Sotto una fastidiosa pioggerellina è partito ieri sera il 22mo Festival Mix di Milano con un cocktail d’inaugurazione offerto sul sagrato del Teatro Strehler, gremito di pubblico, già dalle sei del pomeriggio in coda alle casse per la proiezione del film d’apertura “Dream Boy”. Alle 21.30 il teatro era strapieno sia in platea che galleria.
Il direttore Giampaolo Marzi, appena salito sul palco, ha catturato un caloroso applauso del pubblico con l’affermazione che “in realtà il Festival siete voi”. Ha proseguito dicendosi ancora una volta colpito da come la città di Milano risponda con tanto entusiasmo a questa iniziativa.
Sergio Escobar, il Direttore del Teatro Strehler, invitato sul palco ha iniziato a parlare ponendosi subito una domanda: perchè offriamo questo teatro a un festival di cinema gay e rispondendosi “per la semplice ragione per la quale ospitiamo spettacoli da tutto il mondo e in tutte le lingue, perchè questo è il teatro che da quando è nato è interessato a viaggiare nella complessità e nelle identità, è un teatro che ha costruito su questo il suo rapporto con il pubblico. Spero che d’ora in avanti si parli solo di qualità sia per i film che per gli spettacoli teatrali che il festival ha inserito nel suo cartellone. Sarei però ipocrita se non dicessi che in questi due anni ci sono stati degli “scambi di opinione” che hanno accompagnato questa nostra scelta. Io però ribadisco, molto dolcemente ancora una volta, che questo teatro, questa città, ha sempre creduto nel valore universale della differenza, non delle differenze, che è un concetto diverso, e tanto meno delle diversità. Le diversità sono cosa diversa dalla differenza, la differenza è una relazione, la diversità è il paragonare con un modello statico il comportamento degli altri [lungo applauso]. Questa città merita di andare avanti su questa strada laica e aperta che fa parte della sua tradizione.” Marzi ha poi invitato il pubblico ad applaudire tutti i dirigenti e i lavoratori del Piccolo Teatro per la loro disponibilità e collaborazione, sottolinenando che, in ogni caso, nonostante le difficoltà accennate, “noi siamo ancora qui con il nostro nome completo, con la nostra identità storica di festival gaylesbico, parola che oggi non dovrebbe spaventare più nessuno, a cui è stato aggiunta la parola Mix”.
E’ stata poi invitata sul palco l’Assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Daniela Benelli, accolta da uno scrosciare interminabile di applausi e grida. Ha iniziato ringraziando e dicendo che “ogni volta che vengo qui mi si allarga il cuore per un’accoglienza che vi assicuro non è così comune. Da 15 anni noi sosteniamo questa rassegna, noi assessorato alla cultura e non ai diritti civili, perchè è una rassegna culturalmente molto seria, molto valida, molto interessante, che se non ci fosse renderebbe Milano più povera, priva di una manifestazione importante. Milano, come tutte le grandi metropoli del mondo, ha bisogno della varietà di ispirazioni, di fantasia, di gusti, di stili di vita, di creatività. Più è vario il mondo che la vive e che la abita, più questa città è ricca di stili di vita, più è vitale, viva e degna di stare in un mondo moderno”. Marzi ha sottolineato come sia significativo “il saluto di Daniela che apre l’opuscolo col programma del festival, cosa che avviene normalmente nei paesi anglosassini dove i politici sono abituati a giustificare e spiegare le ragioni dei propri investimenti, visto che i soldi che impiegano sono soldi della collettività”.
Marzi ha poi spiegato cosa significa l’aggiunta della parola Mix nella denominazione del Festival: “c’è una tradizione storica, abbiamo due festival importanti, Mix New York, che nasce 25 anni fa e Mix Brasile che è stata una costola di New York, che ora insieme a noi formano un triangolo internazionale di festival che sono un mix di riflessioni intorno ai temi delle identità e dei diritti.”
Il responsabile delle pubbliche relazioni Citroën, sponsor del Festival, ha salutato il pubblico e il “geniale” direttore Marzi, aggiungendo che “non parlerei qua di diversità, ma parlerei di straordinaria normalità” conquistandosi un lungo applauso.
