31/3/2009 – La Motion Picture Association of America ha pesantemente classificato il film “Bruno” , di Dan Mazer con protagonista Sacha Baron Cohen, con un severo NC-17, praticamente un vietato ai minori che penalizzerebbe la distribuzione commerciale del film (molte sale rifiutano i film con questa classificazione). Le ragioni di questo divieto sarebbero la presenza di diverse scene di sesso gay. Ora si corre il richio di un ritardo nella distribuzione, prevista negli USA per luglio (che non è, come da noi, un mese di bassa stagione cinematografica) perché la casa di produzione cercherà senz’altro di cambiare o tagliare qualcosa del film per eliminarne il divieto. Inizialmente anche il film “Borat”, sempre con Sacha Baron Cohen aveva ricevuto questa classificazione, poi trasformata in una semplce R di restricted. Il film “Bruno” ha come tema principale l’omofobia in America e racconta di un giornalista gay effeminato austriaco che pensa di fare carriera in America, ma qui viene accolto molto male e decide quindi di trasformarsi in “Straight Dave” (Etero Dave). In una scena del film vediamo Bruno che partecipa ad un programma chiamato “The Richard Bey Show” come un padre single alla ricerca di un fidanzato che lo aiuti a crescere il figlio adottato. Il pubblico però si dimostra assai contrario rivelando la sua ripugnanza verso l’omogenitorialità.
I programmatori del 23° LLGFF: Jason Barker, Emma Smart, Michael Blyth, Nazmia Jamal, Brian Robinson, Kyle Stephan
27/3/2009 – Uno dei più attesi appuntamenti mondiali col cinema LGBT, il Festival di Londra (25/3 – 8/4/2009) dichiara orgogliosamente nella sua presentazione di questa edizione che se il Papa si sente in dovere di parlare contro gli omosessuali significa che l’impatto della nostra comunità e della nostra cultura nella società è sempre più significativo, come dimostrano i 225 film a tematica presentati quest’anno. Il Festival è organizzato dal BFI (British Film Institute) la più importante istituzione cinematografica del Regno Unito. Il Festival non è competitivo e raccoglie le migliori opere a tematica prodotte in tutto il mondo (25 Paesi) nell’ultimo anno, oltre a presentare retrospettive (con film restaurati dallo stesso BFI come “Nighthawks” di Ron Peck del 1978, primo film U.K. a completa tematica gay), omaggi e incontri con dibattiti su diversi temi ed opere. Tra le “proiezioni evento” (Galas and Centrepiece Screenings) vengono presentati “Burn the Bridges” del messicano Francisco Franco, intensa storia di fratello e sorella che testimoniano il coraggio necessario a vivere la pienezza delle proprie scelte di vita; e “Ghosted” che segna il ritorno di Monika Treut al lungometraggio di finzione con una intensa e curiosa storia d’amore lesbo. Il film d’apertura del Festival è il cecoslovacco “Dolls” (Pusinky) di Karin Babinská (da noi visto al Togay 2008) che racconta la vacanza estiva di tre giovani donne, una delle quali finirà per accettare la sua identità. Il film di chiusura è il francese “Baby Love” di Vincent Garenq, uscito con poco successo (solo 151.879 € d’incasso) nelle nostre sale.
Vedi sito del Festival
Vedi nostra scheda riassuntiva
40 anni di orgoglio gay con la musica e la voce di Jon Gilbert Leavitt e la regia di Kevin Hannan in un music-doc di 5 minuti dal titolo “Pride 2009” che vuole celebrare l’anniversario della ribellione di Stonewall mostrandoci 100 anni di storia gay (americana). La musica ricalca il motivo di “We Didn’t Start The Fire” di Billy Joel. Lo presentiamo come suggerimento per qualche volenteroso autore italiano.
