parlando di me o di Francesco. Babilonia è stata una rivista eccezionale, spesso sottovalutata, che ci ha dato veramente moltissimo.
Come mi è venuta questa idea? Spesso mi è stato chiesto di mettere online i miei articoli ed ovviamente ho detto di sì. Ancora, io insegno al liceo e molti miei alunni mi chiedono del materiale per le tesine. Ancora, tantissima gente mi scrive e-mail, universitari, laureandi, e mi chiedono degli aiuti. Allora mi sono detto, ma perché non mettere assieme tutte queste cose? Io ho scritto circa 400 articoli, impossibile pubblicarli tutti, quindi ho fatto una cernita su quelli che ritenevo più importanti. Li ho assolutizzati, come diceva Franceso, togliendo l’attualità (ad esempio l’artico su Francis Bacon era relativo ad una mostra a Venezia, ed io ho tolto quello che riguardava solo la mostra veneziana).
Ero indeciso se organizzare questi 130 articoli selezionati in modo cronologico o alfabetico. Alfabetico sarebbe stato interessante, faccio notare che Robert Aldrich, lo studioso australiano, anni fa ha edito un libro molto interessante, “Who’s Who in gay and lesbian history“, che in ordine alfabetico ricorda tutti i principali miti della cultura gay. Mi sono poi deciso per una terza via: ho scelto dieci percorsi e ho inserito gli articoli in questi dieci percorsi. E’ ovvio che sono scelte personali e qualcuno di questi articoli potrebbe andare bene sia in un percorso che in un altro. Se parliamo di Gide, Gide va bene sia per il gran tour e il mediterraneo omoerotico che per la letteratura, tanto per citarne uno. Ho lasciato inoltre molti box di approfondimento perché arricchiscono il discorso.
All’interno ci sono due indici, alfabetico per persona e per temi (cinema, sport, letteratura, ecc.). E’ un libro che si può leggere dall’inizio alla fine ma si può anche leggere di volta in volta quando si voglia approfondire un argomento. In alcuni casi, visto che insegno storia dell’arte, parlo delle stesse cose che dico a scuola. Ho cercato di rendere il discorso adatto ad un lettore medio, senza renderlo accademico o pesante, ma semplice e scorrevole. Ci sono una decina di interviste a personaggi che mi sembrano interessanti, come Federico Zeri, Altan, Lucio Amelio, Mario Stefani, Alessandro Golinelli, ecc.
Come chiamare questo libro? L’ho chiamato Oasi gay e all’inizio della prefazione ho inserito un tondino grigio con la voce “Oasi” presa dal dizionario di Tullio De Mauro (ma sarebbe andato bene anche qualsiasi altro dizionario): “luogo o ambiente circoscritto, delimitato, che presenta caratteristiche migliori e più gradevoli rispetto a quelli che lo circondano; circostanza, momento, periodo che offre sollievo nel susseguirsi continuo di fatti tristi, sgradevoli“. Oasi non è quindi una ghettizzazione della cultura omosessuale, io l’intendo esattamente al contrario.
C’è un mito straordinario della cultura greca, il mito di Anteo, figlio di Gea, Dea della Terra. Ercole per uccidere Anteo fu costretto a sgozzarlo tenendolo però con i piedi alzati da terra perché ogni volta che Anteo toccava per terra decuplicava le sue forze, trasmessegli dalla mamma Gea. Ecco, io credo che sia proprio qualcosa del genere, mi piacerebbe pensare che le nuove generazioni, che non sanno molto della cultura omosessuale (perché ancora oggi gli viene negata sia all’università che dai mass media), toccando per mano certe cose decuplichino quella che è la loro forza, il loro orgoglio, la volgia di manifestare la propria omosessualità senza problemi. Per questo ho scelto Oasi, non certo come ghettizzazione ma, al contrario, per ricordare come la vita degli omosessuali sia una cosa straordinaria, bellissima, della quale il mondo è stato permeato in tante cose eccezionali.
Michelangelo e Leonardo, erano entrambi omosessuali, ed è bene che tutti, anche gli eterosessuali si rendano conto di quanto gli omossuali hanno dato al mondo. Molte persone eterosessuali farebbero bene a convincersi che ogni giorno la loro vita è colorata e ravvivata da moltissima cultura omosessuale. Stonewall, come diceva Gnerre, in Italia è arrivato in ritardo, però dal 1970 in molti paesi del mondo, compresa l’Italia, ci sono una serie di persone che stanno cercando, tassello dopo tassello, di ricostruire la vita omosessuale, non solamente presente ma anche passata, e quindi stanno cercando di squarciare una serie di veli, ragion per cui è bene chiarire che Michelangelo fu omosessuale, che Vittoria Colonna fu semplicemente un’amica, per sua sfortuna credo che Tommaso De Cavalieri ebbe con lui solo un rapporto platonico. Leonardo si sceglieva i suoi allievi solo in base alla bellezza, e infatti nessun allievo di Leonardo è diventato un grande pittore. Bisogna studiare anche queste cose e questo mio libro vuole essere un chiarimento e un aiuto per coloro che vogliono scoprire cosa ci sia dietro la verità ufficiale.
