QUATTRO SERIE TV

Appena conclusa l’ingarbugliata “Crash” con Dennis Hopper gay, al via questa settimana “Mental” con dottoressa lesbica, e la terza attesissima e imperdibile stagione di “The Wire”. Continua “True Blood” coi vampiri che vogliono ricordare le difficoltà di integrazione e …

CRASH

E’ appena terminata sul canale Cult (pacchetto Sky) la prima stagione di “Crash” la serie scritta da Glen Mazzara che trae spunto dall’omonimo film che nel 2004 “rubò” l’Oscar a Brokeback Mountain. La seconda stagione è già in lavorazione e dovrebbe essere trasmessa nel prossimo autunno. Una serie che cerca di essere innovativa sia nella forma che nei contenuti ma che ci ha lasciato assai perplessi, soprattutto per come affronta le tematiche gay. Sebbene il protagonista principale, il produttore discografico Ben Cendars, interpretato da Dennis Hopper, sia gay, in quanto convive con un uomo che addirittura si uccide per gelosia quando Ben inizia a frequentare un giovane nero, nella serie nessuno viene mai dichiarato gay o bisessuale e tutta la storia gay di Ben potrebbe non essere percepita dal pubblico meno attento. Ambiguità voluta dal creatore per dimostrare che la problematica gay (in senso stretto) è superata diventando normalità (quindi inutile parlarne) o invece sottaciuta per non infastidire il pubblico omofobo? Tra le storie raccontate quella più suggestiva è stata per noi il racconto dell’immigrato clandestino guatemalteco (Luis Chavez) e quella più fastidiosa le disavventure amorose del sessodipendente Kenny Battaglia (Ross McCall). Voto sufficiente in attesa di vedere il seguito.

Dennis Hopper col suo nuovo “protetto”


THE WIRE

Una serie sulla quale non abbiamo invece nessun dubbio e che mettiamo in cima alla lista delle nostre preferite è “The Wire”, sia per l’alta qualità che per i contenuti. Peccato che la serie non abbia ottenuto il successo di pubblico che meritava, probabilmente perché non semplice da seguire e con tematiche assai impegnative.
Da questo giovedì 4 giugno viene trasmessa in prima visione nazionale, sull’emerito canale “Cult”, la terza stagione, quella che affronta le problematiche e la corruzione politica e amministrativa, dopo aver affrontato nella prima stagione il problema della droga e nella seconda i traffici illeciti al porto. Nella quarta e nella quinta stagione che seguiranno verranno affrontati i problemi della scuola e dei mass media. Ricordiamo che la serie è ambientata nella città di Baltimora nel Maryland, segue un distretto di polizia che lavora in diversi ambienti urbani ed è stata scritta (insieme al regista Ed Burns) e prodotta da David Simon, ex giornalista.
La terza stagione vedrà tra i protagonisti principali il nero Omar Little (Michael K. Williams), personaggio curioso ed originale che vive pubblicamente la sua omosessualità e i suoi amori. Si sostiene giudando una gang che ruba ai trafficanti di droga, diventando così loro acerrimo nemico. Nella prima stagione gli avevano brutalmente ucciso e seviziato il suo compagno, al quale ha giurato vendetta. In questa stagione perderà un membro del suo gruppo, avrà un nuovo compagno, e sarà il primo della lista delle persone da elimanare dall’onnipotente malavitoso Avon Barksdale, appena uscito di prigione. Tra i membri del distretto di polizia ancora l’efficiente poliziotta lesbica Kima Greggs (Sonja Sohn), che vive con la fedele compagna, sempre in ansia per i pericoli che Kima deve affrontare ogni giorno. Entrambe sono in attesa di una legislazione sui matrimoni gay.
Una serie imperdibile, con personaggi e situazioni assolutamente credibili, più attenta alla psicologia dei protagonisti che ai colpi di scena, capace di affrontare problematiche sociali, politiche ed ambientali di assoluta attualità.

