SERATA INAUGURALE DEL 25° TOGAY

Claudia Cardinale applauditissima madrina del Festival, intervistata da Alberto Barbera, Fabio Bo e Giovanni Minerba. Pubblico entusiasta e commosso per il film “Le Fil”.

IL PRIMO INCONTRO CON CLAUDIA CARDINALE

Entriamo nella hall dell’Hotel Principi di Piemonte di Torino per l’incontro stampa con l’attrice Claudia Cardinale e dal via vai di fotografi e cineprese avvertiamo da subito che si tratta di un evento particolarmente emozionante per la presenza di questa grande attrice italiana ma anche internazionale, sicuramente una delle ultime “dive” del nostro cinema. Questa sensazione ci viene confermata con l’ingresso, al secondo piano, nel Salone delle feste, dove in una meravigliosa cornice di pareti dorate e di alti portali rivestiti in madreperla, troviamo l’attrice seduta su un piccolo divano illuminata dalle luci televisive e dai flash dei fotografi, elegantissima e sorridente, perfettamente integrata in quell’atmosfera vagamente “klimtiana”. Dopo vari spostamenti per interviste alle televisioni, sia pubbliche che private, foto e chiacchiere con tutti i presenti, sempre molto disponibile e con quel suo sorriso magnetico sottolineato dai suoi meravigliosi occhi, finalmente ci si sposta al tavolo della conferenza dove, insieme al regista del film, nonchè a Giovanni Minerba e Fabio Bo, racconta aneddoti legati alle riprese del film che verrà presentato questa sera in anteprima e che inaugurerà la 25a edizione del festival glbt “Da Sodoma a Holliwood”. Per quasi un’ora la sentiamo raccontare anche dei suoi incontri professionali, ma anche personali ed amichevoli con i più grandi attori e registi italiani ed internazionali. Particolarmente toccante il racconto della sua amicizia affettuosa (al punto di accettare la farsa del finto fidanzamento) con l’attore Rock Hudson che seguì nel corso della sua malattia, del suo tragicamente famoso outing che rivelò al mondo intero la tragedia dell’Aids. Dalle risposte alle numerose domande dei giornalisti presenti emerge la grande vitalità e giovinezza di questa star che non solo non disdegna, ma quasi preferisce lavorare oggi con giovani registi, sovente alla loro opera prima, ma anche il disappunto per il fatto di essere cercata quasi esclusivamente dall’estero, ma d’altronde si sa….noi italiani siamo fatti così! Con un arrivederci alla proiezione serale del suo film e dopo aver firmato instancabilmenete autografi e dediche, la vediamo ancora per un attimo fuori su un balconcino per una rapida sigaretta, prima che un’auto che ce la porti via, in questa mite giornata primaverile, verso una tappa obbligata del suo soggiorno torinese: il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana. (GP. Majolo)

L’INAUGURAZIONE AL CINEMA IDEAL

Una serata entusiasmante ha inaugurato il 25mo Festival gay di Torino, grazie soprattutto alla presenza di una madrina eccezionale, la grande e sempre splendida Claudia Cardinale, protagonista del film presentato in anteprima internazionale “Le Fil”, del regista tunisino Mehdi Ben Attia. Claudia è stata letteralmente assalita dal pubblico di una sala stracolma, che le ha regalato interminabili appalusi e una standing ovation finale. L’attrice aveva rilasciato durante la giornata (soprattutto nella conferenza stampa) diversi commenti sull’attualità politica di questi giorni, come le affermazioni su gay e pedofilia del cardinale Bertone, rispondendo che : «Sono battute che mi danno fastidio, sono per la libertà. La Francia è più libera, sono per la tutela dei diritti di tutti». Claudia ha anche detto di avere sempre avuto molti amici gay, di aver frequentato Rock Hudson, facendo anche finta di essere la sua fidanzata per proteggerlo dall’ambiente omofobico della Hollywood di quegli anni. Più sotto riportiamo l’intervista che Alberto Barbera e Fabio Bo hanno fatto all’attrice prima della proiezione del film.