23/3/2009 – Siamo preoccupati per quello che sta succedendo al film “I Love You Phillip Moriss” di John Requa (con Jim Carrey e Ewan McGregor). Il film, sul listino della Lucky Red, era programmato in uscita nelle nostre sale per il mese di febbraio 2009, subito dopo l’anteprima mondiale del Sundance dove è stato proiettato con grande successo di pubblico e critica. Abbiamo chiesto i motivi di questo ritardo alla Lucky Red di Andrea Occhipinti, e ci hanno risposto che per l’uscita italiana devono aspettare che venga distribuito anche nelle sale americane. Purtroppo sembra, leggendo la stampa locale, che in America il film sia stato boicottato dalla grande distribuzione perché ritenuto troppo gay. Un articolo di Variety della scorsa settimana diceva che sono ancora in corso delle trattative tra la produzione del film, la EuropaCorp fondata dal regista-produttore Luc Besson e Pierre Ange Le Pogam e le major della distribuzione. Quasi nulla si conosce im merito alle richieste di queste ultime, qualche gossip parla di tagli delle scene troppo gay, soprattutto alla fine del film. Allarmante anche il fatto che le società Pathe e Lucky Red abbiano obbligato alcuni siti a togliere il trailer del film.
Ricordiamo che il film racconta la storia (vera) del poliziotto Russell (Jim Carrey), un texano felicemente sposato che suona l’organo in chiesa e prega ogni sera con la moglie e che nel tempo libero cerca di rintracciare la madre biologica che lo ha messo al mondo. Trovatala ne viene brutalmente respinto. Dopo un incidente d’auto entra in crisi con se stesso, si scopre gay, abbandona la sua vita e la sua famiglia e inizia una intensa e ostentata vita da gay. Trasferitosi a Miami trova un fidanzato (Rodrigo Santoro) e si dà alla bella vita, che però è assai dispendiosa e per questo, attingendo dalle sue esperienze di ex poliziotto, diventa anche un truffatore. Catturato viene mandato in prigione dove s’innmora subito del suo compagno di cella Phillip Morris (Ewan McGregor) che, una volta liberato, tenterà di raggiungere evadendo dal carcere con diversi sotterfugi…
Riportiamo questa breve intervista al poeta Giuseppe Ungaretti tratta dal film “Comizi d’amore” di Pier Paolo Pasolini (1964)
Natasha Richardson col marito Liam Neeson
19/03/2009 – E’ deceduta nella notte, a soli 43 anni, dopo essere stata dichiarata in coma irreversibile in seguito ad un incidente sui campi da sci, Natasha Richardson, una delle attrici più amate dal pubblico dei cinefili. In questi giorni potete vedere su Sky il suo ultimo film “Follia” (con Ian McKellen nella parte di un medico gay). E’ stata una grande sostenitrice della ricerca e della lotta contro l’Aids, membro del consiglio di amministrazione dell’AMFAR (Fondazione per la Ricerca sull’AIDS). Suo padre, il grande regista Tony Richardson, era morto per complicazioni da Aids nel 1991 (il padre divorziò quando Natasha aveva 6 anni e quando aveva 11 anni le fu detto che era gay). La madre, attrice culto dei gay, Vanessa Redgrave, il marito (l’attore Liam Neeson) e la sorella Joely, anch’essa attrice (Nip/Tuck), le sono state continuamente accanto durante la degenza al New York Hospital. Tra i film di Natasha Richardson ricordiamo il film gay «Un mese in campagna» di Pat Òconnor (1987), «Cortesie per gli ospiti» di Paul Schrader, i recenti «Blow Dry» di Paddy Breathnach, «Chelsea Walls» di Ethan Hawke, “Un amore senza tempo” di Lajos Koltai e il suddetto «Follia» di David Mackenzie. Nel 1998 aveva vinto il Tony Award come migliore attrice nel musical «Cabaret».
Torino GLBT Film Festival – Queever
La Stampa-TO7 – Cattleya – Universal
Presentano
Mercoledì 18 Marzo – ore 21
Cinema Ideal
“Diverso da chi?”
Con la presenza del regista Umberto Carteni
E i protagonisti:
Luca Argentero e Filippo Nigro
Piero era anche il nome del protagonista di Dalla vita di Piero, mio primo film da attore/coregista girato nel 1982 insieme a Ottavio Mai.
