il mensile "ciak" cavalca (e promuove) l'onda del cinema gay

Ciak di marzo 2009 intervista Luca Argentero, protagonista del film “Diverso da chi?” (supervisione di Arcigay) e promoter della nuova collana di dvd “I capolavori del cinema gay” in edicola dal 27 marzo 2009. Riportiamo l’articolo integrale del direttore Piera Detassis.

In concomitanza con l’uscita del film “Diverso da chi?” di Umberto Carteni, Ciak, il mensile di cinema più diffuso in Italia, diretto da Piera Detassis, lancia una collana di DVD con i capolavori del cinema gay, che inizia il 27 marzo con “I segreti di Brokeback Mountain” di Ang Lee, prosegue il 3 aprile con “Maurice” di James Ivory, il 10 aprile con “Querelle de Brest” di Rainer W. Fassbinder, il 17 aprile con “Il bagno turco – Hamam” di Ferzan Ozpetek, il 24 aprile con “Happy Together” di Wong Kar-Wai. Ogni DVD (peccato che non abbiano pensato ad arricchirli con qualche extra o libretto) sarà in edicola al prezzo di € 9.90. Ricordiamo anche l’offerta ancora disponibile sul sito della Dolmen di quasi tutti i dvd della collana Queer a soli 5 € ciascuno.

Pubblichiamo di seguito le pagine di Ciak di marzo 2009, attualmente in edicola, dedicate a questa iniziativa con una interessante intervista a Luca Argentero che parla anche del suo nuovo film “Diverso da chi?” in uscita il prossimo 20 marzo.

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In “Diverso da chi?”, primo film di Umberto Carteni

LUCA E’ GAY

Di nuovo nei panni di un omosessuale dopo Saturno contro, il sex symbol Luca Argentero sfida i pregiudizi, bacia Filippo e sposa con allegria la nostra nuova collana DVD dedicata ai “Capolavori dei cinema gay”

di Piera Detassis

Caro Luca Argentero, la domanda fatale te la faccio subito, così ce la togliamo di torno: Com’è stato baciare Filippo Nigro in Diverso da chi? «Me lo chiedi sul serio?». Beh sì, m’aspetto una sberla, ma lo chiedo. «Per noi nessun problema, più perplessi gli astanti. Il primo intenso bacio l’abbiamo provato all’aria aperta, su una panchina durante la pausa e un passante se l’è presa molto, ci ha proprio insultati. Ma perplessi erano anche i componenti della troupe, dopo il lungo bacio nel parco s’è sentito un romanesco: “Ma davvero, ma no! lo non lo farei mai». Tutti a petto in fuori, una sana risposta machista». Argentero, che nel film di Umberto Carteni è Piero, «brillante trentacinquenne gay’, innamorato pazzo di Remo (Filippo Nigro), è il nostro testimonial per la nuova collana Dvd “I capolavori del cinema gay”. E non ha avuto dubbi sul fatto di interpretare ancora una volta il ruolo di un omosessuale dopo quello in Saturno contro. «Il tabù è sparito, star e attori non temono più di rovinarsi l’immagine. Qualche tentennamento però l’ho avuto, non volevo fossilizzanni nello stesso ruolo. A togliermi ogni dubbio ci ha pensato Ozpetek a cui ho chiesto consiglio. Mi ha detto: ” se non ti poni queste domande per i ruoli da etero perché dovresti farlo per un personaggio gay? ” Ha ragione, una parte si accetta per le possibilità che ti offre, non per i suo orientamento sessuale. Piero, poi, non è monolitico: si candida a sindaco di una conservatrice città del Nord Est, ma il partito della sinistra in cui milita (un clone del Pd. n.d.r), per stemperarne l’estremismo, gli mette al fianco una collega rigidamente centrata su casa, chiesa, famiglia. I due opposti fatalmente s’attraggono e lui, così strutturato nel suo universo gay, va in crisi perché ha tradito quella che considera (ed è) la sua norma- lità. Conclusione molto moderna: tornati insieme i due fidanzati maschi cresceranno il fi- glio di Remo». Plausibile? «Probabilmente non sul piano dell’incertezza sessuale, ma di sicuro sul piano della convivenza allargata: nel concetto di famiglia rientra l’idea di prendersi cura dell’altro, chiunque e comunque sia. E amore. Punto ». E’ pomeriggio, Argentero prepara il minestrone e si prepara alla lezione di pianoforte. Interno caldo e borghese per questo ex ragazzo del Grande Fratello che non teme i ruoli rischiosi, un entusiasta, ricambiato, del cinema. Ha appena terminato le riprese de Il grande sogno, il film sul ’68, di Michele Placido, a fianco di Riccardo Scamarcio, ma ha una predilezione per i ruoli brillanti, soprattutto dopo le ottime cri- tiche ottenute con Lezioni di cioccolato.