“LE FIL” – IL FILM CHE HA INAUGURATO IL FESTIVAL

Un regista giovanissimo, Mehdi Ben Attia, aiutato da una grande e matura attrice internazionale, la nostra bravissima Claudia Cardinale, ci ha presentato un bellissimo film, delicato e poetico, su una storia d’amore gay ambientata in un paese del mediterraneo, la Tunisia. Mehdi, prima della proiezione, ci ha detto che hanno dovuto affrontare parecchie difficoltà per ottenere il permesso di girare il film in Tunisia, dovute alla tematica gay del film, più precisamente ad una tematica gay presentata in modo positivo, con il classico finale “vissero felici e contenti”, se fosse terminata con il solito ‘castigo divino’, ha detto il regista, tutto sarebbe filato liscio. Mehdi Ben Attia ha poi detto che il permesso sono riusciti ad ottenerlo solo tre giorni prima dell’inizio delle riprese, grazie al fatto che la protagonista era Claudia Cardinale, attrice di origine tunisina e molto amata anche in quel paese. Il film parla di una storia semplice, un ragazzo che si è laureato in architettura lontano da casa, torna nella ricca casa di famiglia in Tunisia, dopo la morte del padre. Forse si sarebbe voluto fermare poco tempo, consapevole di non avervi potuto vivere liberamente la sua omosessualità, ma galeotto fu il bel giovane che aiutava la madre in diversi lavori, anch’esso velatamente gay e anch’esso vissuto a lungo in Francia e da poco rientrato in Tunisia. La storia gay è presentata in modo assai realistico (vediamo molto chiaramente una penetrazione anale in un luogo di incontri gay), abbiamo anche una coppia lesbo che cerca l’inseminazione, un altro ragazzo tunisino che addirittura si definisce checca davanti agli amici (dice esplicitamente non sono gay od omosessuale ma checca), ecc. La figura della madre, interpretata da Claudia Cardinale, è dominante e il suo percorso di accettazione del figlio è quasi canonico (con in più l’aiuto che le viene offerto dal marito morto). Divertente quando dice che una madre sa tutto del proprio figlio poi viene a scoprire che in paese tutti, all’infuori di lei, sapevano che il figlio era gay. Le tematiche del film non sono nuove, ma catturano ugualmente l’interesse dello spettatore per la particolare grazia e delicatezza con cui ci vengono presentate, sfiorando spesso la poesia.

CRONACA DETTAGLIATA DELLA SERATA

L’introduzione di Ramona Dell’Abate

La serata presentata da Ramona Dell’Abate inizia con la proiezione di un video che raccoglie numerosi interventi di noti personaggi che fanno gli auguri al festival di Torino per i suoi 25 anni ( tra gli italiani Fabio Canino, Marco Simon Puccioni con in braccio due splendidi gemellini, Veronica Pivetti, Andrea Occhipinti, Leo Gullotta, ecc.)
Sale poi sul palco la presentatrice della serata inaugurale del 25mo Festival, Ramona Dell’Abate:
“Benvenuti alla 25esima edizione del festival GLBT – Stavo pensando dietro le quinte che 25 anni sono tanti, perché come ci ha ricordato Alberto Barbera, per arrivare a 25 anni bisogna godere perlomeno di ottima salute, però non sono neanche tantissimi, perché chi di noi non vorrebbe avere 25 anni, ne abbiamo davanti ancora tantissimi. Però io volevo aggiungere un’altra cosa, è vero che bisogna godere di ottima salute, però è anche vero che bisogna essere bravi, molto bravi, per arrivare a festeggiare questi 25 anni, noi non ci dobbiamo dimenticare che Mai e Minerba sono stati dei grandi cineasti sin dall’inizio, e forse la loro propaganda, con questo tipo di produzione sulle tematiche omosessuali è servita più di mille volantini, di mille feste di piazza. Quindi Giovanni e Ottavio che non c’è più, sono stati molto importanti, e probabilmente senza il loro amore, senza la loro passione, molti autori, che adesso sono diventati famosi, importanti , non avrebbero avuto distribuzione, perché non è facile oggi, figuriamoci 25 anni fa, arrivare alla distribuzione di determinati film. Oggi secondo me c’è l’esigenza di non abbassare la guardia, forse oggi più di ieri, bisogna andare avanti con grande determinazione, con grande coraggio con grande forza. E questa è l’unica cosa che mi viene in mente, per presentare chi di determinazione, di coraggio ce ne ha tanto, il direttore del Festival Giovanni Minerva.” APPLAUSI.
“Eccolo, bello come il sole. Ciao Giovanni. Io non pensavo che tu mi chiamassi. Io sono di Torino, ma non credo sia solo per questo. Siamo mezzi e mezzi, un po’ pugliesi e un po’ torinesi. In Puglia forse tanti problemi non li avremmo. Secondo me lui ha chiamato sempre gente molto più importante, e allora mi sono chiesta che cosa succede, il Festival avrà perso qualche sponsor ? Devo dire che per me è come fare un salto in avanti, io ho fatto sempre trasmissioni molto istituzionali, molto per bene, però il fatto che tu mi abbia chiamato mi ha inorgoglito, ho fatto un bel salto di qualità, si ho fatto un salto.. ”
Giovanni Minerva legge quindi l’elenco degli sponsor istituzionali.
Ramona dell’Abate: “Oggi tra l’altro Barbera ha avuto una grande soddisfazione, ha detto il telegiornale che è stato scelto come giurato per un festival importantissimo [Cannes] è un personaggio che oramai ce lo rubano tutti.”

