PARTE ILTOGAY 2008

Questa sera evento speciale con la proiezione musicata dal vivo di “The Angelic Conversation” – Dieci titoli imperdibili

23° TORINO GLBT FILM FESTIVAL – SERATA DI PRE-APERTURA TRA CINEMA E MUSICA

Mercoledì 16 aprile Ambrosio Cinecafè ore 21

Parte questa sera, anche se la serata di inaugurazione ufficiale sarà domani sera, il 23mo Festival gay di Torino, “Da Sodoma a Hollywood”, con una serata dedicata al grande Derek Jarman del quale viene presentato il capolavoro “The Angelic Conversation”, “una storia d’amore tra due uomini che si svolge attraverso un paesaggio onirico, passando dalla desolazione industriale dell’isola di Grain a Dancing Ledge nel sud dell’Inghilterra. Con essa s’intrecciano i sonetti di Shakespeare. Il tempo ticchetta senza rimorsi nella colonna sonora mentre il film scivola come i secondi di un vecchio orologio. Si stacca dalla narrazione, puntando verso la musica”. (Derek Jarman)

L’eccezionalità della serata sta nell’accompagnamento musicale dal vivo del film, eseguito da Peter Christopherson and The Threshold HouseBoys Choir che si esibiscono in una live performance appositamente creata e supportata dal prezioso intervento di amici storici del gruppo come David Tibet dei Current 93 e Ivan Pavlov dei COH. La serata vuole essere un omaggio, oltre che a Jarman anche al musicista John Balance, uno dei membri fondatori del gruppo musicale, scomparso nel 2004, gruppo che nel 1985 compose le musiche originali del film.
I componenti del gruppo che questa sera musicherà il film sono:
Peter Christopherson, elettronica ( membro dei Throbbing Gristle e fondatore dei Coil con John Balance)
David Tibet, voce ( personaggio leggendario nella scena sotterranea d´oltremanica, anzitutto in qualità di leader dei Current 93)
Ernesto Tomasini, voce (figura di primo piano nei circuiti d´avanguardia con la sua conturbante voce bianca, che riproduce l´intonazione dei cantanti eunuchi)
Ivan Pavlov, elettronica (musicista russo che sotto lo pseudonimo Coh ha realizzato alcuni album di eccellente fattura per conto dell´indipendente berlinese Raster Noton)
Othon Mataragas, pianoforte ( musicista greco – ma londinese d´adozione – che si fece ammirare tempo fa a Torino accompagnando un recital di Ernesto Tomasino)

Ricordiamo che quest’anno il Festival presenta più di 250 opere distribuite nelle 20 sezioni della manifestazione che comprendono oltre ai tre concorsi principali (Lungometraggi, corti e documentari) diverse interessantissime sezioni che, tra ricerche, omaggi e riscoperte, sono per tradizione e impegno culturale il vanto di questo Festival. Per dare un aiuto a chi non potesse seguire quotidianamente il festival indichiamo i dieci titoli che a giudizio della nostra redazione sono assolutamente da non perdere (in realtà ogni redattore aveva presentato una lista di una ventina di film, per cui diverse opere notevoli sono state dolorasamente depennate).

DIECI TITOLI DA NON PERDERE

The Walker di Paul Schrader
USA/UK, 2007, 35mm, 107′, col.

Ven. 25, ore 22:45 IDEAL

«The Walker, il passeggiatore, una sorta di gigolo inoffensivo e complice delle sue temporanee partner. Un uomo che va in giro di notte, che scruta di nascosto la vita degli altri, che vorrebbe avere una vita propria ma non la trova. A vent’ anni era un taxi driver, a trenta un gigolo, a quaranta cercava la droga, adesso fa da scorta a donne ricche nella vita di società: una compagnia sicura perché è omosessuale». Questo è il riassunto del film fatto dallo stesso regista. Il film diventa però un dramma, ambientato nell’opulento universo dell’aristocrazia politica di Washington, la passione del protagonista omosessuale (Woody Harrelson) per le cose belle della vita lo spingerà nel mondo del tradimento e dell’omicidio.

«"The Walker" è, probabilmente, il suo film più bello… Straordinaria la sceneggiatura, che è un pugno nello stomaco dell’amministrazione Bush e del malcostume politico, mai urlata, sempre attenta e pungente. Straordinarie le interpretazioni di Woody Harrelson (da Oscar), Kristin Scott Thomas e Lauren Bacall. Classica ed avvolgente la regia, quasi un ritorno al meglio del cinema politico USA dei ’70. Dieci e lode, con la speranza che Schrader si faccia vivo più spesso dietro la cinepresa.» (A.D. – L’Arena)

Avant que j’oublie (Before I Forget) di Jacques Nolot
Francia, 2007, 35mm, 108′, col.