“I ruoli comici pongono maggiori ostacoli, sono più destabilizzanti, chiedono di più. Costruire Piero, uno che da solo ha strutturato il proprio mondo alternativo, era interessante: ho immaginato che arrivasse da una paese di montagna cacciato dal padre perche “meglio un figlio morto che gay». Ha lavorato sodo per trovare un equilibrio e di fronte alla passione per una donna il suo universo di certezze va in frantumi. Appassionante da raccontare». Lui che il cinema lo divora, in sala e in Dvd, è reduce dal suo periodo Ingmar Bergman, «una vera rivelazione », e per noi ha scoperto Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder, uno dei film della nostra collezione, che l’ha lasciato stupito, affascinato. «Non so se ho capito tutto, ma non ha importanza perché visivamente è straordinario. Mi colpisce la mise en scène, l’artificio dell’ambientazione, l’eroismo sacrificale del protagonista. Quando incontri un vero film d’autore capisci che molto del cinema che vedi in realtà è solo televisione».

Momenti di culto nei capolavori del cinema gay che proporrà Ciak? «La malinconia finale di Heath Ledger in I segreti di Brokeback Mountain: in quel film sono sorpren- denti tutti e soprattutto Michelle Williams. Ang Lee ha il genio che gli consente di trarre il meglio dai suoi attori». Un talento che riconosce anche a Ferzan Ozpetek di cui ha rivisto Il bagno turco: «Le trame dei suoi film spesso non sono originali, ma non importa perché è la trama interna del personaggio che prende il sopravvento. Anche i ruoli di contorno assumono spessore, li vedi poco ma ne segui il percorso dietro le quinte. In questo è sensibilissimo, avendoci lavorato lo so molto bene. Del Bagno turco per me resta indimenticabile la scena in cui i due protagonisti spiano le ragazze nell’hammam, dentro il vapore». Lo informo che sui siti gay quasi tutti i sondaggi danno Maurice come film più amato. “La regia di James Ivory è sensualmente classica e racconta in modo impareggiabile il dolore di un amore “diverso” che non può esprimersi e realizzarsi. Ma a colpirmi di più è Another Country (La scelta) di Marek Kanievska, è irrestibile la comicità di Rupert Everett quando arbitra la partita di cricket e la sublime bravura di Colin Firth giovanissimo. Una vera scoperta, assieme al dolente Happy Together di Wong kar Wai che inizia come un’esplosione su quella esplicita scena di sesso gay».

Con naturalezza e libertà Argentero si augura che la sua commedia Diverso da chi? (sugli schermi il 20 marzo), supervisione dell’Arcigay, serva a far discutere in un paese come l’Italia dove sui temi dei diritti gay e delle coppie di fatto c’è un evidente vuoto legislativo. «Ma sono un po’ scettico, il grande dibattito attorno al caso Eluana doveva mettere l’accento sul rispetto dei diritti umani e si è risolto in una rissa politica. La verità è che i diritti civili delle minoranze sono temi trascurabili e trascurati perché non trascinano interessi economici. Io invece penso che andrebbe insegnata a scuola questa frase di Sean Penn che mi ha molto colpito in Milk: “Se non ti mobiliti per difendere i diritti di qualcuno che in quel momento ne è privato, quando poi intaccheranno i tuoi, nessuno si muoverà per te. E ti ritroverai solo».

La copertina di Ciak N.3 marzo 2009 con la pagina di lancio della collana di DVD “I capolavori del cinema gay”


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