Mi piace la coincidenza con l’attuale protagonista “Piero” di Diverso da chi?. Certo altri tempi, altre storie ma poco “diverse”…
Leggendo oggi i primi commenti/recensioni sul film, quasi tutti unanimi, sono contento per l’anteprima organizzata a Torino, anche perché, ancor prima di vederlo, qualcuno aveva messo in dubbio le “buone intenzioni” del film, paragonandolo alla continuazione della canzone di un certo signor Povia. Aspetto di vederlo ovvio, ma mi fido anche degli amici che lo hanno già visto…
Giovanni Minerba
(Direttore del Torino GLBT Film Festival)
Shakima Greggs (Sonja Sohn) protagonista lesbica della serie
16/3/2009 – Da questa sera sul canale satellitare Cult (pacchetto Sky) da lunedì al venerdì alle ore 19, viene trasmesse tutta la serie americana “The Wire”, prodotta da HBO (la stessa di “OZ” e “I Soprano”). La serie gode della pubblicità indiretta del presidente Usa Obama che l’ha definita “la migliore serie di sempre”, in perfetto accordo con la critica, anche se la serie non ha mai vinto importanti premi e non ha goduto del successo di pubblico che meritava. In Italia sono state trasmesse solo le prime due stagioni sui canali Sky Fox e Sky FX nel 2005-06. La serie, creata dal giornalista e scrittore di polizieschi David Simon, si compone di 5 stagioni per un totale di 60 episodi di un’ora circa ciascuno. E’ ambientata nella città di Baltimora, la metropoli americana nello stato del Maryland che ha un numero di omicidi sette volte maggiore della media nazionale, e racconta la lotta tra una speciale unità di polizia e diversi ambienti di malaffare. Ogni stagione della serie è infatti focalizzata su una differente problematica, in ordine abbiamo il mercato della droga, il porto, l’amministrazione cittadina, il sistema scolastico e il mondo giornalistico. Il tema unitario di fondo sembra essere il rapporto tra le persone e le istituzioni. Tra i protagonisti fissi della serie c’è Shakima Greggs (Sonja Sohn), un’ambiziosa ma capace poliziotta lesbica afroamericana che deve fronteggiare le gelosie dei colleghi e difendere le sue scelte di vita (vive unita civilmente con la compagna), e in un ruolo secondario Omar (Michael K. Williams), un ladro gay che vuole vendicare l’assassinio del suo amante (quasi protagonista nella terza stagione). C’è anche il Maggiore William A. Rawls (John Doman) che viene visto in un bar gay ma che è molto riservato coi suoi colleghi.
Vedi il sito ufficiale della serie
John Cooper è il nuovo direttore del Sundance Festival, il Festival del cinema indipendente creato da Robert Redford e diventato uno dei festival cinematografici più seguito in tutto il mondo. John Cooper, gay dichiarato da sempre, sostituisce Geoffrey Gilmore che l’ha diretto per 19 anni e da un mese è passato a dirigere la Tribeca Enterprises.
Cooper era dal 2002 direttore della programmazione e capo dello Sviluppo Creativo del Sundance Institute, ma lavora all’interno della struttura del Sundance da 20 anni. Alla stampa ha detto: “Non voglio pensare agli interessi economici che possono girare intorno al festival, sono soprattutto interessato a continuare nell’impegno di qualità e nelle scoperte di nuovi talenti. Non vogliamo seguire le mode o imitare quello che altri festival in Europa stanno facendo, perché ogni festival è differente. Noi siamo un festival attento alle novità e alle diversità, non ci vedrete mai impegnati in campagne stile Academy Awards [gli Oscar]”. Negli ultimi anni Cooper è stato particolarmente attento alle nuove tecnologie e alle intersezioni tra le diverse arti, in particolare ha collaborato alla distribuzione di cortometraggi sulle piattaforme iTunes, Netflix e Xbox 360. Nell’ultimo anno Cooper ha lanciato il ‘Sundance Institute Art House Project’, una iniziativa che ha coinvolto 18 cinema d’essai sparsi in tutto il Paese nella presentazione dei film del Sundance accompagnati dai relativi autori. Robert Redford, presidente e fondatore del Sundance, ha dichiarato che “Cooper non ha mai perso di vista gli obiettivi originari del nostro festival, che sono di scoprire e aiutare nuovi artisti e catturare nuovo pubblico. Cooper è sempre stato guidato da un contagioso entusiasmo e da una profonda comprensione degli scopi e della cultura del Sundance. E’ la persona giusta per guidare il festival nel 21mo secolo“. L’ultima edizione del Sundance, che era stata minacciata di boicottaggio da alcune organizzazioni LGBT (solo per il fatto di avere luogo nello Stato dello Utah a Park City, dove sono predominanti i Mormoni, una chiesa che ha finanziato la campagna per l’abolizione dei matrimoni gay), ha venduto 195.000 biglietti. La media dei frequentatori delle ultime edizioni è di circa 50.000 persone.