Sab. 19, ore 22:45 A2
Dom. 20, ore 11:30 A2

Cinque minuti di applausi hanno accolto al Noga Hilton il più bel film gay presentato finora [Cannes 2007], Avant que j’oublie (Prima di dimenticare) di Jacques Nolot. Il regista francese del pluripremiato La chatte à deux têtes era presente in sala e ha introdotto la sua opera spiegando che si è trattato di un film «non facile, realizzato in soli 24 giorni: per questo ringrazio tutti quelli che vi hanno collaborato». Avant que j’oublie racconta la quotidianità di uno scrittore cinquantottenne omosessuale sieropositivo e in crisi creativa: la sua amicizia con un coetaneo, i rapporti prezzolati con giovani prostituti reclutati a Pigalle, le visite da uno psicologo. Con un’ironia tagliente che strappa spesso la risata (racconta persino di Roland Barthes che lo definiva "semanticamente una troia" e andava a ragazzi con lui nei bagni pubblici), Nolot realizza un ritratto malinconico ma mai compiaciuto su una generazione falcidiata dal dramma dell’Aids, sull’importanza dell’amicizia, sulla necessità di garantirsi una sicurezza economica per il futuro. Nella scena più comica, durante un rapporto passivo con uno gigolò che vuole penetrarlo ex abrupto, il protagonista utilizza il lubrificante come se fosse gel per capelli. Memorabile il bellissimo finale en travesti. Avant que j’oublie è destinato a entrare di diritto nella storia del cinema queer e a tutt’oggi rappresenta uno dei migliori titoli sulla terza età mai realizzati. (R. Schinardi su Gay.it)

Otto; or, Up with Dead People di Bruce LaBruce
Germania/Canada, 2008, Digibeta, 95′, col.

Lun. 21, ore 22:45 A2
Mar. 22, ore 11:30 A2

Un giovane zombie di nome Otto compare all’improvviso ai margini di una sperduta strada. Non conosce da dove provenga e non sa dove stia andando. Dopo avere ottenuto un passaggio per Berlino ed essersi sistemato in un vecchio parco dei divertimenti in disuso, inizia ad esplorare la città. Viene quindi scoperto da Medea Yarn, una regista underground, che inizia a girare un documentario su di lui, aiutata nel lavoro dalla sua ragazza, Hella Bent e da suo fratello Adolf che usa la telecamera. Nel frattempo Medea sta anche tentando di terminare "Up with Dead People", un film epico-politico con porno-zombie, al quale sta lavorando da anni. Medea convince la sua star Fritz Fritze ad accogliere il vulnerabile Otto nella sua camera degli ospiti. Quando Otto scopre che nel suo portafoglio ci sono documenti con informazioni sul suo passato, prima della sua morte, comincia a ricordare qualcosa sul suo ex ragazzo, Rudolf. Si organizza quindi per poterlo incontrare, ma quando questo accadrà, nel giardino della scuola, le conseguenze saranno devastanti…

A Outra Margem ( The Other Side ) di Luís Filipe Rocha
Portogallo, 2007, 35mm, 106′, col.

Ven. 18, ore 22:30 A1
Sab. 19, ore 11:30 A1

L’artista gay travestito Ricardo è frastornato e depresso dall’inaspettato suicidio del partner, si sente come privato della linfa vitale. Un tentativo fallito di suicidio riporta nella sua vita Maria, la sorella da tanto tempo dimenticata. Dopo il ricovero, Maria invita Ricardo ad andare a vivere con lei e il figlio Vasco, che lui non ha mai visto, un ragazzo che vive con molta fantasia e brillantezza la sua condizione di affetto dalla sindrome di Down. Nella periferia di Lisbona Ricardo e Vasco iniziano una impensabile amicizia, nutrita dalla passione che entrambi hanno per il teatro. Ma il ritorno a casa di Ricardo implica anche che deve confrontarsi con la sua ex fidanzata Luisa e il di lei padre…
Il regista dichiara che "l’omosessualità e la sindrome di Down sono ancora oggi stigmatizzati e messi ai margini dell’umanità. La mentalità contemporanea conduce spesso all’esclusione. Ho voluto fare questo film per dimostrare la normalità di queste persone chiamate "anormali" confrontandole proprio con i cosiddetti "normali" che si rivelano invece molto spesso più "anormali" proprio a causa della loro incomprensione". Un controllato e sobrio melodramma che evita molte delle trappole in cui avrebbe potuto cadere.