Gli interventi degli Assessori

Minerba: “A questo punto chiamiamo insieme l’Assessore Fiorenzo Alfieri e il primo assessore 25 anni fa, Marziano Marzano.”
Marziano Marzano: “Ricordare 25 anni fa, quando iniziammo la battaglia per istituire questo festival, mi dà molta nostalgia perché avevo 25 anni di meno e perché avevamo molta voglia di combattere con Giovanni e Ottavio, e allora, 1986, proporre in Giunta e poi in Consiglio comunale di stanziare dei soldi per un cinema con questa tematica credetemi era una cosa veramente difficile, ci volle molto coraggio e soprattutto la spinta di questi due amici che un giorno capitarono nel mio ufficio di assessore in piazza San Carlo e mi chiesero di aiutarli a fare questo festival. Ma io credo che adesso dobbiamo augurare altri 25 anni e dobbiamo, consentitemi, ricordare con un applauso Ottavio Mai. [LUNGO APPLAUSO]. Pensando a lui è inutile dire che viene anche un momento di commozione, ma io credo che il vostro applauso e i 25 anni, e il fatto che il festival è ormai il primo in Europa e forse il primo nel mondo, perché non dobbiamo avere limiti alle nostre ambizioni, tutto questo credo che sia il migliore tributo alla sua memoria. E allora auguriamo altri 25 anni e anche più, e, ci auguriamo, con sponsor istituzionali che possano darci una mano a tutti i livelli. Grazie a Giovanni Minerba”.
L’Assessore Fiorenzo Alfieri consegna a Minerba una targa commemorativa: “Buonasera a tutti, io porto il saluto della città, non sono l’unico rappresentante qui del Comune di Torino, c’è anche l’assessore Levi, siamo al 25esimo anno, è giusto sottolineare questa ricorrenza non soltanto con gli auguri verbali, ma anche con piccolo segno di affetto che potrà avere un suo posto diciamo cosi nelle memorie: ‘La Città di Torino a Giovanni Minerba in occasione del 25esimo anniversario del Festival GLBT’ Davvero al di là delle forme di questo atto simbolico, voglio augurarvi la migliore riuscita per questo appuntamento sapendo che quest’anno forse ancora di più degli agli anni scorsi, c’è stato da parte vostra un grande impegno sul piano della qualità e come ci ha detto durante la conferenza stampa anche Alberto Barbera, siamo davanti ad un festival che dal punto di vista scientifico, dell’informazione, della ricerca del meglio e anche dal punto di vista della comunicazione ha raggiunto uno standard che non è secondo a nessuno. Quindi grazie per il contributo che portate alla nostra cultura della nostra città.”
Ramona Dell’Abate presenta quindi un video che raccoglie immagini di numerosi amici che sono passati nel corso degli anni per le sale il festival sulla musica di “Each man kills the thing he love” cantato da Jeanne Moreau in Querelle di Fassbinder.
Quindi prima di presentare l’ospite d’onore, Ramona Dell’Abate invita sul palco Alberto Barbera Direttore del Museo Nazionale del Cinema e Fabio Bo coordinatore del Festival. Minerba cita quindi gli altri collaboratori del festival: Alessandro Golinelli, Margherita Giacobino, Christos Acrivulis, Angelo Cerri, Flavio Armone …
Ramona Dell’Abate: “Intanto mi piacerebbe definirla la madrina europea dei giovani registi, perché io l’ho vista madrina in giro in molti festival dare il suo appoggio importante ai giovani. Visconti la chiamava Claudine , ma la maggior parte delle persone sino a qualche anno fa la chiamavano Claude, Claude è un nome da uomo, da maschio, perché è vera, un vero maschiaccio, che ha sempre lottato, amato il pericolo, insomma secondo me posso dire, senza tema di essere smentita, una di noi , una signora che non voleva assolutamente fare cinema, per fortuna ha cambiato idea. La chiamiamo tutti insieme: Claudia Cardinale. LUNGO APPLAUSO.

