Spulciando i listini delle case di distribuzione italiane relativi al primo semestre 2010 non abbiamo ancora trovato in cartellone l’atteso (almeno da noi)“Little Ashes” (Piccole ceneri) di Paul Morrison con Robert Pattinson nei panni “gay” di Salvator Dalì. Questo interessante film sulla storia d’amore gay tra il poeta Federico Garcia Lorca e l’artista Salvator Dalì, subisce l’ostracismo di una distribuzione omofobica che probabilmente teme di “sporcare” di omosessualità l’immagine della super-star / miniera-d’oro Robert Pattinson, idolo delle ragazzine di mezzo mondo in quanto protagonista della sdolcinata favoletta di Twilight. Questo purtroppo sta accadendo in tutto il mondo, con l’eccezione della Spagna (patria degli artisti Lorca e Dalì) dove è stato distribuito nel maggio 2009. Negli USA ha avuto solo una distribuzione limitata, come nel Regno Unito dove è stato per pochi giorni in una sola sala e da luglio 2009 viene distribuito in dvd (su Amazon lo trovate a 5 sterline). Triste storia di un film che avrebbe potuto avvalersi della fama raggiunta da Pattinson (petizioni di fans dell’attore su internet che chiedevano di poter vedere il film) per ottenere una buona visibilità commerciale ma che invece l’ottusa e retrogada mentalità di una certa classe imprenditoriale ha volutamente sacrificato.
La stessa sorte stava per toccare a “I Love You Phillip Morris” di John Requa con Jim Carrey , acquistato quasi un anno fa dalla Lucky Red, che, per ragioni indipendenti dalla sua volontà, ha dovuto tenerlo fino ad oggi in magazzino, probabilmente in attesa che uscisse il film natalizio “A Christmas Carol” con Jim Carrey super protagonista. Il film di Requa, visto al Sundance a gennaio 2009, racconta la storia d’amore accaduta realmente tra due carcerati e uscirà in tutto il mondo solo a febbraio 2010 (da noi il 26 febbraio), probabilmente grazie al fatto che si tratta di una commedia.
La Lucky Red di Andrea Occhipinti (unico imprenditore del cinema italiano gay dichiarato) presenterà dal 12/02/2010 anche il bellisssimo “Brotherhood” di Nicolò Donato, film che a sorpresa ma con grande merito ha vinto la terza edizione del Film Festival di Roma. Il film affronta di petto il tema dell’omofobia politica facendo innamorare due giovani adepti di una organizzazione neonazista (fortunatamente, si fa per dire, nessun protagonista del film è già una grande star, anche se siamo sicuri che lo diventeranno).
Prima di proseguire un piccolo aggiornamento sul tema del coming out degli attori con l’intervento di Colin Firth sulla rivista “Parade” dove conferma le teorie di Everett, dicendo che “se sei un attore etero che interpreta un ruolo gay è diverso da essere un attore gay dentro il sistema della produzione cinematografica. Penso che ci siano ancora delle limitazioni nei confronti di chi si dichiara apertamente. Questo è dovuto al fatto che nella mentalità comune ci sono ancora dei tabù sessuali. A Hollywood so che ci sono molti attori che tengono accuratamente nascosta la loro identità sessuale. Non ci sono molti gay dichiarati tra le personalità di rilievo” (vedi intervista completa su Parade)
Continuando con i film gay che cedremo nel 2010, non possiamo fare a meno di elogiare una piccola ma coraggiosa casa di distribuzione, la Archibald Enterprise Film di Vania Traxler Protti, che nei primi mesi del prossimo anno distribuirà ben quattro (su sei) film con tematiche o personaggi LGBT.
Il primo, che vedremo dal 12 marzo (era programmato inizialmente dal 22 gennaio ma le grosse probabilità che vinca agli Oscar hanno consigliato di spostarlo a ridosso della manifestazione per aumentarne la visibilità), è quello che sarà probabilmente il film gay dell’anno, “A Single Man” di Tom Ford, già vincitore a Venezia e a Santa Barbare grazie alla grande interpretazione di Colin Firth. E’ la storia di un professore gay di mezza età che si ritrova solo e senza motivazioni dopo la perdita del compagno, ma che saprà ritrovare, grazie a nuovi incontri, il gusto della vita. Nonostante che il celebre stilista gay Tom Ford, all’inizio di una nuova folgorante carriera, non voglia definire questa sua opera prima come un “film gay” (ed abbia accuratamente progettato una campagna promozionale ed una locandina “etero”), riteniamo che il film sia destinato a diventare una pietra miliare del cinema gay, sulla scia di film come Brokeback Mountain o Milk, perché ci racconta l’amore omosessuale come forse nessuno finora ha mai fatto.
Altro film a tematica distribuito dalla Archibald è lo spassosissimo “Humpday” di Lynn Shelton, premiato all’ultimo Sundance e vincitore come miglior film e protagonista al Festival Internazionale di Gijón. Il film è la storia di due vecchi amici etero che si ritrovano dopo alcuni anni, esattamente dalla data del matrimonio di uno dei due. Anziché aggiornarsi sulle complesse vicende personali decidono di partecipare ad una riunione di artisti dove progettano di partecipare a un festival amatoriale porno girando un film gay (naturalmente artistico), con loro due come protagonisti oltre che autori. A noi scoprire come questo sarà (meccanicamente) possibile, che cosa avrà dato origine a questa idea, come reagirà l’ignara consorte, ecc. Questa divertente ed originale commedia ha tutte le carte in regola per attirare sia il pubblico etero che omo, molto dipenderà dal lancio pubblicitario che la Archibald potrà permettersi, perché oggi, con i film che in media restano in cartellone poco più di una settimana (se va bene), non serve a nulla il passa parola degli spettatori entusiasti.
