PUBBLICATO IL PROGRAMMA DEL 26° TORINO FILM FESTIVAL

Contiene diversi titoli di nostro interesse, come il curioso “The Baby Formula”, l’intrigante “Mein Freund Aus”, l’acclamato “Quemar Las Naves”, ecc.

Vedi il programma completo sul sito ufficiale del Torino Film Festival

Ricco, vario e di altissima qualità il programma del 26mo Torino Film festival, il secondo diretto da Nanni Moretti. Naturalmente non vogliamo soffermarci sulle polemiche che riempiono oggi le pagine dei quotidiani (e che tolgono spazio ai contenuti e al programma del Festival), anche se non possiamo esimerci dal sottolineare che ogni Festival deve sentirsi assolutamente libero nelle proprie scelte. Da parte nostra, non possiamo comunque lamentarci di un cartellone che presenta diverse e importanti opere a tematica (e di certo altre ne scopriremo durante lo svolgimento della manifestazione). Merito probabilmente anche all’apporto di organizzatori del Festival come Emanuela Martini (Coordinatrice del Festival, sempre attenta alle nostre problematiche), Davide Oberto (già programmatore del Festival “Da Sodoma a Hollywood”), Pier Maria Bocchi (Consulente per la selezione e già autore del libro “Mondo Queer, cinema e militanza gay”), ecc.

Riportiamo dal programma un elenco di titoli di nostro sicuro interesse (che amplieremo in seguito)

Nella sezione principale TORINO 26

BITTER & TWISTED di Christopher Weekes (GG)
Tre anni dopo la prematura scomparsa di Liam Lombard, la sua famiglia, che vive nei sobborghi di Sydney, prova a tirare avanti. Ma la disperazione è tangibile: Penelope, la madre, si è chiusa in se stessa, Jordan, il padre venditore di auto, è ogni giorno più depresso, Ben, il fratello minore, si veste come Liam, è confuso dalle avances dell’amico bisessuale Matt e contemporaneamente attratto dalla fidanzata del fratello, Indigo. Quest’ultima nel frattempo frequenta un uomo sposato, ma sogna di trasferirsi a Melbourne.

MEIN FREUND AUS FARO di Nana Neul (LLL)
Melanie vive con il padre e il fratello, veste abiti maschili e lavora in una fabbrica di catering per compagnie aeree. Un giorno incontra Jenny e se ne innamora. Jenny la ricambia, però la crede un ragazzo di nome Miguel. Riuscirà a dirle la verità? Lo stato di attesa e di confusione dell’adolescenza filmato attraverso il carisma di un volto e un corpo che ne racchiudono tutto il mistero.

QUEMAR LAS NAVES di Francisco Franco (GGG)
Eugenia (Claudette Maillé) è una ex cantante pop costretta a letto per un cancro che la sta portando alla morte. Helena (Irene Azuela) è la figlia 19enne che sogna di viaggiare per il mondo e diventare anch’essa una star della musica, intanto studia le lingue e si dedica alle cure della madre insieme alla cameriera Chaya (Aida Lopez) che cerca di tenere in ordine la grade casa. Sebastian (Angel Onésimo Nevares) è il fratello adolescente di Helena che frequenta la scuola superiore cattolica, diretta da un Monsignore che fa passare dagli altoparlanti musica classica pensando che serva per calmare i ragazzi. Sebastian è innamorato di un ribelle compagno di scuola chiamato Jaun (Bernardo Benítez), figlio di un padre single che possiede un bar. L’esatto opposto di Juan è Ismael (Ramon Valdes), proveniente da una facoltosa famiglia che gli assegna guardia del corpo ed autista. Aurora (Jessica Segura) è la fidanzata di Ismael, ossessionata dal ping pong, che affitta una stanza nella casa di Helena e Sebastian. Frequentando la casa, Ismael si accorge di avere anch’egli una particolare attrazione per Sebastian. Al centro del film anche l’attrazione quasi incestuosa tra Helena e Sebastian. I ponti infuocati del titolo sono quindi molti e fratello e sorella dovranno impegnarsi a fondo per abbattere quelli pericolosi e crearne dei nuovi, ma il film è ben costruito, l’atmosfera ricorda molto quella del “Giardino di cemento” dal libro di Ian McKewan e i giovani protagonisti sono tutti eccellenti e credibili. Ottimo esordio alla regia che evita i toni troppo dark e sa mantenersi in intelligente equilibrio tra commedia e dramma, creando un pathos che lascia sempre lo spettatore incerto su quello che potrebbe accadere.

DONNE-MOI LA MAIN di Pascal-Alex Vincent (GGG)
Antoine e Quentin, fratelli gemelli di 18 anni, decidono di raggiungere la Spagna in autostop per partecipare al funerale della madre che hanno a malapena conosciuto. Il lungo viaggio è punteggiato da liti, riconciliazioni, incontri, esperienze sessuali… Progressivamente emergono le differenze tra i due, dapprima sotterranee, poi sempre più evidenti fino all’inevitabile esplosione. La tematica dell’adolescenza, dell’identità e dell’omosessualità sono al centro di questo primo lungometraggio del regista Pascal-Alex Vincent, autore di corti molto apprezzati sia al Festival gay torinese che a Cannes.

