UN FILM SULLA VITA DI LIBERACE

diretto da Steven Soderbergh e interpretato da Michael Douglas nel ruolo di Liberace e da Matt Damon in quello del suo amante.

Il regista Steven Soderbergh, secondo quanto annunciato da Variety, realizzerà un film sulla vita di Liberace, celebre pianista e uomo di spettacolo americano. Il ruolo di Liberace è stato affidato a Michael Douglas mentre quello del suo amante, Scott Thorson, sarà di Matt Damon. La sceneggiatura è di Richard LaGravanese e il film viene prodotto da Jerry Weintraub.

Liberace è stato uno dei più acclamati showman del secolo scorso, innovatore della musica popolare, spesso con derivazioni classiche, ha prodotto un gran numero di dischi (tutt’oggi in commercio) e partecipato a diversi film. Per tutta la vita ha cercato di negare la sua omosessualità, sfruttando spettacolarmente la sua effeminatezza e il suo spirito ‘camp’. Oggi è difficile fargliene una colpa se consideriamo gli anni in cui ha vissuto e il pubblico a cui si rivolgeva, la middle class americana degli anni ’50 e ’60. Al suo mito sono state dedicate ben due biografie televisive, “Liberace” (ABC) e “Liberace: Behind the Music” (CBS), entrambe del 1988, subito dopo la sua morte nel 1987 per cause collegate all’Aids.

Wladzui ‘Walter’ Valentino Liberace, questo il suo nome completo, è stato per quasi mezzo secolo la personificazione del ‘camp’, dell’eccesso, della stravaganza. Massimo Consoli lo ricordava con queste parole: “Per 40 anni gli americani furono rapiti da quest’uomo incredibilmente effeminato, affettato, ricoperto di pizzi, merletti e lustrini da capo a piedi, che arrivava con una pelliccia che strofinava sul pavimento, con mantelli di cincillà che pesavano fino a sessanta chili, una giacca ricamata d’oro a 24 carati, uno smoking con bottoni di diamanti, che faceva credere di avere dei poteri di guaritore, con un anello per ogni dito e gli immancabili candelabri su pianoforti senza fine, che chiacchierava di Dio e della famiglia.”
Durante la sua vita ha sempre negato di essere gay (ma in quegli anni era di norma nel mondo dello spettacolo, vedi Rock Hudson), vincendo anche una causa di diffamazione contro il “Daily mirror” di Londra (1959), ma nel 1982 dovette chiudere in modo extragiudiziale una causa che lo vedeva coinvolto in un rapporto omosessuale col valletto Scott Thorson. Alla sua morte, avvenuta nel 1987 per malattie causate dall’aids, i parenti (e un medico consenziente) dichiararono invece che era morto per arresto cardiaco in quanto sofferente di cuore. Fu solo la persistenza del magistrato Ray Carrillo (costrinse alla riesumazione del cadavere già imbalsamato e all’autopsia) che rese pubblica la verità.

Liberace nasce il 16 maggio del 1919 a West Allis nel Wisconsin (USA) da padre immigrato italiano (Salvatore Liberace di Formia) operaio e suonatore di corno in bande locali e da madre polacca che cercò in tutti i modi di ostacolare la carriera musicale del figlio (era un lusso che non potevano permettersi). Nonostante ciò Liberace imparò ad orecchio l’uso del pianoforte già all’età di quattro anni e a 21 anni debuttò come solista nella Chicago Symphony.
Ben presto si rese conto che se voleva guadagnare soldi doveva abbandonare la musica classica pura e iniziò a sperimentare un miscuglio di classica e musica popolare che gli fece ottenere un grande successo nei locali e nei clubs di mezza america. Nel 1952 inizia il suo impegno nella televisione come sostituto nel programma “The Dinah Shore Show” e nel giro di due anni ottiene uno spettacolo tutto suo, The Liberace Show, che diventò il programma più seguito negli USA.
Dal 1954 arrivò a guadagnare più di un milione di dollari all’anno, pubblicando 67 album (vendeva più della stella pop Eddie Fisher) e partecipando a numerosi film. Entrò anche nel businnes dell’abbigliamento con elaborati abiti (sostituì lo smoking nero con uno completamente bianco). Famosa è la disavventura che gli capitò sul palco mentre indossava uno dei suoi stravaganti abiti che quasi lo uccisero con le esalazioni di tetracloruro di carbonio di cui erano in parte composti.
Anche se il 25 settembre 1953 Liberace faceva il suo debutto alla Carnegie Hall, i suoi ambienti preferiti restavano i locali di Las Vegas dove nel 1955 inaugurò il suo Riviera Hotel, uno dei più esclusivi locali di spettacolo della città.
Arrivato a Londra nel 1956 il Times ne diede la notizia sottolineando che molti “giovani ardenti uomini” lo stavano aspettando e il Daily Mirror rincarava definendolo “maschile, femminile, neutro … al sapore di frutta”. Da notare che “fruit”, in inglese, ha lo stesso significato di “finocchio” in italiano. Liberace fece causa al giornale (in quegli anni dare dell’omosessuale era un’offesa criminale) che vinse (ottenendo un cospicuo risarcimento) mentendo sulla sua vita sessuale e dichiarando che l’omosessualità “offende le convenzioni e la società”.
Ma tutti i suoi sforzi per mantenere segreta la sua omosessualità collassano quando Scott Thorson nel 1982 intenta una causa di 113 milioni di dollari per alimenti. Thorson, che aveva subito una plastica facciale per accontentare Liberace, era inviperito per essere stato licenziato a causa dell’uso di droghe e alcool. Durante il processo Liberace tentò di negare di essere stato il suo amante per cinque anni ma dovette venire a patti versando la somma di 95.000 dollari. Thorston fu poi sostituito dal 18enne Cary James che ne condivise la vita e il letto fino alla sua morte. Entrambi furono diagnosticati di Aids nel 1985. James morì nel 1997, dieci anni dopo la morte di Liberace.
Liberace non approvò mai la scelta di Rock Hudson che prima di morire aveva dichiarato pubblicamente la sua omosessualità. Ad alcuni intimi amici disse che “Non voglio essere ricordato come una vecchia checca morta di Aids”. Liberace muore all’età di 68 anni, il 4 febbraio 1987, lasciando la maggior parte della sua grossa eredità alla “Foundation Liberace for the Performing and Creative Arts”

Qui sotto Liberace in uno dei suoi sgargianti abiti

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