L’intervista di Barbera e Bo a Claudia Cardinale

A. Barbera: L’abbiamo vista questa mattina in conferenza stampa ed è stata molto brillante e provocatoria, provocatrice e divertente, quindi le facciamo qualche domanda. Lo scopo è questo, di chiacchierare insieme qualche momento.

G. Minerba: Ho letto che lei ha parlato male dei gay…

C. Cardinale: Ahia…! Di già ha cominciato…? [ride] Che cosa?

G. Minerba: Ha parlato male dei cattolici…

[applauso]

G. Minerba: Ha detto la verità. Lei ha affermato di essere una donna libera, di amare la libertà e con questo qualcuno si è sentito offeso.

C. Cardinale: Ho capito. [sorride]

A. Barbera: Io confesso di essere un po’ emozionato. Per quanto sia abituato, per motivi di lavoro, ad incontrare attori, attrici, registi famosi in tutto il mondo, questa sera sono un po’ emozionato e anche un po’ intimidito, perché, come la maggior parte degli spettatori italiani, e non soltanto italiani, quando ero un ragazzo che frequentava il cinema quotidianamente, ero innamorato di Claudia Cardinale, che è stata, e lo è tuttora, una delle attrici più belle che il cinema ci abbia dato. E’ vero. Ma comunque non è soltanto una bella donna, è stata, e tuttora lo è, una grande attrice. Ha fatto tantissimi film, più di 120, ha lavorato con un numero infinito di grandissimi registi. Elencarli tutti sarebbe assolutamente impossibile, ricordiamone solo qualcuno, i principali: Visconti, Fellini, Bellocchio, Germi, Bolognini, Pietrangeli, Sergio Leone, Comencini; anche moltissimi stranieri: Blake Edwards, Richard Brooks.

G. Minerba: Scusate, bisogna ricordare Werner Schroeter. [applauso] Un amico del festival, è stato con noi tante volte.

A. Barbera: Allora, la domanda era questa: non voglio le chiedere qual è il regista con cui si è trovata maggiormente in sintonia, se vuole dircelo ne siamo felici, però la domanda è perché tanti registi così diversi, di paesi così distanti, hanno scelto lei per farle incarnare le protagoniste dei loro film.

C. Cardinale: Ah non lo so. Io non li ho mai chiamati, loro mi hanno chiamato. Comunque sì, in effetti ho fatto quasi tutta la letteratura italiana, dalla principessa alla puttana, ho fatto un po’ tutto. Ed è quello il bello, invece di vivere una vita ne vivi cento. [applauso]

A. Barbera: Perché lei può fare sia la donna del popolo sia la principessa.

C. Cardinale: Ma che ne so. Ero fotogenica, basta.

A. Barbera: Non credo che fosse per quello. Comunque qualsiasi donna abbia interpretato, lei ha avuto un particolare rapporto col cinema. Lei sognava di fare la maestra all’inizio.

C. Cardinale: Sì, nel deserto, dove non c’è nessuno.

A. Barbera: In realtà a un certo punto lei riesce a vincere un concorso di bellezza.

C. Cardinale: No è stato un incidente. Ma sì, ero a una festa di beneficenza con il Consolato Italiano a Tunisi e c’erano tutte le ragazze che si erano presentate sul palco e uno mi ha tirato e mi sono ritrovata con la fascia: la più bella italiana in Tunisia.

A. Barbera: La più bella italiana in Tunisia, e vinse un viaggio-premio al Festival del Cinema di Venezia.

C. Cardinale: E qual è il primo film che ho visto? Luchino Visconti.

A. Barbera: Un segno del destino.

C. Cardinale: In arabo si dice “maktub”, il destino.

A. Barbera: Comunque, diciamo miss debuttante e anche attrice debuttante.

C. Cardinale: Ah sì.

A. Barbera: E quindi qual è stato il suo primo approccio da attrice?

C. Cardinale: Ero alla mostra di Venezia e non si usava ancora il bikini, io ero in bikini e in più avevoil copricapo da araba e quindi i paparazzi mi stavano addosso. Io non capivo niente, anche perché oltretutto non parlavo italiano, perché sono nata in Tunisia, un protettorato francese, e quindi la mia lingua era il francese.