A Very Natural Thing di Christopher Larkin
USA, 1973, DVD, 85′, col.

Gio. 24, ore 15:00 A1

E’ il primo film su un tema di liberazione gay destinato ad un circuito commerciale…. David (Robert Joel), un ex-seminarista, insegna in una scuola di New York e avvia una relazione monogamica con Mark (Curt Gareth), un assicuratore che passa per eterosessuale. Il loro incontro, il corteggiamento, il matrimonio e la separazione occupano la prima parte del film. Come ha sottolineato anche Larkin, la loro storia d’amore è una lunga e voluta parodia di Love Story: così i due vanno all’Opera, si rotolano nelle foglie autunnali in Central Park, si guardano l’un l’altro mentre si radono il mattino e scimmiottano tutti i cliché dei film eterosessuali su amore e matrimonio. Il rifiuto di Mark di essere posseduto e le fastidiose incertezze di David mettono fine alla relazione. Nella seconda metà del film, David esplora le alternative a disposizione. Ma il sesso promiscuo nei bagni turchi e le orge sulla Fire Island lo lasciano insoddisfatto e sottolineano la sua solitudine di fondo. In una sequenza girata al raduno dell’orgoglio omosessuale del 1973 nei giardini di Washington Square a New York, David incontra Jason (Bo White), un fotografo divorziato, che lo aiuta a ripensare alla natura delle relazioni gay. Dopo avere stabilito che non ci saranno promesse o aspettative, ma solo un impegno a esplorarsi l’un l’altro, il film finisce con i due che corrono nudi nelle onde a Cape Cod, una sequenza al rallentatore, che ha attirato su di sé gran parte delle critiche rivolte al film. E’ difficile esprimere in modo lirico una relazione aperta, libera dai ruoli, senza suscitare reazioni violente. Ma Larkin lo sapeva e aveva scelto volutamente una scena d’amore per finire il film.

Breakfast With Scot di Laurie Lynd
Canada, 2007, 35mm, 95′, col.

Mar. 22, ore 22:30 A1

Ed e Sam sono impegnati in una relazione da quattro anni. Ed è un ex giocatore di hockey (della Toronto Maple Leafs) diventato ora un cronista sportivo e Sam è un avvocato che lavora per la sua ex squadra di hockey. Quando l’avventuroso fratello di Sam, Billy, si trasferisce per lavoro in Sud Africa, la sua ex ragazza, Julie, viene trovata morta per overdose e suo figlio Scot (non figlio di Billy) viene affidato a Billy. Ma Billy risulta disperso così Sam deve prendersi cura del piccolo. Il problema a questo punto è Ed, che non ha mai voluto sentire parlare di bambini. Quando l’11enne Scot arriva nella loro casa e aprono la sua sacca, dentro vi trovano … una rosa e musicale spazzola per capelli, due scatolette di plastica contenenti collanine, una cintura rosa, e quattro paia di calzini merlettati … realizzando così che il bambino sia più dichiarato di loro, nonostante che ancora non sappia niente della loro vita. Un ragazzo unico in una ancora più insolita situazione, Scot porta lo scompiglio nella vita di Ed e Sam. Ma quando Billy ricompare e decide di portare Scot con sè in Sud Africa, Ed e Sam non sopportano il pensiero di perderlo… Il film indaga sul significato reale di famiglia, contrapponendo in modo divertente gli stereotipi familiari ai sentimenti che formano una vera unione famigliare e mostrando come può sentirsi un bimbo che non riesce ad adattarsi al ruolo che la società gli ha preparato.

Ruan Lingyu (Hold You Tight ) di Stanley Kwan
Hong Kong, 1997, 35mm, 99′, col.

