Ad essere sinceri eravamo rimasti un po’ delusi dalla prima stagione di Skins, non per la qualità dell’opera, senz’altro ottima (ricorda un po’ “Shameless”), con uno stile realistico, pungente e vivace che evita stereotipi e banalità, ma per lo scarso rilievo che era stato dato al personaggio e alla tematica gay. Con il primo episodio della seconda stagione, andato in onda la scorsa settimana su Canal Jimmy (vedi orari nella nostra pagina TV), siamo stati abbondantemente ripagati. Maxxie (Mitch Hewer), adolescente gay dichiarato e in armonia con se stesso, peraltro carinissimo, è stato il protagonista della puntata. L’episodio ha affrontato con originalità e coraggio tre temi fondamentali del mondo gay: l’omofobia bullistica, il rapporto genitori-figli, l’amicizia etero-gay. Occorre dire che la serie dedica ogni puntata in particolare ad uno dei suoi protagonisti; nella prima stagione Maxxie era nel titolo del sesto episodio, che aveva visto la fine dell’amicizia intima tra Maxxie e Anwar, causata soprattutto dall’omofobia di origine religiosa di quest’ultimo, appartenente ad una famiglia mussulmana.
La serie, la cui prima stagione è stata trasmessa anche dal canale in chiaro MTV (quando la seconda stagione?), racconta la vita di otto amici tra i 16 e i 18 anni, tutti studenti in un college della contemporanea Bristol. Caratteristica di questa serie è che la sceneggiatura viene scritta con la collaborazione diretta dei giovani protagonisti (tutti esordienti con l’unica eccezione di Nicholas Hoult, nei panni di Tony, già visto in “About a Boy”), coordinati dal creatore Bryan Elsley, in modo da ottenere il massimo realismo sia nei dialoghi che nelle situazioni.
L’episodio appena trasmesso, il primo della seconda stagione (anch’essa di dieci episodi in totale), inizia con un delizioso balletto all’interno di una cattedrale, inventato da Maxxie, anche coreografo, che ci fa ricordare la sua grande passione per la danza. Questa sua vocazione sarà anche l’argomento di contrasto col padre Walter (Bill Bailey) che lo vorrebbe invece, finiti gli studi, al suo fianco come carpentiere. Notare che all’inizio dell’episodio abbiamo la godibilissima scenetta di Walter che balla col proprio cane. Ricordiamo solo un film, “The Sum of Us”, dove il rapporto padre figlio gay era altrettanto intenso e positivo. Nella scena in cui il padre gli dichiara tutto il suo amore, la paura di perderlo e le sue preoccupazioni perchè abbia una vita felice, abbiamo a fatica trattenuto le lacrime.
Ci siamo invece deliziati a vedere il modo in cui viene scoperta l’origine omofobica di un coetaneo, Dale, che insieme ad altri ragazzi del vicinato, continua ad inveire con insulti e prese in giro contro il “finocchio” Maxxie, chiamato anche “Barbie principessa capricciosa”, ma in realtà segretamente desiderato (forse non troppo segretamente visto il modo con cui, davanti agli amici, si immagina di “essere trapanato per ore dal suo pistolone”). Poco dopo il padre Walter difenderà Maxxie dopo l’ennesimo insulto di Dale che gli aveva detto: “probabilmente lo succhia pure al cane”, obbligandolo a tornare accompagnato dai genitori per chiedere scusa e donargli una torta,”del rimorso”, fatta da lui stesso (ma nel medesimo tempo sussurra a Maxxie “ti faccio secco”). Ma il massimo è la scena in cui Maxxie, uscendo dalla discoteca per cercare Tony, è costretto a fuggire da un’imboscata del solito gruppetto che vuole pestarlo e s’imbatte proprio in Dale che gli salta addosso e, per terra, lo bacia appassionatamente sulla bocca e gli dice, per rassicurarlo, “li ho mandati da un’altra parte”. Maxxie, steso sotto di lui, gli replica appena può: “Dale, non è onesto trattarmi come una merda e pretendere che … che io ti …” ma dopo un’attimo di esitazione esclama “dai… vieni qui!” (“what the hell!”) tirandolo a se per continuare a baciarlo mentre iniziano a spogliarsi.
Veramente politically correct la maniera, fin troppo pacata, con cui Maxxie reagisce agli insulti e alle minacce omofobiche. Dopo la forsennata fuga dal gruppetto che vuole pestarlo e gli urla dietro finocchio, succhiacazzi, chiapperotte, brutta checca di merda, ecc., Maxxie se ne esce solo con uno sconsolato “teste di cazzo” (nell’originale un ancora più leggero “tossers”).
E’ chiara l’intenzione degli autori di mettere il personaggio di Maxxie un gradino sopra gli altri, capace di comprendere e giustificare anche gli atteggiamenti più imbecilli e di non lasciarsi mai scoraggiare dalla persecuzione omofobica, arrivando fino a passare sopra e tollerare gli insulti dell’omosessuale velato Dale, omofobico per opportunismo e paura.
Un’altro argomento trattato dall’episodio e che raramente ci capita di incontrare in altre serie o film, è quello dell’intensa amicizia tra un etero e un gay, in questo caso tra Maxxie e Tony. Quest’ultimo era stato investito da un bus alla fine della prima stagione, e lo ritroviamo ora con le conseguenze di un forte trauma cranico che lo rendono mentalmente insicuro e inabile per alcune attività, come l’uso delle mani per scrivere o altro. Per tutto l’episodio sarà solo Maxxie, mentre gli altri fedelissimi sembrano averlo abbandonato, ad aiutarlo e a stargli continuamente vicino (sull’autobus Maxxie gli tiene stretta la mano), in un sincero rapporto d’amicizia senza secondi fini, sottolineato scherzosamente dalla gratitudine di Tony che commenta ironicamnete ogni suo aiuto con “significa che ora sarò costretto a gayeggiare?” (“Does this mean I have to gay you now?”).
Qui sotto alcune immagini dall’episodio “Tony and Maxxie” di Skins seconda stagione: