Tutto è cominciato con un bigliettino scritto poco tempo fa dall’autrice della saga di Harry Potter, la scrittrice scozzese Joanne Kathleen Rowling (foto sopra), che contestava la sceneggiatura del sesto episodio, “Harry Potter e il principe mezzosangue”, diretto da Davis Yute, che da noi uscirà nel 2008. La contestazione riguardava un passaggio che metteva una ragazza al centro degli interessi di Silente (Albus Dumbledore nell’originale). La Rowling ha subito scritto al regista che la cosa era impossibile in quanto Silente era gay.
Questa dichiarazione è stata fatta al pubblico, sempre dall’autrice, durante un incontro di pochi giorni fa con 1.500 fans alla Carnegie Hall di New York, dove una ragazza riferendosi all’ultimo libro della serie, «Harry Potter e i Doni della Morte» che uscirà da noi il 5 gennaio 2008, ha chiesto se «Albus Silente troverà mai il vero amore della sua vita». La risposta è stata secca e precisa: «Albus Silente è gay». Poi, viste le reazioni positive del pubblico, ha continuato precisando che Silente da giovane si era innamorato dell’affascinante ma malvagio mago Gellert Grindelwald e che era rimasto «tremendamente deluso» quando Grindelwald si svelò più interessato alla stregoneria nera che a lui, finendo poi per distruggere il rivale in un mitico duello che cambiò la storia della magia. «Innamorarsi può rendere ciechi, ha detto l’autrice, e l’amore di Silente è stato la sua grande tragedia».
Gli applausi ricevuti dalla scrittrice dopo queste dichiarazioni le hanno fatto dire che «Se avessi saputo che la reazione sarebbe stata così positiva, non avrei aspettato tanto a far uscire allo scoperto il mio personaggio».
Queste dichiarazioni seguono di pochi giorni quelle di Daniel Radcliffe, il famoso Harry Potter dello schermo, che rivelava di essere felice di essere stato chiamato a interpretare un ruolo gay, quello di Guy Bennett, studente anticonformista apertamente gay che in seguito a varie umiliazioni legate al suo orientamento sessuale, diventa una spia del Kgb nel remake del film “La scelta – Another Country” (1984) di Marek Kanievska. (Vedi nostra news del 29 settembre)
La stampa di tutto il mondo ha riempito le cronache con queste dichiarazioni, anche perchè non succede spesso che in una saga per ragazzi, probabilmente la più famosa, venga assegnato apertamente un ruolo sessuale gay ad uno dei personaggi principali e più positivi. Finora era successo solo con il libro “And Tango Makes Three”, di Justin Richardson e Peter Parnell (ancora inedito da noi) che racconta la storia di due pinguini maschi innamorati che adottano un piccolo pinguino, e che negli Usa ha ricevuto grandi apprezzamenti sia dai genitori che dagli educatori. Ricordiamo, per inciso, che solo nel 2005 la PBS decise di non trasmettere un episodio dello show per ragazzi “Postcards From Buster” perchè criticato dalla Segreteria dell’Educazione (Margaret Spellings) in quanto conteneva un personaggio lesbico.
Anche sui siti web della saga di Harry Potter si sono moltiplicati gli interventi sulla rivelata gayezza di Silente, da molti già sospettata (non aveva mai avuto rapporti con donne e il suo attacco a Grindelwald, suo ex amante, era stato ritardato di cinque anni con varie scuse) mentre da altri viene ritenuta una dichiarazione inutile (Silente è ormai morto).
Dalla stampa italiana riportiamo un passaggio molto positivo del Corriere della Sera che dice: “L’outing è comunque destinato a passare alla storia come il primo — e finora unico — nella grande letteratura da bestseller per l’infanzia, dove gli eroi apertamente omosessuali sono ancora banditi. Oltre a essere uno dei protagonisti, Albus Silente è l’incarnazione strapositiva del maestro- mentore-guida che illumina la strada alle nuove generazioni. «Il messaggio della Rowling è chiaro — teorizza la psicologa Anne Cohen —. Anche i gay possono essere fari per l’infanzia». Prima di lei neppure Clive Barker, apertamente omosessuale e mito della comunità gay di tutto il mondo, aveva osato inserire personaggi gay nel suo ciclo fantastico di Abarat (Fabbri Editori).” Articolo seguito da un commento di Maria laura Rodotà che dice “la Rowling ha voluto far sapere al mondo che il suo personaggio più rispettato — un anziano intellettuale/mancato statista per scelta, una specie di Carlo Azeglio Ciampi più Sandro Pertini più Norberto Bobbio più lunga barba bianca — aveva inclinazioni sessuali per molti, tuttora, poco rispettabili. Alla faccia loro (di quelli che pensano siano poco rispettabili). E per insegnare qualcosa ai ragazzini, è probabile. Che quando usano parole come «ricchione» o «busone» (e altre) per offendere qualcuno, insultano anche l’unico adulto a cui forse, se esistesse, darebbero retta. Che è normale essere gay e coraggiosi, gay e carismatici, gay e sprizzanti matura (un po’ decrepita, vabbè) virilità. E poi, l’outing di Albus Silente è un passaggio epocale. Per la prima volta uno degli eroi di una serie di bestseller globali e per di più per ragazzi (vabbè, siamo tutti ragazzi in questi casi) è proclamato omosessuale dall’autore.”
Purtroppo abbiamo letto anche articoli più sospettosi, che probabilmente si sentono più allineati ai fondamentalisti cristiani che accusano da sempre questa saga di promuovere la stregoneria e che ora avranno anche questo elemento in più per criticarla.
Riportiamo un brano dal quodiano “La Provincia” firmato da M. Schiani che dice: “…Lungi da noi, a questo punto, far del moralismo sulle inclinazioni sessuali del signor Silente. E tuttavia viene da chiedersi se, visto che la cosa investe la sua sfera privata, non avrebbe preferito, da parte dell’autrice, un pizzico di discrezione in più. Lui, dopo tutto, non si è mai permesso di spargere ai quattro venti le abitudini della sua creatrice. Chissà perché avevamo sempre pensato che, di un personaggio letterario, ci fosse da sapere solo e soltanto quanto l’autore decideva di dirci e niente più. È pur vero che alla conclusione di romanzi particolarmente riusciti si ha spesso la sensazione, piacevole, che la storia possa continuare altrove. Ma se per queste ipotetiche estensioni un posto esiste, questo si trova nella nostra fantasia e non già in quella degli scrittori. I quali, come tutti, ogni tanto dovrebbero imparare a farsi gli affari propri.”
Noi chiaramente difendiamo le dichiarazioni, anche se tardive, dell’autrice di Harry Potter, Joanne Kathleen Rowling, che insieme al protagonista della serie cinematografica Daniel Radcliffe, inseriamo volentieri tra i nostri personaggi cult del momento.
Qui sotto la copertina del Time di questa settimana