IL NUOVO FILM DI ANG LEE

Lo sceneggiatore James Schamus (foto a fianco), intervistato dalla rivista Advocate, parla di “Taking Woodstock”, un film con un protagonista gay senza tragedie, che racconta uno degli eventi culturali che ha cambiato l’America contemporanea.

Una scena del nuovo film di Ang Lee con il protagonista Elliot Tiber e la drag queen Vilma

La rivista Advocate pubblica in esclusiva un’intervista a James Schamus, lo sceneggiatore del nuovo film di Ang Lee “Taking Woodstock”, suo fedele collaboratore da sempre, e direttore di Focus Feature, la società che sta realizzando il film e che ha già prodotto “Brokeback Mountain” e “Milk”.
Pubblica anche la prima foto del film che mostra la drag queen Vilma (Liev Schreiber), guardia del corpo, o meglio “angelo protettore”, del gay Elliot Tiber (Demetri Martin), il protagonista del film e autore del libro di memorie da cui il film è derivato.

Riassumiamo brevemente alcune risposte dello sceneggiatore James Schamus che illustrano la storia raccontata dal film di Ang Lee.

Elliot Tiber è un arredatore d’interni, un timido gay che vive al Greenwich Village e che si trova in un brutto momento della sua vita: è completamente al verde e si appresta, come ogni anno nel periodo estivo, a fare ritorno dalla famiglia, composta da ossessionanti ebrei che gestiscono un miserevole piccolo motel a Catskill, situato nel mezzo del nulla. Il locale è ipotecato e la banca sta per requisirlo. Ogni estate Elliot aveva cercato di trovare delle soluzioni per migliorare la situazione dei suoi genitori, ma erano sempre fallite. Nelle vesti di presidente della locale camera di commercio (ma il commercio era inesistente) aveva anche organizzato una specie di festival musicale proprio nel prato davanti all’alberghetto. Quest’anno ha sentito che una città vicina ha rifiutato di ospitare un festival musicale hippie. Così prende il telefono ed ottiene il permesso per accogliere una rischiosissima Woodstock. Mezz’ora più tardi arrivano in elicottero gli organizzatori del festival ma giudicano inadatto (una discarica) il posto davanti e dietro il motel. Elliot suggerisce però di andare a vedere, poco distante, la fattoria di un suo amico. Tre settimane dopo mezzo milione di persone si ritroveranno lì per uno degli eventi culturali più memorabili della storia americana.

Il film è la storia di questo amabile ragazzo, quasi un fessacchiotto, che grazie all’idea di una telefonata diventerà un protagonista di quegli anni e troverà il modo di realizzare se stesso, di accettarsi completamente come gay, di uscire dall’ombra dei suoi genitori e nella scena finale del film lo vediamo salire felice su una macchina diretto a San Francisco.

Finalmente, dice Schamus, dopo i tragici Brokeback e Milk, abbiamo un film con un eroe gay, dove essere gay non è più un problema, dove il protagonista è semplicemente se stesso.

A differenza del libro autobiografico di Elliot, che racconta la sua vita a partire dalla nascita, il film è tutto concentrato sull’evento Woodstock, su come questa straordinaria cosa abbia cambiato e risolto la vita del protagonista.

L’idea del film è nata quando Ang Lee e Schamus si trovavano a San Francisco per promuovere “Lussuria” e Ang stava partecipando ad uno show televisivo dove poco prima Elliot Tiber aveva rilasciato un’intervista per promuovere il suo libro “Taking Woodstock”. Elliot disse ad Ang: “Dovresti leggere il mio libro, potrebbe diventare un grande film”. Così Ang iniziò a leggerlo e lo passò a Schamus che commentò: “E’ il modo giusto per raccontare Woodstock, visto dalla prospettiva di Elliot, un personaggio divertente ed interessante”.

Alla domanda su quanto sia stato coinvolto nel progetto il vero Elliot, Schamus risponde che ne è praticamente rimasto fuori, è venuto sul set il primo giorno di lavoro ma non ha collaborato alla sceneggiatura, è impegnato in una riedizione del libro per questa estate.

Sul personaggio di Vilma, dice che è più una drag queen che un trans e che ha un ruolo importante nell’organizzazione della sicurezza dell’evento, che gli abitanti del posto non volevano (riempirono di scritte minacciose le pareti del motel).

Alla fine dell’intervista viene chiesto allo sceneggiatore se è vero che oggi non è più difficile trovare una attore disposto a interpretare un personaggio gay, mentre sembra difficile trovarne uno che nell’ultimo anno non abbia ancora interpretato un ruolo gay. Schamus risponde che è felice di questa affermazione ma crede che un vero passo in avanti sarà fatto quando dei grossi film d’azione hollywoodiani avranno eroi gay e quando gli attori si presenteranno sul tappeto rosso accompagnati dal fidanzato.

Leggi intervista completa su “Advocate”

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