Bloccata ad Ancona la proiezione del film “Un altro pianeta” di Stefano Tummolini. Era in una sala parrochiale che dopo la sentenza della Commissione nazionale di valutazione della Cei, che giudica il film “Inaccettabile”, ha dovuto, per regolamento, sospendere le proiezioni, nonostante il film stesse andando benissimo. Non possiamo reclamare nulla contro contro la gestione del cinema “Azzurro”, che anzi va elogiata per avere scelto di proiettarlo, ma ci dispiace rilevare come ancora una volta l’apparato ecclesiale non perda occasione per manifestare la sua omofobia. “Inaccettabile”, il giudizio assegnato al film, che pure non ha avuto nemmeno il divieto ai 14 anni, è il peggiore a disposizione della Commissione ecclesiale, che aggiunge: “é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Molta attenzione sarà da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di vhs e dvd”. Tutto questo perche all’inizio del film si lascia immaginare (ma non vedere) un approccio omosessuale nel fitto della vegetazione. Infatti così spiegano l’estremo giudizio: “… Far cominciare il racconto con la sequenza che si vede all’inizio vuol dire rinunciare a qualunque scommessa di novità a favore di quello che qualcuno ha stabilito debba andare bene per tutti…”. Un’assurda censura che vorrebbe impedire a chiunque di mostrare dei rapporti omosessuali (o alludere ad essi, come in questo caso) che, secondo la Chiesa, non solo non devono esistere, ma non devono nemmeno essere immaginati o menzionati. Anche qui sembra di essere su un altro pianeta, questa volta però, all’opposto di quello del film di Tummolini, privo di qualsiasi sentimento umano.
Riportiamo gli articoli del Messaggero di Ancona che giustamente dà grande risalto all’anacronistica vicenda, con gli interventi del regista Tummolini e della protagonista Lucia Mascino, anconetana, che doveva partecipare ad un incontro sul film ora annullato.
SCENA OMOSEX, L’AZZURRO OSCURA LA MASCINO
Il caso. “Un altro pianeta” era su da 11 giorni, martedì lo stop dopo il giudizio severo della Cei – I vescovi: “Film inaccettabile”. La sala parrocchiale sospende le proiezioni
“Inaccettabile”. La scena omosex di apertura costa la bocciatura della Commissione nazionale di valutazione della Cei a “Un altro pianeta”, il film con l’anconetana Lucia Mascino. E arriva la rimozione dalla programmazione del cinema “Azzurro” di via Tagliamento, il cinema della parrocchia Santa Maria dei Servi. Dove il film (costato meno di mille euro) però è già stato programmato dal 7 novembre con un ottimo incasso di 1.500 euro. Un successo che anche l’altra sera aveva spinto diverse persone a presentarsi alla cassa per staccare il biglietto. Ad accoglierli, però, non il film (premiato alle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra di Venezia) ma il gestore, Lorenzo Capulli. A lui il compito di annunciare lo stop della pellicola “inaccettabile”. Scelta “triste” per Lucia Mascino, ieri in tournée a Bologna, attesa per il 7 dicembre nella sala di via Tagliamento per un dibattito sul film. Ora si cercherà comunque di salvare questo incontro, cercando un “campo neutro” (Sperimentale o sala audiovisivi) per la proiezione.
Lo stop – “Ci scusiamo con il pubblico ma il film è stato giudicato inaccettabile dalla Commissionane nazionale valutazione film Cei. Come cinema parrocchiale e nel pieno rispetto di tale decisione sospendiamo le proiezioni che riprenderanno venerdì 21” si legge nel biglietto affisso all’ingresso del cinema. Accanto la locandina con cui invece si annuncia la rassegna “Il comune senso del pudore” con film di Pasolini (pellicole che suscitarono scandalo e che ora la sala parrocchiale ospita senza problemi). L’altolà alla programmazione è arrivato martedì mattina quando la Commissione Cei (istituita per esprimere “valutazioni morali ai fini pastorali” e tali valutazioni sono vincolanti per la programmazione delle Sale dipendenti dall’autorità ecclesiastica) ha diffuso il proprio giudizio negativo (tra le avvertenze anche: “è da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Molta attenzione sarà da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di vhs e dvd”) della pellicola classificata “inaccettabile” (il peggior giudizio) alla voce tematiche “omosessualità”.
Il gestore – “Sono stato io a bloccare il film quando è uscito il giudizio della commissione Cei. Mi scuserò con il parroco, don Bartolomeo, per il malinteso e mi dispiace per aver tarpato le ali a Lucia Mascino nella sua città. Ma non mi rimprovero nulla. Se tornassi indietro rifarei la stessa scelta” commenta Lorenzo Capulli, gestore del cinema Azzurro. Lui aveva deciso infatti di programmare la pellicola, con l’attrice anconetana, sin dal 7 novembre, data di uscita nazionale. “Il film non era vietato ai minori di 14 anni. C’era un’attrice protagonista anconetana: abbiamo deciso di programmarlo. Il giudizio della commissione? Non era uscito. Ma io giorno per giorno, per scrupolo, mi collegavo al sito per verificare eventuali decisioni della Cei – aggiunge Capulli – E solo ieri (martedì,) è arrivato il giudizio “inaccettabile”, così ho bloccato la programmazione nel pieno rispetto delle direttive”. Stop dopo giorni di soddisfazioni al botteghino, “con incassi superiori a pellicole in programmazione in altre sale” sottolinea Capulli.
