PRIMA GIORNATA AL FLORENCE QUEER FESTIVAL

Delusione per l’assenza di Rosa Von Praunheim (in ospedale) presente però con un suo capolavoro del 1970. Sintesi della giornata conclusa con il bellissimo (ma malissimo distribuito) film “Sogno il mondo di venerdì”, presentato dal regista Pasquale Marrazzo (foto a lato).

Vedi programma sul sito del Festival o alla nostra pagina

FABRIZIO UNGARO INAUGURA IL FESTIVAL

Giornata inaugurale davvero ricca per il settimo Florence Queer Festival, nella splendida sala del cinema Odeon, gioiello liberty e forse il più bel cinema d’Italia. La qualità dei film proposti ci ha almeno in parte rincuorato dopo la brutta notizia della mancata partecipazione al festival del regista tedesco Rosa Von Praunheim, ricoverato proprio oggi in ospedale per una infezione allo stomaco.
La giornata è iniziata con la proiezione dell’originale film documentario ungherese “A Village Romance: lesbian love” che ci racconta una storia d’amore assai inconsueta, essendo una delle due ragazze protagoniste di etnia Rom.

Qundi è stato proiettato “Non è l’omosessuale ad essere perverso, è la situazione in cui vive”, 1970, di Rosa Von Praunheim, pietra miliare del cinema queer, che attraverso una storia divertente e grottesca, rappresenta in realtà un autentico manifesto per la liberazione degli omosessuali dalle catene a cui sono legati per colpa di una società repressiva , ma anche a causa delle loro debolezze. Fa impressione notare come dopo quasi quarant’anni molto di quanto detto nel film sia ancora valido. Purtroppo il film è stato visto da pochi spettatori, data la sua programmazione in fascia pomeridiana.

FABIO FERRI PRESENTA “IDENTITIES”

Il film successivo, “Identities” della talentuosa regista italo-irlandese Vittoria Colonna, ci è stato presentato da Fabio Ferri che nel documentario interpreta una drag queen. Il film descrive quanto sia vivace oggi in Irlanda la comunità transessuale (drag queen, transessuali, drag king ecc.). Come fa notare Fabio, il paragone tra l’Italia e l’Irlanda del giorno d’oggi è impietoso nei nostri confronti, visto ad esempio come sono state trattate dalla nostra opinione pubblica le transessuali coinvolte nel recente caso Marazzo e visto che, un ora prima di entrare in teatro, lo stesso Fabio era stato apostrofato con un Ricchione in piazza della Signoria, cosa che in Irlanda sarebbe punita dalla legge contro l’omofobia.

Sono quindi stati trasmessi cinque dei corti in concorso per il premio VideoQueer, i migliori dei quali ci sono sembrati “El Mueble de las fotos” di Giovanni Macelli che parla delle difficoltà che ha una coppia gay ispanica a farsi riconoscere come tale dalle famiglie di origine e “Howie” di Charles Lum, una specie di apologia del cunnilingus anale.

Alle 20,30 Fabrizio Ungano ha inaugurato ufficialmente il festival invitando a parlare l’assessore regionale alla cultura Paolo Cocchi che ha ricordato il progetto della Casa del Cinema di Firenze, in cui anche il Queer Festival è coinvolto, quindi ha preso la parola Stefano Marnati, presidente del quartiere 1 di Firenze, che ha messo a disposizione del festival un prestigioso spazio per le mostre d’arte.

Il film trasmesso in prima serata è stato l’ormai famoso e premiato “I Can’t Think Straight”, presente la regista Shamin Sarif di origini indiane, insieme alla sua compagna e produttrice dei suoi film Ana, che è giordana. Per poter partecipare a questa presentazione Shamin e Ana hanno dovuto lasciare momentaneamente i loro due figli a Londra. Shamin spiega che il film è in parte autobiografico, sebbene le attrici siano un po più giovani, magre e belle, inoltre si è voluto rendere meno problematico il rapporto con le famiglie. Il film non ha potuto essere proiettato in gran parte dei Paesi arabi mentre è stato trasmesso con successo in Israele.

PASQUALE MARRAZZO PRESENTA IL SUO FILM

Ha chiuso la serata il film italiano “Sogno il mondo di venerdì”, presentato dal regista Pasquale Marrazzo. Il film tratta diverse storie di ordinaria violenza, purtroppo comuni nelle cronache dei giorni nostri, ambientate in una Milano multirazziale e degradata, rappresentata quasi esclusivamente da diverse inquadrature della strada sopraelevata che porta al Ponte della Ghisolfa ( forse un richiamo al neorealismo di Rocco e i suoi fratelli ).
Pur non essendo un film strettamente gay , in esso si mostra come i gay non siano solo commessi e parrucchieri, ma sono coinvolti in vicende drammatiche che ci riguardano tutti.
Il regsita Marrazzo è anche autore delle canzoni che gli interpreti cantano nel film in inglese, un apparente incongruenza fatta notare da uno spettatore. Tale scelta è stata dettata da un motivo estetico e tenendo conto del fatto che i personaggi già parlano ognuno nella propria lingua.

Roberto Mariella

ALCUNE IMMAGINI DAL FESTIVAL

Fabio Ferri (attore in "Identities")
Fabio Ferri e Fabrizio Ungaro
Fabrizio, Shamin e la sua compagna
Fabrizio Ungaro
Marialaura Annibaldi e Fabrizio Ungaro
Paolo Cocchi (Assessore Cultura alla Regione)
Il regista Pasquale Marrazzo
Shamin Sarif
Shamin Sarif e compagna
Stefano Marnuti (presidente quartiere uno di Firenze)

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