A. Barbera: Certo. Poi a un certo punto è successo anche che lei ha avuto problemi ad entrare in questo mondo del cinema, perché si sentiva non esattamente a suo agio almeno all’inizio.

C. Cardinale: Prima di tutto, la mia voce disturbava. Dicevano che ero un uomo e non una donna. Avevo la voce da uomo.

A. Barbera: [sorride] Ma come potevano?

C. Cardinale: E infatti in tutti i primi film sono doppiata.

A. Barbera: Però mi sa che un signore le ha fatto interpretare un film in cui le ha fatto usare la sua voce.

C. Cardinale: Federico Fellini in “8 e mezzo”. [applauso] Per lui io ero la musa, quella che dà l’ispirazione, e anche me stessa. E lui veniva tutti i giorni a prendermi e mi diceva che io, che appartenevo all’Africa, gli davo l’ispirazione.

F. Bo: In conferenza stampa lei oggi ci ha raccontato che comunque è sempre in giro, aerei alberghi eccetera, infatti un film molto importante qual era? “La ragazza con la valigia”.

C. Cardinale: Eh sì, ero sempre con la valigia. Be’ ho fatto tanti film straordinari: Mauro Bolognini “La viaccia”, “Il Gattopardo”; però il film che ha più successo nel mondo è “C’era una volta il West”, ho ammiratori soprattutto tedeschi e americani e hanno sempre le fotografie di “C’era una volta”.

A. Barbera: Lei questa mattina ce lo ha ricordato, qualcuno l’ha definita “un perfetto esempio di multiculturalità, realizzato in una persona”, nel senso che è nata nel nord dell’Africa, si è formata con la cultura francese, ma ha lontane origini italiane. Come ci si sente invece a vivere oggi in un mondo in cui la multiculturalità sembra un problema e non una qualità?

C. Cardinale: E’ assurdo. Perché voglio dire, in Tunisia c’erano le zarine, c’era gente di tutto il mondo che era scappata durante la guerra. E poi noi stessi. Quando io ho fatto un film con Alberto Sordi in Australia, un sacco di italiani stavano lì. Infatti la cosa incredibile è che quando siamo arrivati con Alberto, tutti ci toccavano e dicevano “tocchiamo un pezzo d’Italia, che non abbiamo mai conosciuto”. [applauso]

F. Bo: E la Claudia Cardinale ha sfiorato me!

A. Barbera: Poi però lei ha scelto di abitare in Francia, di vivere a Parigi. La domanda è questa: che cosa pensa dell’Italia oggi da un punto di vista esterno?

C. Cardinale: Io vivo a Parigi perché Parigi è una città veramente molto culturale e l’Italia arriva dopo, perché? Perché la cultura ha molta importanza. [applauso]

F. Bo: Io ho una domanda che interessa a questa platea in particolare. Lei è stata amica di molti omosessuali.

C. Cardinale: Tuttora.

F. Bo: Certo, è stata ed è. Ovviamente primo fra tutti Luchino Visconti e anche il compianto Rock Hudson, tanti anni fa. Ne ho citati due fra i tanti. Rock Hudson ha avuto un’importanza fondamentale per la lotta all’AIDS nel momento in cui svelò per primo alla stampa e ai media la sua malattia, e fu un incentivo per l’inizio della ricerca e per la ricerca di denaro per sostenerla. Però vorrei che ci raccontasse due aneddoti su entrambi, Luchino Visconti e Rock Hudson.

C. Cardinale: Luchino mi parlava soltanto in francese, mi chiamava Claudine e mi parlava soltanto in francese. Diceva che io sembravo una gatta che si poteva accarezzare, ma “attenti, questa gatta si trasforma in pantera e divora il suo domatore”. Eravamo molto amici e io ho avuto la fortuna di fare tanti viaggi con lui. Mi ricordo quel viaggio stupendo per vedere l’ultimo concerto di Marlene Dietrich a Londra, ci siamo stati insieme.