Ho impiegato un anno di lavoro e mi dispiace che avevo già pronte 52 illustrazioni, tutte molto belle e sensuali, ma l’editore mi ha detto che non si poteva inserirle perché siamo in un periodo di crisi e il libro sarebbe costato molto di più. Un vero peccato perché parlando spesse volte di arte, l’occhio aiuta a capire meglio, però si tratta di un piccolo editore veneziano che ha comunque un estremo coraggio, lo stesso editore che ha tradotto in Italia “Vita e cultura gay“, libro che ho presentato qui due anni fa insieme a Gianni Vattimo, libro tradotto in sette lingue ma che in Italia nessuno voleva tradurre. L’editore Cicero ha pubblicato anche il mio penultimo libro “100 classici del cinema gay“, libri che hanno venduto bene e che mi hanno permesso di pubblicare anche questo mio ultimo lavoro. In ogni caso, indipendentemente dal guadagno, io scrivo queste cose perché mi piace farlo e mi sembra che in Italia siano sempre troppo pochi coloro che scrivono di omosessualità, cosa che io ritengo necessaria, che sento come un dovere morale e che continuerò a fare fino a quando ne avrò le forze.
Sommario del libro OASI GAY. MITI & TITANI DELLA CULTURA OMOSESSUALE E LESBICA, Vincenzo Patanè, Editore Cicero, pp. 354, Euro 28.00
Prefazione
Nota redazionale
1 – Universo gay
2 – I Titani
Saffo
Constantinos Kavafis
Marguerite Yourcenar
Tom of Finland
Pier Paolo Pasolini. Petrolio & il mito greco
Derek Jarman. La pittura, Edoardo II & Blue
Rainer Werner Fassbinder
Robert Mapplethorpe
Pedro Almodóvar
Martina Navratilova
3 – Donna
Lesbismo
Tamara de Lempicka
Umm Kalthum
Leni Riefenstahl
Frida Kahlo
Annemarie Schwarzenbach
4 – Il Corpo & il Nudo
La scultura greca & I1 Be1lo assoluto
Il turismo balneare & il nuoto
Dominique Fernandez. Iiatnour qui ose dire son nont
Storia del nudo in fotografia
La vie en marron
5 – Arte, Fotografia & Cinema
Michelangelo. La Cappella Sistina
Pontormo & Rosso Fíorentino
Parmigianino & il Manierismo
Lord Frederic Leighton & l’Accademismo
Vincenzo Gemito & Antonio Mancini
Henry Scott Tuke
Aubrey Beardsley
Ottone Rosai
Sergej Michajlovic Ejzenstejn. La Corazzata Potemkin
Francis Bacon
Yannis Tsarouchis & la Grecia
Lucian Freud
Carlo Maria Mariani
David Hockney. La fotografía
Gilbert & George
Carlo Bertocci
Pierre et Gilles
Gaetano K. Bodanza
Roberto “Baly” Hinter Wipflinger
Erwin Olaf
Altan
Lucio Amelio
Federico Zeri
6 – Letteratura & Mitologia
Il mito di Ganimede
Michel Eyquem de Montaigne
Arthur Rimbaud & Paul Verlaine
Marcel Proust
Thomas Mann
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Wystan Hugh Auden
Michel Tournier. ll re degli ontani
Lomosessualità negli anni Quaranta/Sessanta. Gore Vidal, Jean Genet & Edwin Fey
Mario Stefani
Alessandro Golinelli
7 – Il Mediterraneo omoerotico
ll Grand Tour
William Beckford
Hans von Marées. Gli affreschi dell’Acquario di Napoli
Baron Corvo
Norman Douglas
André Gide
Bruce Chatwin
Jacques Fersen & Capri
8 – Il Mito dell’Oriente
Le Mille e una notte
Abu Nuwas
Paul Bowles
Annie Messina
9 – L’America
Walt Whitman
Thomas Eakins
John Singer Sargent
Paul Cadmus
Andy Warhol
James Bidgood
David Ligare
Bruce Weber
Keith Haring
Il Canada & Steve Walker
10 – Lo Sport
Le Olimpiadi nell’antica Grecia
Greg Louganis
Justin Fashanu
I miti gay del tennis
Gianni Clerici
Indice dei personaggi
Indice degli argomenti e dei nomi