E’ stata annunciata dal Los Angeles Times, con sei mesi di ritardo, la morte di Marc Christian (a destra nella foto dopo Rock Hudson), avvenuta nei primi giorni di giugno, secondo quanto dichiarato dalla sorella. Christian aveva 56 anni ed era diventato famoso per aver vinto nel 1991 una causa multimilionaria contro Rock Hudson, accusato di aver fatto sesso con lui senza informarlo della sua sieropositività ed averlo quindi esposto al rischio di contrarre l’Aids. Questo avveniva nel 1985, pochi mesi prima della morte per Aids dell’attore. Christian apprese la notizia dalle tv e pensò subito di essere anch’esso condannato a morte, ma ripetuti test lo assicurarono sulla sua sieronegatività. Nonostante questo la Corte gli diede ragione perchè Hudson, con ripetuti rapporti sessuali, gli aveva consapevolmente fatto correre il rischio di contrarre l’infezione. In seguito Christian dichiarò alla rivista People che il suo scopo non era stato quello di infangare la memoria di Hudson ma quello di avvisare che “se voi avete l’Aids, avete il dovere di informare il vostro partner, non importa se questi sia una star del cinema o un semplice postino. Potete distruggere la vita di un uomo con un singolo gesto. Queste preoccupazioni erano purtroppo completamente estranee alla mentalità di Hudson“. All’epoca del processo un intervento su The Times dell’attivista gay Tammy Bruce diceva: “Questo processo è stato molto discusso ma ha avuto un’importanza fondamentale nel far conoscere al pubblico che le relazioni gay sono complicate, importanti e piene di responsabilità… Molte persone nel mondo sono debitrici verso quest’uomo”.
Di tutt’altro tipo sono i consigli che l’infelice attore gay Rupert Everett elargisce per l’ennesima volta, in un’intervista al britannico Daily Mail, alle future generazioni di attori gay: “Mentite e tenete segreta la vostra sessualità altrimenti rischiate di fare la mia stessa fine“, intendendo quella di un attore che fatica a trovare lavoro, sebbene abbia interpretato 56 film (dal 1982 ad oggi)e negli ultimi anni compaia nel cast di due o tre film ogni stagione, cosa che, tenendo presente che ha superato i 50 e che non è proprio una grande “bellezza”, non ci sembra poco.
Fortunatamente non la pensano così altri attori che proprio in questi giorni hanno riempito le cronache con il loro coming out, probabilmente più inclini a considerare il successo che continuano ad avere dopo il loro coming out personalità dello spettacolo come Neil Patrick Harris, Luke Macfarlane, Randy Harrison, Alan Cumming, Stephen Fry, Ian McKellen, Cynthia Nixon, Portia De Rossi, Ellen DeGeneres, Lindsay Lohan, Joan Baez, Tracy, Melissa Etheridge, ecc.
Recentemente l’attrice 62enne Meredith Baxter, famosa come protagonista di “Casa Keaton” e con due nominations agli Emmy per la serie “Family“, dopo ben tre divorzi, ha dichiarato in tv (The Today Show) di essere lesbica affermando che “Sette anni fa ho capito il mio orientamento sessuale. Con gli uomini era sempre stato difficile“. I suoi cinque figli, che hanno dai 25 ai 42 anni, sono al corrente di tutto e, ha affermato l’attrice, “sono stati molto comprensivi, mi hanno detto che a loro interessa solo che io sia felice… La mia è stata una scoperta fatta in età un po’ avanzata, mi sono ritrovata a stare assieme a una persona con cui non avrei mai pensato di poter avere un rapporto di quel tipo, è stato come un risveglio, con gli uomini avevo sempre avuto relazioni difficili“. La sua compagna sarebbe l’imprenditrice immobiliare Nancy Locke con la quale convive da circa quattro anni. Recentemente sono state in crociera nei Caraibi con altre 1.200 lesbiche. Nel 2005 è stata la mamma aperta di un gay nel film “Provaci ancora Ethan“.
Anche il giovanissimo attore Chris Colfer, che interpreta un ruolo gay nella nuova serie “Glee” che sta ottenendo molto successo negli USA, ha dichiarato durante una sua apparizione nello show “Chelsea Lately” di essere gay. Colfer è stato un po’ timido in questa dichiarazione (ricordiamo che ha solo 19 anni), e solo pochi mesi prima aveva evitato di rispondere ad una stessa domanda durante un’intervista su USA Today. A Chelsea ha detto comunque di esssere felice di fare il coming out perché questo aiuterà centinaia di altri ragazzi gay.
Ricordiamo che altrettando timido e difficile era stato il coming out iniziale di Randy Harrison, protagonista di “Queer as Folk USA” nel ruolo dell’adolescente Justin Taylor. Tra gli interpreti della serie solo altri due attori si sono dichiarati gay: Peter Paige e Robert Gant. Il primo è diventato regista e il secondo continua a fare l’attore e l’attivista gay.
Randy, che oggi ha 32 anni, dopo la fine di Queer as Folk non ha più voluto altri ruoli televisivi, dedicandosi completamente al teatro, che ama moltissimo, dove dal 19 dicembre apparirà nel ruolo di Andy Warhol nel musical POP! allo Yale Repertory Theatre in New Haven, Conn.
Intervistato recentemente dalla rivista Advocate che gli chiede se crede che avrebbe ottenuto lo stesso successo nel mondo del teatro se non avesse interpretato Queer as Folk, Randy risponde “Non proprio, perché, oltre ad avermi dato una sicurezza finanziaria, Queer as Folk mi ha aperto molte porte anche se forse me ne ha chiusa qualcuna. In realtà tutto per me è partito da lì”
Alla domanda se pensa anche lui come Everett o i registi gay Todd Holland e Don Roos che invitano gli attori a non fare il coming out se vogliono fare carriera, Randy ha risposto: “Io non ho mai veramente fatto parte dell’industria cinematografica, per cui non sono in grado di dire se questi abbiano ragione o no. Queer as Folk è stato per me solo un’occasione, poi sono ritornato al teatro, che mi ha dato molte soddisfazioni permettendomi di lavorare in quasi tutti i teatri, ma questa è stata una mia scelta, per cui posso solo dire di aver potuto fare sempre, senza problemi, quello che ho voluto”.
Il giornalista gli chiede quindi se pensa che il suo coming out gli abbia creato difficoltà e Randy risponde: “Non conosco cosa si siano detti dietro le porte gli organizzatori dei cast o cosa pensassero di me, per cui non so dire se le cose sarebbero andate diversamente se non mi fossi dichiarato. Di certo so che non rimpiango nulla, tanto meno il mio coming out. L’unica cosa che mi ha un po’ frustrato in seguito è stato che mi ha costretto a parlare spesso della mia vita privata, cosa che io non amo fare pubblicamente, a differenza di tanti altri attori. Ho fatto il coming out perché lo ritenevo importante sia socialmente che politicamente, ma nello stesso tempo non credo che debba interessare a qualcuno con chi io vado a letto”.
Qui sotto un video con Andy Warhol & Randy Harrison