F. Bo: Questo è un bellissimo ricordo!

C. Cardinale: Sì stupendo. Anche perché a casa di Luchino c’è una foto di Marlene che dice “I love you Luchino”.

F. Bo: E invece ci racconti com’è andata con Rock Hudson, lei ha girato un film con lui.

C. Cardinale: Due. Ho fatto due film e quando vivevo a Hollywood perché lavoravo lì ovviamente, ho girato il mondo, ho lavorato dappertutto, e con Rock abbiamo fatto finta di stare insieme perché allora se tu eri omosessuale era “poison” (veleno) e non potevi più lavorare. Perciò facevamo finta, andavamo insieme a cena, a pranzo veniva a casa mia eccetera.

G. Minerba: Questo un po’ succede ancora [ride] purtroppo. [applauso] Ci sono tanti attori italiani che si accompagnano con giovani attrici.

C. Cardinale: Ah sì? Veramente? Non lo so. Io ho tanti amici a Parigi, andiamo sempre a cena insieme.

G. Minerba: A Parigi…

C. Cardinale: A Parigi, sì.

G. Minerba: Non a Roma…?

C. Cardinale: No, a Parigi.

A. Barbera: Lei ha lavorato moltissimo, ha fatto tanti film. E fa molti film con giovani registi, con esordienti.

C. Cardinale: Sì. E’ quello che mi piace.

A. Barbera: E li aiuta moltissimo.

C. Cardinale: Non lo so, però è molto importante. Stasera vedrete “Le fil”, l’ho girato in Tunisia, le mie radici, con Mehdi Ben Attia. Poi ho girato un film in Marocco, una partecipazione, poi ho fatto un film a Istanbul con un giovane regista, il primo film, 29 anni, poi fra poco faccio un film a New York con una giovane regista, poi in Spagna. Lavoro sempre, ma sempre all’estero.

A. Barbera: Mai in Italia.

F. Bo: Sentite vogliamo fare un applauso di incoraggiamento per i registi italiani, che la invitino? [applauso]

A. Barbera: Come mai i registi italiani si negano?

C. Cardinale: Hanno paura.

F. Bo: Senta signora Cardinale, vorrei che spendesse due parole sulla sua attività di ambasciatrice dell’UNESCO e sul suo impegno nella lotta contro l’AIDS.

C. Cardinale: Sì, sì, io mi occupo di molte cose. Sono ambasciatrice dell’UNESCO, difendo i diritti delle donne, degli uomini, di tutto, anche della natura. Poi mi occupo dell’AIDS da tredici anni, sono madrina. E Poi mi occupo dei bambini della Cambogia, anche lì da parecchi anni, nel senso che sono madrina di questa manifestazione.

F. Bo: Perfetto. [applauso] A proposito di registi esordienti, il film che vedrete stasera è “Le fil”; prima di chiamare il regista volevo chiederle di accennare un secondo alla maniera complicata in cui è nato tutto il progetto e come il fatto che lei abbia accettato di fare questo film abbia poi aiutato questo film a realizzarsi.

C. Cardinale: Io ho ricevuto il copione da Mehdi e ci siamo incontrati, mi è piaciuto e ho detto di sì. Solo che poco tempo prima di andare in Tunisia hanno chiamato dicendo che il film non si faceva, però poi hanno richiamato Mehdi e quando hanno saputo che c’ero io, visto che sono nata lì, hanno detto “va be’ dai, fatelo” [applauso]

F. Bo: Oggi faccio un po’ di pubblicità, perché oggi è una giornata importante, ma è una giornata importante anche per la signora Cardinale perché oggi è il suo compleanno.

C. Cardinale: Ah sì, è vero. [applauso]

R. dell’Abate: Tanti auguri! Buon compleanno!

C. Cardinale: Io non festeggio mai il mio compleanno.

G. Minerba: Noi sì. Lei non festeggia mai il compleanno, però devo dire veramente che lei ha scelto di festeggiarlo con noi.

C. Cardinale: Sì.

G. Minerba: Perché la prima volta che l’ho chiamata e le ho detto di questo film, che ci piaceva, che volevamo farlo vedere al festival e che però avrei voluto che venisse lei a presentarlo, non era obbligatorio, però mi sarebbe piaciuto. Lei mi ha detto “Quando sono le date?” “Le date sono dal 15 al 22 aprile” e lei ha detto “Dal 15 al 22 aprile? Ah.”, abbiamo chiacchierato ancora dieci minuti, poi mi fa “Prima ho detto “Ah” perché il 15 aprile è il mio compleanno” “Bene allora”

C. Cardinale: “E quale occasione migliore?”

G. Minerba: “Quale occasione migliore che festeggiare i 25 nostri e i 25 tuoi no?”

C. Cardinale: Già! [applauso]

G. Minerba: Io vorrei ringraziare Claudia per le emozioni che mi ha dato, per i suoi film. E so di condividerlo con tutti quelli che ci sono qua dentro e tanti altri.

