11/4/2009 – E’ iniziata negli USA una nuova serie poliziesca che probabilmente vedremo anche sui nostri teleschermi. Il titolo è “Southland”, creata dai premiati (Emmy Awards) John Wells, Ann Biderman e Christopher Chulack, e trasmessa dal canale NBC dal 9 aprile 2009. Per ora sono previsti sette episodi della prima stagione, che potranno continuare se gli ascolti saranno soddisfacenti. I protagonisti sono un gruppo di agenti della polizia losangelina (LAPD) che la serie segue attentamente rivelandone le varie sfacettature caratteriali. Tra questi abbiamo anche un poliziotto gay dichiarato, l’agente veterano John Cooper (Michael Cudlitz), in coppia con una giovane recluta che deve addestrare. Leggendo le prime critiche americano (sembra tutto già visto) dobbiamo dire che non siamo sicuramente ai livelli (difficilmente raggiungibili) di “The Wire”, trasmessa in questi giorni dal nostro canale Cult (Sky), dove pure abbiamo un poliziotto gay (lesbo) e altri personaggi gay (lo stupefacente Omar). Sarà comunque interessante vedere come viene mostrato questo personaggio gay, che sembra perfettamente inserito nel suo ambiente di lavoro, la polizia di Los Angeles, dove essere gay ormai non fa più notizia (un po’ diverso qui da noi dove basta essere un vigile gay che partecipa ad un concorso per gridare allo scandalo, vedi il recente caso di Fabrizio Caiazza).
Vedi sito ufficiale della serie
Una immagine di Jack Wrangler con la moglie Margaret Whiting
E’ morto il 7 aprile 2009, dopo una lunga malattia, all’età di 62 anni, Jack Wrangler, star del cinema porno, celebrata lo scorso anno dal documentario “Wrangler: Anatomy of an Icon” di Jeffrey Schwarz. Nato come John Stillman era entrato nel mondo del cinema all’età di nove anni, in un film-Tv a tematica religiosa (“Faith of Our Children”). Suo padre, Robert Stillman, era uno dei produttori del telefilm “Bonanza”, cosa che gli permise di entrare in alcune serie tv (tra le quali “The Mod Squad” e “Medical Center”), ma sempre in parti secondarie. Deluso da quel tipo di industria cinematografica, e visto gli apprezzamenti che il suo fisico riceveva, con il nome di Jack Wrangler iniziò una brillante carriera nel genere gay porno (ma non solo), che durò fino alla metà degli anni ’80, quando si ritirò diventando produttore e regista. La sua vita privata è stata all’insegna dell’originalità: nonostante abbia sempre continuato a dichiararsi a gay, nel 1994 sposò l’attrice Margaret Whiting, con la quale ha avuto un lungo e felice matrimonio. In un’intervista ad Advocate dello scorso anno, dichiarò: “Io non sono bisessuale e non sono etero. Sono gay, ma non avrei mai potuto vivere secondo uno stile di vita gay, perché sono troppo competitivo. Quando ho vissuto con un gay volevo sempre essere meglio di lui, in quello che facevamo, in quello che vestivamo, in ogni cosa. Con una donna, la competizione continua ma si parte da due punti di vista differenti e la cosa può anche essere divertente. Con Margaret ad esempio quando partecipiamo ad uno spettacolo ognuno vorrebbe ricevere le recensioni migliori, e quando ho espresso l’intenzione di scrivere la mia biografia, subito Margaret ha voluto scriverne una anch’essa. Con queste cose riesco a convivere, anzi spesso ci divertiamo e ridiamo insieme moltissimo.”
8/4/2009 – Aveva solo 43 anni Wouter Barendrecht e per un improvviso arresto cardiaco è morto due giorni fa. Nonostante la giovane età era considerato un “Grande”. Con la Fortissimo Films, sua casa di produzione/distribuzione, creata nel 1991 insieme a Michael J. Werner, era ormai diventato figura fondamentale del cinema indipendente e “campione del mondo” del cinema GLBT.
Arrivano da lui, con lui, film come Shortbus di John Cameron Mitchell, Mysterious Skin di Gregg Araki, Party Monster di Fenton Bailey/Randy Barbato, The Home Song Stories, di Tony Ayres, The Night Listener (Una voce nella notte), di Patrick Stettner. Si deve a lui la scoperta di autori come Wong Kar Wai, Apichatpong Weerasethakul, aveva appena preso con se anche Brillante Mendoza con il suo ultimo film Serbis; stava ultimando l’ultimo film di Stephan Elliott Black Oasis.