Gli altri due film con riferimenti gay che saranno distribuiti dalla Archibald sono “Life During Wartime” di Todd Solondz (Happiness), osannato dalla critica, che ritorna sul tema della pedofilia con una struggente storia familiare che anziché condannare e basta cerca di comprendere. Il figlio a cui era stato detto che il padre era morto scopre invece che è stato in prigione per pedofilia ed ora, dopo l’uscita dal carcere del padre, sarà l’unico a dimostrarsi capace di perdonare ed accettare. Un film altamente poetico e profondo che mette a nudo l’anima umana.
“Gordos” dello spagnolo Daniel Sanchez Arévalo (già autore del film gay “Azuloscurocasinegro“) è stato un’altra delle gradite sorprese di Venezia 2009 (Giornate degli autori). Lo vedremo sugli schermi a maggio 2010, presentato anch’esso dalla Archibald. La storia del film, alquanto curiosa, ha una morale che possiamo riassumere con queste parole: se vuoi amare gli altri devi prima amare te stesso accettandoti per quello che sei. Nel film seguiamo le vicende di cinque personaggi sovrappeso che si riuniscono, alla maniera degli alcoolisti anonimi, per combattere un altro tipo di dipendenza, quella dal cibo. Ognuno spera di riuscire a capire le origini di questa dipendenza per potersene liberare. Uno di questi “grassi” (gordos) è un ex imbonitore televisivo di pillole per il dimagrimento, è gay ed erotomane compulsivo. Durante la “terapia” pensa che all’origine dei suoi mali potrebbe esserci il fatto di aver represso la sua eterosessualità e s’imbarca in una storia sentimentale con la vedova del suo socio d’affari.
Pezzo forte della stagione 2010 sarà senz’altro “Mine vaganti”, l’ultimo film di Ferzan Ozpetek, tornato fortunatamente ai suoi temi abituali e senz’altro più congeniali, che vedremo presentato dalla 01 Distribution all’inizio di marzo. Nel film assisteremo al coming out di un figlio (Scamarcio) che torna dopo una lunga assenza nella famiglia originaria pugliese, alquanto tradizionalista e alle prese con la necessità di non disperdere il patrimonio e l’attività produttiva. Sia Ozpetek che Scamarcio non sembrano attualmente al massimo della notorietà (i loro ultimi film hanno avuto accoglienze inferiori alle attese), speriamo che questo film possa ridare a entrambi lo splendore che meritano.
Molto attesa anche l’ultima fatica del regista gay Francois Ozon, anch’esso ritornato sulle nostre tematiche dopo la parentisi di Ricky (che comunque affrontava il tema della diversità) con “Le Refuge” che la Teodora Film di Cesare Petrillo distribuirà nei primi mesi del 2010. Il film è sulla maternità ma ha come protagonista Paul, il fratello gay del ragazzo morto per overdose che ha ingravidato Mousse, la protagonista. Lo strano ma intenso legame che si viene a creare tra i due verrà messo in crisi quando Paul metterà gli occhi su un altro uomo.
La Mikado Film di Franco Tatò distribuira invece un altro film italiano, “Io sono l’amore” di Luca Guadagnino, trattato ingiustamente male dalla critica nostrana e che invece sta ottenendo consensi all’estero (in questi giorni è in concorso al festival internazionale di Marrakech) dove ad esempio è entrato nella lista dei dieci migliori film dell’anno stilata da alcuni critici del Regno Unito (pubblicata su Sight & Sound di questo mese). Nel film Alba Caterina Rohrwacher interpreta la figlia lesbica di una famiglia della grande borghesia industriale lombarda.
Di qualche interesse gay, se non altro per l’ambiente carcerario dove l’abuso e il sopruso sessuale sono sempre all’ordine del giorno, è “Cella 211” di Daniel Monzon, un altro film presentato con successo a Venezia e acquistato dalla Bolero Film che lo distribuirà a marzo 2010.
Un altro film del nostro catalogo, “Nord” di Rune Denstad Langlo, verrà distribuito dalla Sacher di Nanni Moretti. Nel film il protagonista alla ricerca del figlio mai visto, incontra un adolescente omofobo e cripto-gay che cammina sulle mani e si ubriaca incollandosi alla testa tampax intrisi di superalcolico. Il film non è solo curioso ed ha ricevuto applausi a scena aperta durante la proiezione veneziana per la critica.
Dal 15 gennaio la Tucker Film presenterà uno dei film più acclamati dalla critica internazionale e Oscar 2009 come miglior film straniero, “Departures” di Yojiro Takita. Il film è la storia di Daigo, un giovane violoncellista costretto a fare il cerimoniere funebre e di un funerale molto particolare: quello di un giovane transessuale, morto come donna, che però i parenti si sono dimenticati di informare del fatto Daigo ed il suo capo che lo scopre solo mentre stà effettuando la preparazione del cadavere.
A giugno 2010 arriverà sugli schermi, distribuito dalla Warner, il secondo capitolo di “Sex and the City” che mostrerà il matrimonio gay tra Stanford Blatch e Anthony Marentino durante il quale Liza Minelli canterà la canzone Single Ladies.
Naturalmente oltre ai suddetti film ne arriveranno senz’altro altri, che purtroppo scopriremo magari all’ultimo momento, perché non sia mai che un’agenzia pubblicitaria di cinema parli delle nostre tematiche mentre propaganda un film che pure le contiene: preferiscono perdere il pubblico gay (minoritario) che correre dei rischi con la maggioranza etero. Strane democrazie!