Il curioso e audace gay Omar Little (Michael K. Williams)


MENTAL

Parte questo giovedì in prima visione mondiale (continua la nuova tendenza del lancio in contemporanea mondiale dopo il successo di “The Listener”) sul canale Fox (pacchetto Sky) la serie “Mental” prodotta da Deborah Joy LeVine e scritta insieme al fratello Dan LeVine, creatore ufficiale. La serie affronta in modo poco innovativo (sembra la continuazione di AR) le vicende dello psichiatra Jack Gallagher (Chris Vance) che si scontra quotidianamente con la gestione “conservatrice” della direttrice dell’Istituto Mentale in cui lavora, Nora Skoff (Annabella Sciorra).
Il Dr. Jack, diventato direttore del Mental Health Services al Los Angeles hospital, deve vedersela con casi di pazienti che hanno avuto diagnosi errate e sono in condizioni disperate. Cerca di entrare nelle loro menti per scoprire chi veramente sono, arrivando a scoprire quali sono state le cause delle loro degenerazioni psichiche. Uno dei personaggi di supporto, la dottoressa Chloe Artis (Ramirez), è lesbica. Lo scopriamo nel secondo episodio, quando si trova costretta a redarguire il Dr. Suarez (Gonzalez) che la corteggia ben sapendo che è gay (le chiede “solo per una notte” pensando magari di “guarirla”). Chloe ha una compagna che abita lontano e che per tutta la prima stagione non conosceremo. Come dicevamo sopra la serie non presenta grandi novità, tranne forse che è focalizzata su problemi mentali anziché fisici, con un dottore psichiatra proveniente da UK che cerca di insegnare ai colleghi losangelini che è più importante come si tratta con le persone anziché con le loro malattie. Il personaggio lesbico è secondario e non aggiunge nulla di nuovo a quanto già visto in altre serie. L’attrice Marisa Ramirez, lesbica dichiarata, ha dichiarato di non avere avuto problemi nel suo coming out perché è sempre stata accettata ed ha avuto diversi parenti gay. Ramirez ha detto che la prima stagione affronta poco la vita privata dei protagonisti (concentrandosi di più sui casi), solo un po’ nel quinto episodio, cosa che invece avverrà con la seconda stagione dove ci saranno anche scene di amore lesbo.

Il protagonista Jack Gallagher (Chris Vance) e la dottoressa Chloe Artis (Marisa Ramirez, lesbica anche nella vita)


TRUE BLOOD

Prosegue con successo la prima stagione di “True Blood” su Fox ogni lunedì in tarda serata (in totale 12 episodi) mentre negli USA sta partendo, il prossimo 14 giugno, la seconda stagione. Il creatore della serie è Alan Ball, gay dichiarato, già creatore di Six Feet Under. La serie ha già vinto un Golden Globe e gode di un folto numero di fans. Pur affrontando la super sfruttata tematica dei vampiri, riesce ad essere originale e ad affrontare problematiche a noi molto vicine come la discriminazione e l’omofobia. La protagonista è la bravissima Anne Paquin nei panni di Sookie Stackhouse, cameriera in un bar con la capacità di leggere i pensieri della gente (fatto sfruttato in seguito dalla serie “The Listener”) che si innamora del vampiro Bill Compton (Stephen Moyer). Tra i protagonisti secondari abbiamo anche Lafayette Reynolds (Nelsan Ellis), gay dichiarato ed effeminato, dolce e deciso nello stesso tempo, in grado di difendersi molto bene. A nostro giudizio uno dei personaggi meglio riusciti, amabile e stuzzicante, più trans che gay, che purtroppo scomparirà alla fine della prima stagione. Sarà comunque rimpiazzato da altri personaggi (e vampiri) gay nella seconda stagione.
L’interesse gay della serie risiede però soprattutto nel parallelismo, che viene sottolineato spesso (vedi ad esempio le dichiarazioni di prelati in tv contro la genia dei vampiri), tra la condizione dei vampiri (che vogliono integrarsi ed essere accettati dalla società) e quella degli omosessuali, ancora oggi ostacolati e temuti da gran parte del popolo conservatore americano. Un altro, più superficiale, motivo di interesse gay sono le ripetute scene di nudo del fichissimo Ryan Kwanten nei panni del fratello di Sookie, che vediamo passare da un letto all’altro sempre con straordinarie performance (etero naturalmente).

Lo stupefacente Lafayette Reynolds (Nelsan Ellis) e sotto il belloccio Ryan Kwanten


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