Il sodalizio con Wong Kar Wai inizia producendo In the Mood for Love, e nel 1997 sotto sua spinta apre un “ponte” Fortissimo a Hong Kong e va a gestirlo in prima persona. Diventa “l’amico” del cinema asiatico, ma sempre un punto di riferimento di registi indipendenti in tutto il mondo.
Prima del suo lavoro a Fortissimo, Wouter ha contribuito attivamente a creare il Cinemart al Festival di Rotterdam e ha lavorato come ufficio stampa per il Festival di Berlino.
Era membro dell’European Film Academy e spesso nelle giurie dei maggiori festival internazionali, compreso Torino GLBT.
La sua breve vita è stata riempita dalla passione/amore per il cinema; insomma, l’AMICO che abbiamo avuto e che ci mancherà, ciao Wouter.
Giovanni Minerba
Direttore del GLBT Torino Film Festival
7/4/2009 – L’AFI Dallas International Film Festival è un festival cinematografico gestito dall’American Film Institute, l’associazione nazionale che promuove e celebra la migliore produzione cinematografica e televisiva, gestisce l’archivio nazionale dei film (AFI Catalog of Feature Films) e investe nella ricerca sulle nuove tecnologie di cinema e tv. Famosa in tutto il mondo è la sua lista dei 100 migliori films, e i suoi Life Achievement Award che sono la più alta onoreficenza di carriera cinematografica. Il Festival di Dallas, che si è svolto dal 26 marzo al 2 aprile, presentava il film di Gustav e Luca, “Improvvisamente, l’Inverno Scorso”, nella sezione documentari in concorso, ricevendo il Premio Speciale della Giuria (Special Jury Prize, con assegno di 25.000 $). Ricordiamo che il film è ora disponibile in una splendida versione DVD con allegato un utilissimo libro (Editore Ponte Alle Grazie, € 19,80 ). Il film ha vinto numerosi premi in tutto il mondo e continua ad essere richiesto dai più importanti festival internazionali. Vedi elenco sul sito ufficiale del film
Una immagine dal film “Ghosted” di Monika Treut
Tre proiezioni per tre Premi Speciali al 24° “Da Sodoma a Hollywood” Torino GLBT Film Festival.
Un Premio Speciale va a Monika Treut che presenta il suo ultimo lavoro Ghosted, una curiosa storia contemporanea dettata stilisticamente dall’intreccio tra misticismo giapponese e romanticismo tedesco. È la sua continua ricerca sul mondo della sessualità considerata “deviante” una delle motivazioni per il conferimento del premio consegnato alla regista tedesca, presenza costante e già vincitrice al Festival con il documentario Gendernauts (1999). Tra i suoi film citiamo inoltre Erotique e Die Jungfrauenmaschine (La macchina vergine, 1988)
Un Premio Speciale a Ventura Pons che sarà a Torino con il suo nuovo film Forasters (2009). Il regista, spesso presente nelle edizioni passate del Festival, è considerato uno dei pionieri del cinema gay in Spagna per i tanti film realizzati con un occhio di riguardo per i suoi personaggi. Dalla sua lente ottica e personale scaturiscono affascinanti mondi malinconici e intimi. Tra le tante opere ricordiamo Il voltapagina del 2002 e “Barcelona, un mapa” presente l’anno scorso al festival fuori concorso.
Un Premio Speciale a John Greyson per il suo forte impegno contro l’aids e il pensiero cattolico. Ricordiamo Uncut (1997), Zero Patience (1993) e Lilies – Les Feluettes (1996). Greyson sarà a Torino per presentare il suo ultimo documentario Fig Trees, un focus sulle case farmaceutiche produttrici di medicinali contro l’epidemia mondiale che quotidianamente miete vittime, consapevoli o meno dei rischi. Già vincitore a Berlino del Teddy Award, Greyson porta la sua ricerca al Festival con l’augurio di divulgare il pensiero e le opinioni spagnole (inviare un milione di preservativi nelle zone maggiormente colpite dalla malattia) e dell’Unione europea in contrasto alle recenti dichiarazioni di Benedetto XVI riguardo alla situazione del contagio in Africa. (Dal sito del Festival)