Dom. 20, ore 22:30 A3

Tong è un agente immobiliare di successo che conduce una vita solitaria pur concedendosi rapporti fugaci con i ragazzi delle saune. All’uscita di una di queste, s’imbatte in Fung Wai e lo invita in un bar. Scopre che il ragazzo ha perso la moglie, Moon, in un incidente aereo e che la relazione tra i due coniugi era già compromessa dalla comparsa di Jie, un bagnino taiwanese conosciuto da Moon in piscina. Anche Jie, ossessionato dalla perdita della donna, sembra interessato a Fung Wai. I destini di tre uomini soli si intrecciano così nelle notti di Hong Kong, ognuno alla ricerca di una piccola felicità, ognuno costretto a dare una sfumatura diversa al desiderio per resistere al proprio dolore. Il primo film di Stanley Kwan in cui sono gli uomini a esprimere tutta la forza delle passioni, spesso schiacciate dai ruoli sociali e soffocate da uno stile di vita che chiede produttività e freddezza. Nel delineare i legami tra i personaggi e il fluire dei sentimenti contrapposti con cui essi si confrontano, il regista ferma momenti di vita quotidiana di rara bellezza, sottesi di uno struggente anelito verso il sentimento d’amore ancor più che verso l’oggetto dell’amore. (Togay 2008)

 

Madame Satã di Karim Ainouz
Brasile/Francia, 2002, 35mm, 97′, col.

Gio./Thu 24, ore 16:30 A1

Una storia ispirata alla vita di una delle figure più straordinarie nella cultura popolare brasiliana, João Francisco dos Santos (1900-1976). Travestito, bandito, ragazzo di strada, cuoco in un bordello, carcerato e padre di sette figli adottivi, Dos Santos, meglio conosciuto come Madame Sata, fu anche un famoso omosessuale che combattè contro l’omofobia e i condizionamenti sociali in tempi assai difficili e pericolosi. La storia inizia nel 1932 a Rio de Janeiro nel distretto bohemien di Lapa, cuore della Rio de Janeiro bohémien, meglio conosciuta come la Montmartre dei Tropici, quando Joao Francisco sta quasi per realizzare il suo sogno: diventare un attore famoso. Nel sordido e vivace mondo di Lapa, popolato da ruffiani, prostitute e altre figure della malavita di Rio, Joao lotta nelle strade e controlla una specie di famiglia che comprende la bella prostituta Laurita e la sua giovane figlia per la quale tutti stravedono; il vistoso prostituto Taboo; Renatinho, il giovane amante di Joao; e Amador, il proprietario del club Danubio Blu che è la sua seconda casa. E’ proprio in questo locale che inizia la carriera di Joao come drag queen Madam Sata. Un film caldo e sensuale ma anche un toccante e coloratissimo melodramma presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2002.

Were the World Mine di Tom Gustafson
USA, 2008 Digibeta, 91′, col.

Gio. 24, ore 22:30 A1
Ven. 25, ore 11:30 A1

Il cattivo umore di Timothy si risolleva quando il suo eccentrico insegnante gli assegna il ruolo di Puck ne il Sogno di una notte di mezz’estate. Scivolando in un fantastico sogno-musical ad occhi aperti, Timothy scopre la ricetta per creare il magico filtro d’amore usato nella commedia di Shakespeare. Con la sua nuova arma, il folletto Timothy fa diventare gay gran parte della sua bigotta cittadina, gettando nel caos famiglia, amici e nemici. Quando, con riluttanza, è costretto a restituire il libero arbitrio a tutti, scoprirà con sorpresa che il vero amore rimane. (Togay 2008)

Chuecatown (Boystown) di Juan Flahn
Spagna, 2007, 35mm, 94′, col.

Gio. 17, ore 22:45 IDEAL

Victor (Pablo Puyol di 20 Centimeters), un bellissimo ed elegante giovane, lavora in un’agenzia immobiliare nella nota Chueca nei dintorni di Madrid. Nasconde un terribile segreto: rende disponibili alla vendita gli appartamenti dei quali ha assassinato le anziane proprietarie (dopo avere tentato invano di sedurle). Li rinnova e li vende a facoltose coppie gay. Il suo obiettivo è quello di trasformare Chueca in un luogo simile al quartiere di Soho a Londra. L’ultima vittima di Victor abitava nell’appartamento vicino a quello della coppia gay Ray (Carlos Fuentes di Km 0) e Leo (Pepón Nieto di Bulgarian Lovers). Ray ha ereditato l’appartamento dalla vittima e lo regala a sua madre Antonia. L’ispettore Mila, un’eccentrica donna con molte fobie, e suo figlio Luis (che nel corso del film farà un gentile e convincente coming out) stanno investigando sull’assassinio mentre Victor si appresta a sedurre Leo al fine di poter entrare nel suo appartamento e uccidere Antonia. Una commedia nera che offre splendide interpretazioni (in particolare Concha Velasco e Rosa Maria Sarda) , situazioni esilaranti, sensuali e vaporose saune e una piacevole e accattivante coppia gay, Ray e Leo.

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