Il 38enne attore brasiliano Marco Ribeiro, già doppiatore di Sean Penn nei film “21 Grammi” e “Tutti gli uomini del re” si è rifiutato di doppiarlo nel film “Milk” perché contrario a mettere la sua voce a disposizione di una causa che non condivide. Ha detto, come riportato da Variety, “La mia voce è impegnata in altre cause, per questi motivi ho già rifiutato altri lavori video pubblicitari”. Ribeiro è infatti impegnato come pastore in una chiesa conservatrice protestante di Rio. Dice di non essere omofobo ma sul sito della sua chiesa definisce “a distortion” le famiglie con genitori dello stesso sesso. In Brasile il film “Milk” viene proiettato nelle sale in versione originale con i sottotitoli, ma deve essere doppiato per poter avere una distribuzione televisiva in prime time. Il doppiaggio di Sean Penn in lingua portoghese è stato quindi affidato all’attore Alexandre Moreno.
Riportiamo gli incassi di “Milk” nei paesi extra USA dove è stato distribuito dal mese di gennaio 2009 (notate che l’Italia è il paese dove ha incassato di più):
PAESE
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DATA USCITA
|
INCASSO
|
FINO AL
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Australia |
1/29/09
|
$1,037,118
|
03/08/2009
|
Denmark |
1/30/09
|
$384,398
|
03/08/2009
|
Greece |
1/15/09
|
$435,238
|
03/08/2009
|
Italy |
1/23/09
|
$2,956,423
|
03/08/2009
|
Netherlands |
1/22/09
|
$435,009
|
03/08/2009
|
Poland |
1/23/09
|
$183,108
|
2/22/09
|
Portugal and Angola |
1/29/09
|
$338,659
|
03/08/2009
|
Romania |
1/30/09
|
$17,224
|
03/08/2009
|
Spain |
01/09/2009
|
$1,662,096
|
03/08/2009
|
Switzerland |
1/23/09
|
$494,233
|
03/08/2009
|
United Kingdom |
1/23/09
|
$1,833,598
|
03/08/2009
|
Una scena dell’episodio finale di The L Word
Reazioni contrastanti all’episodio finale di “The L Word”, appena trasmesso sulle reti USA, che chiude la 6^ stagione e l’intera serie. Una serie diventata subito cult in tutto il mondo, apprezzata da tutti, lesbiche, gay ed etero, soprattutto perché ha portato alla luce un mondo, quello dei sentimenti lesbo, sempre difficile da vedere sul piccolo schermo. Le stagioni più apprezzate dal pubblico sono state le prime e le ultime, con qualche rilassamento nella 3^ e 4^. L’episodio finale sembra però aver diviso nettamente il pubblico americano. Il resoconto pubblicato oggi su Advocate da Dave White (vedi articolo) è complessivamente entusiasta. Quello pubblicato sul sito AfterEllen (più mirato al pubblico lesbico), scritto dalla redattrice capo Sarah Warn, rileva invece come la maggioranza del pubblico femminile sia rimasta delusa dall’episodio finale. Alcuni commenti riportati dal blog: “Finale orribile, uno schiaffo sul viso dei fans”, “Mi ha uccisa!”, “Un’ora della mia vita che non potrò più riavere”, “Il peggior episodio mai mai mai visto”, “Uno dei peggiori finali dal tempo dei Sopranos, nessun legame risolto, troppe questioni lasciate senza risposta”, “La serie è stata grandiosa ma il finale deludente e per niente originale. Voglio un nuovo finale!”. Sullo spin-off (serie derivata) che dovrebbe essere messo in cantiere, ambientato all’interno di un carcere femminile, non c’è ancora nulla di sicuro. Speriamo di vedere presto le ultime stagioni anche da noi, mentre per chi le avesse perse ricordiamo che il canale Sky Vivo sta ritrasmettendo l’intera serie dal 13 febbraio, ogni venerdì e sabato alle 22.