Il regista – “Mi dispiace molto, ma posso capire il motivo della sospensione visto che si tratta di una sala parrocchiale. Forse la stranezza sta proprio nel fatto di averlo programmato lì. Ma soprattutto mi dispiace che l’interruzione della programmazione sia avvenuta proprio nella città di Lucia” commenta Stefano Tummolini, il regista di “Un altro pianeta”. Il quale respinge le bacchettate della Cei. “Nel film non c’è alcunché di scandaloso o morboso – afferma – La scena omosex? E’ fuori campo, si può solo intuire. E poi il film non è una semplice visione di corpi ma si basa su uno scambio emotivo forte. Il messaggio è stato frainteso. Ora mi auguro ci possa essere spazio ad Ancona per una sua visione”.
L’ATTRICE ANCONETANA: NON RIESCO A CREDERCI
Lucia amareggiata: “I film volgari sono altri, questo è casto e romantico”
Lucia Mascino, attrice anconetana e protagonista della pellicola “Un altro pianeta”, ha saputo dello stop alla programmazione nella sua città?
“Ma cosa mi sta dicendo”.
Guardi che il cinema Azzurro ha bloccato la visione. Non lo sapeva?
“Non ci posso credere. Ma veramente hanno bloccato il mio film? Non ho parole”.
Sorpresa?
“Non capisco come possa essere successo”
Secondo la Commissione nazionale di valutazione film della Cei è “inaccettabile”
“E’ allucinante”.
Nel mirino c’è anche la scena omosessuale all’inzio del film.
“Ma non si vede nulla. Quella scena è fuori campo, è allusiva. Ripeto, non si vede nulla. Quando invece…”
Invece?
“I film volgari possono essere altri. E inoltre…”
Che cosa?
“In televisione o su internet si vedono scene ben peggiori di quella iniziale del film a qualunque ora del giorno e della notte. Una pellicola dove inoltre, anche a cercarlo, non c’è nulla di scandaloso”
E’ sicura?
“Guardi, il messaggio che questo film vuol lanciare è proprio un inno alla non categorizzazione e all’andare incontro alle persone. Scambiarsi l’amore al di là delle scelte di genere sessuale”.
Eppure è stata fermato. Proprio nella sua città
“Capisco che la programmazione era in una sala parrocchiale, però è triste sapere di questa scelta”.
Film premiato a Venezia, elogiato dalla critica e apprezzato anche dal pubblico. Lo sa che in città certe sere è stato tra i più visti?
“E pensi che a Roma o Milano hanno deciso di puntare alla terza settimana di programmazione. Mi dispiace per tutti gli anconetani che non potranno vederlo”
Lei il 7 dicembre era attesa al cinema Azzurro per un incontro dopo la proiezione di questo film. Addio anche a questa possibilità?
“Spero proprio di no. Io quell’incontro lo voglio fare. Speriamo di poter trovare un’altra sede”.
Per spiegare?
“Per far capire che non c’è nulla di offensivo verso nessuno. Questo è un film casto e molto romantico”.
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APPLAUDITO A VENEZIA, CRITICHE TUTTE FAVOREVOLI
Premiato al recente Festival del Cinema di Venezia, acclamato dalla critica e premiato al botteghino. Costato meno di mille euro, “Un altro pianeta” era stato presentato in anteprima alle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra di Venezia dove ha vinto il Queer Lion Award, accompagnato dagli elogi della critica (Il giudizio unanime: “piccola rivelazione”). Un film premiato anche al box office. Distribuito in undici copie in Italia, in città, prima dello stop di martedì, ha incassato 1.500 euro. E nel resto della penisola al box-office si è collocato al 22° posto con una media copia di 1.257 euro, giudicata dagli esperti “niente male”.
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LE MOTIVAZIONI DEL “NO”
Questa la motivazione dello stop. “Unità di tempo, luogo, d’azione, budget ridottissimo, pochi giorni di riprese, gli esterni come garanzia di una cornice autentica: gli elementi di interesse non mancano in questa opera prima di Tummolini. O, per meglio dire, non sarebbero mancati, se anche lui non avesse ceduto alle regole di quella che ormai è una falsa trasgressione, un inutile sfoggio di mancata provocazione. Far cominciare il racconto con la sequenza che si vede all’inizio vuol dire rinunciare a qualunque scommessa di novità a favore di quello che qualcuno ha stabilito debba andare bene per tutti. Per cui ad essere sbagliato non è tanto l’argomento (non si chiudono le porte a nessuno) quanto quel certo conformismo che azzera qualuque differenza, quell’appiattimento secondo cui tutto va bene in qualunque forma, quel clima in cui l’esibizionismo è dato come cosa acquisita e non si pensa a chi vorrebbe rispetto e pudore. Così il copione si chiude a poco a poco su se stesso, difficile da accostare e da condividere. Aspettiamo Tummolini ad una seconda prova. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile e in genere negativo”.