WERNER SCHROETER CI HA LASCIATI

Aveva da poco ricevuto il Teddy Award alla Berlinale 2010 per onorare la sua carriera di cineasta, pioniere del cinema gay, sempre alla ricerca della purezza stilistica. Un grande autore che non ha mai goduto del successo commerciale (nemmeno cercato).


Werner Schroeter riceve il Leone speciale a Venezia 65 per ‘Nuit de chien’

Werner Schroeter, uno dei maggiori esponenti del nuovo cinema tedesco e pioniere del cinema gay è deceduto lunedì 12 aprile all’ospedale di Kassel dopo un’operazione per un tumore. Schroeter, nato nel 1945 a Georgenthal, in Turingia, aveva appena compiuto i 65 anni.
Regista di un cinema non conformista, anche direttore di opere teatrali e televisive, era contemporaneo di Rainer Werner Fassbinder, Werner Herzog e Wim Wenders ma non ha mai goduto, come loro, del successo commerciale. Per questo motivo diversa critica lo ha definito come “il più grande regista marginale del cinema tedesco”.
Il produttore portoghese del suo ultimo film, Paulo Branco, ha detto oggi alla stampa che Schroeter “è stato un grande artista in ogni senso del termine. Era uno che s’impegnava continuamente in una sistematica ricerca della bellezza, prendendosi tutti i rischi connessi. Fassbinder stesso diceva che lui era il migliore del gruppo”
Schroeter iniziò la sua carriera nel cinema underground negli anni ’60, spesso in collaborazione con un altro eminente regista gay, Rosa von Praunheim, col quale ha inizialmente convissuto e poi rimasto suo grande amico per tutta la vita.
I suoi stimolanti film ci hanno raccontato personaggi ai margini della società, come gay, immigrati e borderline, in storie frammentate e altamente stilizzate, con la musica che aveva sempre un ruolo da protagonista.
Forse ispirandosi alla sua infanzia da giramondo insieme a genitori peripatetici, i film di Schroeter sono spesso ambientati in territori lontani, come Filippine, Messico e Libano, ma anche Italia, Francia e Portogallo.
Schroeter ha lavorato anche come attore, apparendo nel film di Fassbinder “Attenzione alla puttana santa” e in molti stage teatrali. Nel febbraio di quest’anno aveva ricevuto il premio onorario Teddy alla Berlinale, dove nel 1980 vinse l’Orso d’Oro per “Palermo oder Wolfsburg” sulla vita di un immigrato italiano in Germania. Nel 1996 il festival di Locarno gli assegna il Pardo d’Onore, mentre nel 2008, con il regista gia’ malato, la Mostra di Venezia accoglie in concorso il suo ultimo film, ”Nuit de Chienz”, premiato con un Leone speciale per ”L’insieme dell’opera”.

Riportiamo di seguito le schede di due film di Werner Schroeter presenti nel nostro db.

   Nuit de chien di Werner Schroeter
  tendenza: G
nazione: Portogallo / Germania / Francia
anno: 2008
Nuit de chien si apre con l’arrivo notturno del 40enne Ossorio nella stazione ferroviaria di Santa Rosa, città che appare sotto assedio. Ossorio è arrivato a Santa Rosa per trovare la donna che ama e fuggire con lei, ma non sarà così facile. Nel corso delle peregrinazioni notturne in cerca della donna, seguiremo il protagonista in bar malfamati e pieni di prostitute, in caserme di opposte fazioni militari, case di politici e trafficanti, scoprendo che Santa Rosa è dilaniata dalla guerra civile e che Ossorio era un eroe dell’esercito stimato e cercato da tutti. Quello di Schroeter è un film dallo stile e dall?andamento perlomeno bizzarri. Il regista tedesco mescola nel suo film suggestioni diversissime fra loro: dagli stilemi del cinema di genere alla pittura, all’arte visiva in senso ampio e alla musica. L’Odissea notturna del protagonista interpretato da Pascal Greggory trova i suoi motivi d’interesse nel progressivo disvelamento del complesso quadro narrativo all’interno del quale si muovono i personaggi e in alcune scelte visive che, pur opinabili da un punto di vista meramente estetico, colpiscono per il loro essere coraggiosamente fuori dai canoni tradizionale.Tanto da risultare spiazzanti e delocalizzanti, come la scelta di girare in città portoghesi ma in lingua francese e basandosi sulla guerra civile di Spagna: è chiaro che il regista ambiva ad uno sguardo apolide e globale, sia geograficamente che per quanto riguarda il paesaggio interiore dei suoi protagonisti. (Federico Gironi , Comingsoon.it). Tra le scene spiazzanti anche quella di un cameriere omosessuale che scuote con orgoglio ogni possibile organo sessuale durante un interrogatorio.
 

   Rose King, The di Werner Schroeter
  tendenza: GGG
nazione: Germania / Portogallo / Francia / Olanda
anno: 1986
La vicenda si svolge in una grande tenuta portoghese, in una villa un po’ fatiscente ma piena di cose artistiche, oggetti preziosi, quadri di nature morte, mobili antichi. In questa casa inquietante e misteriosa, si aggira a piedi scalzi una donna ancora attraente, Anna, vedova inconsolabile di un marito che, dai suoi racconti (quasi tutti soliloqui), sembrerebbe scomparso mentre attraversava un deserto, morto per disidratazione e per mancanza di cibo. In questa tenuta, di cui è proprietaria, vive con il suo unico figlio Albert, un ragazzo taciturno, solitario che pur amando sua madre, cerca di sfuggirle, oppresso dai discorsi ripetitivi della donna, costantemente persa nei suoi ricordi e nelle sue malinconie. Nella tenuta vengono coltivate rose, soprattutto rosse, di una qualità superiore, che vengono concimate con un prodotto esclusivo e molto caro. A gestire l’impresa è Anna, spesso costretta a fare i conti e a far quadrare il bilancio, mentre Albert vaga nelle serre, si inebria del profumo delle rose, sperimenta nuovi innesti con i bocciuoli per ottenere degli esemplari sempre migliori e si è creato un proprio rifugio in un magazzino, dove a sua madre è vietato entrare, e dove il ragazzo si abbandona a un misticismo costituito da immagine sacre e musica classica, tramutando questi elementi in un parossismo di sensualità. Da dietro le finestre sempre chiuse, polverose e costellate di ragnatele, la madre osserva e medita ad alta voce sulle stranezze del figlio, vorrebbe averlo accanto, piu presente e partecipe, ma il ragazzo la teme, forse perché ha paura che possa indovinare i suoi tormenti interiori. Finalmente arriva un terzo personaggio a scuotere con la sua bellezza e la sua vitalita il tranquillo menage familiare: è Fernando, un bracciante che viene assunto per la mano d’opera. Albert è attratto da questo giovane sanguigno e disinibito, accetta che questi si prenda delle liberta con lui, anche a carattere sessuale, si fa trovare nudo in una vasca situata
 
 

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