Confidando che presto qualche distributore italiano si accorga di questo considerevole film, scritto da Dustin Lance Black (lo sceneggiatore di “Milk“) e prodotto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland ( i registi di “Non è peccato – La Quinceañera“), presentiamo il trailer originale del film “Pedro” di Nick Oceano. Il film sta attualmente girando i festival internazionali ed esce domani nelle sale americane. Il film è la biografia di un personaggio realmente esistito che ha sconvolto l’America a metà degli anni ’90. Pedro, interpretato da Alex Loynaz, è un ragazzo di origine cubana che a 17 anni scopre di essere sieropositivo e che nel 1994 partecipa allo show tv di grande successo “The Real World” dichiarandosi gay. Muore il giorno dopo la trasmissione dell’ultimo episodio dello show provocando un enorme shock nella popolazione che si era innamorata del suo dolce sorriso e della sua affabile personalità. Il film racconta anche la storia del suo grande amore con Sean e dell’amicizia con i compagni di stanza Judd e Pam dello show.
Vedi sito ufficiale del film
Una immagine da “Un altro pianeta” il film vincitore del Premio Cinemagay 2009
Pubblichiamo i dati del sondaggio relativo ai Premi Cinemagay 2009, che sono le preferenze che i nostri visitatori assegnano ai film a tematica visti nel nostro Paese nel corso del 2008. Per ogni categoria erano state selezionate cinque candidature, votate durante il mese di gennaio 2009 dagli utenti registrati al sito (quest’anno avevano votato 212 utenti registrati). Nel mese di febbraio 2009 le votazioni per la scelta del vincitore erano aperte a tutti i visitatori (purtroppo abbiamo ancora dovuto cancellare centinaia di volti multipli). In totale hanno partecipato alle votazioni 2.306 visitatori unici (su una media di 240.000 visitatori mensili).
Nella categoria miglior film distribuito vince con un notevole distacco il film di Tummolini “Un altro pianeta” (47%), già vincitore del Queer Lion 2008.
Nella categoria dei film visti solo nei Festival arrivano invece con poca distanza uno dall’altro “Shelter” di Jonah Markowitz (38%) e “Otto; or Up with Dead People” di Bruce LaBruce (32%).
Stravince nella categoria Documentari il film della coppia Gustav Hofer e Luca Ragazzi, “Improvvisamente l’inverno scorso”, che ottiene in assoluto la percentuale più alta, il 68% delle preferenze, godendo probabilmente del tour italiano, una specie di festival itinerante, organizzato dagli instancabili ed encomiabili autori.
Nella categoria registi vince a sorpresa, anche se di poco, Marco Simon Puccioni, autore di “Riparo” (38%). Stravince nella categoria Attori il bello e bravo gay dichiarato Luke Macfarlane, avvantaggiato dal fatto di essere il protagonista della serie tv Brothers & Sisters (il prossimo anno separeremo gli attori delle serie tv da quelli dei film). Altrettanto facile, pensiamo per gli stessi motivi, la vittoria di Leisha Hailey nella categoria Attrici (42%). Quasi a parimerito invece i primi tre sceneggiatori che danno però la vittoria a Pablo Benedetti per l’originale “Corazones de Mujer”.
Vedi tutti i vincitori nella pagina dedicata
Vedi le news brevi di febbraio 2009