Hanno poi letto insieme una mail inviata al direttore Marzi da parte dell’assessore Giovanni Terzi del Comune di Milano, che scrive: “Egregio signor Marzi, in occasione dell’apertura della vostra 22ma edizione, l’Amministrazione comunale conferma il sostegno alla realizzazione del Festival Mix attraverso l’ospitalità nelle sedi del teatro pubblico cittadino oltre alla disponibilità di un eventuale sostegno economico da valutarsi successivamente. La rilevanza culturale della sede proposta, riteniamo sia di per sè l’indicazione appropriata per consentire il migliore svolgimento del Festival. Porgo a Lei e a tutto lo Staff i migliori auguri di buon lavoro e di grande successo dell’edizione del Festival in svolgimento.”
Sale quindi sul palco Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano, che Marzi ringrazia per avere coperto i finanziamenti promessi ma non dati dal Comune di Milano nella scorsa edizione del Festival. Ferigo dice infatti che “lo scorso anno è stata una grande delusione il trattamento che ci ha riservato il Comune, rivelatosi “incostante” per non dire ipocrita. Attualmente stiamo ancora aspettando una risposta al nostro invito di partecipazione al Pride cittadino di sabato prossimo. Il Cig Arcigay è comunque orgoglioso di contribuire economicamente ad una manifestazione come questa.”
Abbiamo poi avuto il saluto di Suzy Capò del Mix San Paolo e di Jim Hubbard del Mix New York che hanno suggellato il gemellaggio con Mix Milano e ringraziato Marzi per l’opportunità offertagli.
Sale poi sul palco James Bolton, il regista del film “Dream Boy” che inaugura questa sera le proiezioni del Festival. Un regista, dice Marzi, “inusuale nella scrittura e nel racconto cinematografico di questo bellissimo film che sicuramente vi commuoverà. Il film ci è piaciuto così tanto che abbiamo deciso di metterlo come apertura del festival, anche se è un film drammatico”. Il film, ha detto Bolton, “è tratto da una novella che avevo letto sette anni fa, ambientata nel sud degli Stati Uniti, in quella zona che gli americani chiamano “bible belt”, la cintura degli stati cristiani, un’area che non è ancora cambiata nei riguardi dei giovani omosessuali e dove abbiamo trovato quotidianamente molte difficoltà a girare il film, soprattutto nelle chiese.”
Marzi ha terminato la presentazione del Festival annunciando che lunedì, alla proiezione del fim “Derek”, sarà presente Tilda Swinton.
“DREAM BOY”
Il film “Dream Boy”, calorosamente applaudito dopo la proiezione, si è dimostrato una valida apertura del festival nonostante qualche perplessità proveniente dagli spettatori più esigenti. A noi è piaciuto, soprattutto nell’amaro ritratto di un adolescente che deve liberarsi da un’infanzia traumatica, e prepararsi a vivere la sua prima storia d’amore. Purtroppo, come ci raccontava il regista, l’ambiente rurale e selvaggio che lo circonda non lo aiuterà in quest’impresa, lasciandolo in balia della violenza famigliare e di ambigui coetanei. La struttura del film è articolata in tre momenti che focalizzano ognuno una tematica differente. La parte iniziale è centrata sulla scoperta dell’amore e dell’attrazione reciproca di due giovani studenti in un ambiente conservatore e religioso che li obbliga a nascondersi e a tenere segreta la loro relazione. Nella seconda parte ci viene mostrata l’ipocrisia e la violenza che regna dietro la facciata perbenistica di questa comunità rurale che organizza il suo tempo e le sue attività tra una cerimonia religiosa e l’altra. Nella terza parte scopriamo che questa subdola violenza ha già messo le radici anche nelle nuove generazioni, dove qualcuno cerca rifugio in storie di fantasmi e vendette e qualche altro, già prigioniero di segrete paure e passioni, è pronto ai gesti peggiori. Un film forte, addolcito da splendidi paesaggi, che tenta di penetrare nel profondo dell’anima umana.
Qui sotto alcune immagini della serata
Il sagrato del teatro Strehler
|
Marco Mori e Sergio Brambilla
|
Fabio Pellegatta (sin.)
|
Massimo Basili (des.)
|
il coreografo Brian Bullard
|
|
lo scrittore Andrea Mancinelli
|
Joe Balass e Matteo Colombo (destra)
|
Sergio Escobar, direttore del Piccolo
|
Daniela Benelli e Giampaolo Marzi
|
Dirigente Marketing Citroën con Giampaolo Marzi e la lettera dell’assessore Terzi
|
|
Marzi con Paolo Ferigo
|
|
Suzy Capò
|
Jim Hubbard
|
James Bolton
|