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Nella sezione FUORI CONCORSO

FILTH AND WISDOM di Madonna (QQ)
Andriy viene dall’Ucraina e sogna di diventare famoso con la sua band, Juliette vorrebbe essere Florence Nightingale, Holly una étoile del balletto. Nel frattempo dividono l’appartamento e si arrangiano con lavori improvvisati. Commedia gypsy punk nella Londra dei dropout, diretta con bel gusto dell’assurdo da Madonna, all’esordio. Protagonista: Eugene Hutz. Musica: Gogol Bordello.

OF TIME AND THE CITY di Terence Davies (G)
A otto anni di distanza da La casa del mirto, torna Terence Davies. In Of time and the city, Davies traccia un ritratto della sua città sotto forma di elegia. Un documentario poetico che unisce materiale di repertorio, musica e immagini quasi astratte per descrivere i cambiamenti tra la Liverpool moderna e quella della sua infanzia. Il regista è gay dichiarato e non nasconde le sue preferenze sessuali in alcuni momenti del documentario.

SOMERS TOWN di Shane Meadows (G)
Tomo è un adolescente fuggito da Nottingham che arriva a Londra carico di belle speranze. Marek vive a Somers Town, è figlio di un immigrato dell’Est che lavora come operaio in una ferrovia. I due costruiranno un’amicizia semplice e sincera e s’innamoreranno teneramente della stessa donna. Un gioiello di semplicità e di emozioni diretto da Shane Meadows, autore di 24/7 e This is England. L’inusuale amicizia tra i due ragazzi può anche essere definita come una storia d’amore platonico.

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Nella sezione LO STATO DELLE COSE

THE BABY FORMULA di Alison Reid (LLL)
Athena e Lilith sono due donne innamorate che sognano di avere un figlio che sia la combinazione biologica di entrambe. Anche se madre natura non offre loro questa soluzione, la scienza moderna ha trovato una soluzione al problema. Con l’aiuto di Jim, un fidato tecnico del settore, usano uno sperma fatto con le cellule staminali di di Lilith per inseminare Athena. E la cosa funziona, Athena rimane incinta di un figlio da Lilith. Lilith è felice, sta per diventare madre, ma segretamente vorrebbe anche lei essere gravida. Riesce quindi a convincere Jim ad aiutarla usando lo stesso metodo di inseminazione. Nascono alcune incomprensioni tra la coppia che però vengono presto superate. Tutto sembra andare per il meglio fino al momento in cui vengono coinvolte anche le rispettive famiglie. Inizia Larry, l’odioso fratello di Athena, al quale un anno prima le due ragazze si erano rivolte chiedendogli lo sperma, che ora crede di essere diventato padre. Per mettere a posto le cose e dimostrare che lui non è il padre, le due donne sono costrette a rivelare il loro segreto. Organizzano quindi un incontro con tutti i famigliari per comunicare loro le ultime novità. Wanda, la religiosa madre di Athena si dimostra incerta e perplessa. Il padre Karl resta senza parole. La nonna Kate accoglie la notizia con un certo sarcasmo ma anche con saggezza e amore. I genitori di Lilith, Daniel e Edward, una alticcia coppia gay, sono invece felici di diventare nonni ma devono far fronte a propri problemi. Mentre ognuno cerca di digerire a proprio modo la notizia, Karl fa un annuncio che manda tutti in tilt. Ma alla fine aiuterà tutti a risolvere la difficile situazione. Una storia iniziata con il progresso della scienza finisce con la forza dei sentimenti e dell’accettazione.

RELIGULOUS di Larry Charles (Q)
Bill Maher, comico molto noto della tv americana, interpreta se stesso, come agente del dubbio, in questo documentario-commedia, dove intervista, in giro per il mondo, una serie di devoti delle principali religioni monoteiste (cristiani, ebrei, mussulmani), cercando di scoprire le ragioni della loro fede. Il titolo del film è la contrazione delle parole “Religion” e “Ridiculous”. Citando le statistiche che riportano come il 16% della popolazione americana sia rigorosamente non-religiosa, Maher dichiara che questa è l’ultima grande minoranza non sfruttata del suo Paese e si propone come suo portavoce. Il viaggio-inchiesta di Maher inizia dalla sua famiglia, parlando coi propri figli e chiedendo alla propria madre come mai nella loro famiglia siano assenti i principi teologici… Le motivazioni che stanno all’origine di questo film non sono originate da una crisi di fede ma piuttosto da uno slancio di carattere “politico”. Come nel suo precedente film, Borat, Larry Charles, questa volta aiutato da Maher, vuole mettere in rilievo quello che, secondo lui, rappresenta la stupidità e la credulonità umana. La sua domanda iniziale “Come possono essere così stupidi?” è meno offensiva di quanto a prima vista possa sembrare, anche perché in tutto il film viene dato ampio spazio alle varie autorità religiose per potersi spiegare e difendere da questa illazione. Complessivamente il film è stato giudicato da molti non così penetrante e arguto come ci si aspettava, ma relativamente superficiale e poco approfondito. Bisognerebbe però ricordare che un film, anche se un documentario, non può essere un trattato di filosofia. Molte delle domande fatte ai religiosi riguardano il perché del loro atteggiamento ostile verso i gay e le lesbiche. Viene anche intervistato un ex gay (diventato etero per seguire le indicazioni della sua fede), che ha sposato una ex lesbica dalla quale ha avuto tre figli.

Qui sotto la locandina del film “The Baby Formula”

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