R. dell’Abate: Assolutamente. [applauso] Io sono, come avrete da mille indizi capito, una grande fan, una grandissima fan. L’ho osservata durante tutta l’intervista e lei ha una cosa meravigliosa secondo me, il sorriso, questo modo di sorridere veramente bello. Mi ricordo che disse una sera in televisione con Paolo Limiti: “Sa che il mio modo di sorridere è il modo in cui mi sono difesa meglio dagli altri?” Ed è ancora così, perché lei raccontava: “Ogni tanto, quando non sapevo cosa dire, e a me capita spesso, sorridevo e la gente, giustamente, rimaneva incantata”. Ma signora Cardinale come ha fatto a dire di no a Marlon Brando?

C. Cardinale: Sono una stupida…!

R. dell’Abate: Grazie! Bravissima!

[applauso]

Il regista Mehdi Ben Attia presenta il suo film

L’ assessore Fiorenzo Alfieri consegna una targa commemorativa anche al regista del film Mehdi Ben Attia.
Ramona Dell’Abate invita il regista sul palco: “Classe 1968 quindi un giovane regista. Ma Mehdi Ben Attia non è un esordiente ha presentato nel 1999 un suo cortometraggio al Torino Film Festival, poi ci sono molte sceneggiature. Siamo curiosi di sapere come è stato il primo incontro e come è nata la collaborazione con quella donna straordinaria che è Claudia Cardinale.”
Mehdi Ben Attia: “L’incontro è stato molto semplice. Claudia ha accettato con grande semplicità e ha sempre dimostrato una grandissima disponibilità, prima del film e durante le riprese. Quello che ha detto Claudia sulle resistenze del regime è esatto, il ministro dei beni culturali in Tunisia non voleva questo film, non tanto perché parlava di omosessualità, perché altri film avevano trattato prima questo tema, ma piuttosto perché parlava di un personaggio gay che sarebbe diventato felice con la sua omosessualità, e la felicità non gli andava, voleva il tormento, il tormento sarebbe stato autorizzato, la felicità no.”
Ramona Dell’Abate: “Quanta strada dobbiamo ancora da fare… Volevo chiederle se girare un film con questa tematica in un paese arabo anche se moderato da questo punto di vista, gli aveva creato un qualche problema.
Mehdi Ben Attia: “No i problemi erano venuti prima, quando lo abbiamo girato, abbiamo potuto farlo in totale libertà e spero che si veda, però fino a tre giorni prima del inizio delle riprese non sapevamo se saremmo riusciti a farlo.
Ramona Dell’Abate: “Allora è andata bene – Il film uscirà in Francia quando?”
Mehdi Ben Attia: “Il 12 maggio”
Ramona Dell’Abate: “Quindi tra poco. Il film avrà una distribuzione anche nel suo Paese di origine ?”
Mehdi Ben Attia: “Non l’avrà. Non avrà una distribuzione normale, perché dovrà passare dalla censura che certamente chiederà qualche taglio, e io tagli non ne faccio.” APPLAUSO.
Ramona Dell’Abate: “io ringrazio il regista. Sono felice di averlo conosciuto, una persona che ispira subito una grande simpatia. E poi voglio dire una cosa, il film “Le Fil” è bellissimo, e una mamma come Claudia Cardinale…! Grazie a tutti e buona visione.”
(trascrizione G. Borghesi e R. Mariella)

Alcune immagini della serata

Claudia Cardinale riceve l’assalto dei fans
Paola Concia saluta il regista Mehdi Ben Attia e, sotto Claudia Cardinale
Gaia Borghesi e Paola Concia
Patricia Rozema
Roberto Schinardi e Antonio Manzoni
Ramona Dell’Abate
Ramona Dell’Abate e Giovanni Minerba
L’assessore Marziano Marzano che ha visto nascere il festival 25 anni fa
L’assessore comunale alla cultura Fiorenzo Alfieri
Fiorenzo Alfieri consegna una targa commemorativa per il 25° del Festival al Direttore Giovanni Minerba
Alberto Barbera, Fabio Bo, Ramona Dell’Abate e Giovanni Minerba
Il regista Mehdi Ben Attia

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