La pagina “Liberi tutti”, diretta da Delia Vaccarello, che esce ogni 15 giorni sull’Unità, è dedicata oggi alle ultime novità sul primo Leone d’Oro gay che, sembra sicuro, verrà ufficialmente assegnato alla fine della 64ma Mostra veneziana.
Anzitutto possiamo ammirare il logo del premio, il Queer lion, disegnato e colorato dagli stessi artigiani veneziani che realizzano il Leone d’Oro (sulle ali i sei colori della bandiera arcobaleno).
Abbiamo poi la definitiva composizione della giuria che assegnerà il Queer Lion, composta da tre autorevoli e competenti personaggi coordinati dal direttore di Venice Gays (la rassegna del cinema omosessuale che si svolgerà dal 14 al 16 settembre al cinema “ex Gil” di Mestre) Daniel Casagrande: Alan Cumming, regista e attore britannico; Sandro Avanzo, critico cinematografico di Radio Popolare; Delia Vaccarello, giornalista e scrittrice.
Le prime notizie sicure sui titoli candidati si avranno dopo l’incontro di Casagrande e Grillini col direttore della Mostra, il prossimo 6 agosto.
Riportiamo di seguito l’inizio dell’articolo di Delia Vaccarello sull’Unità di oggi, che potete leggere per intero sulla nostra rassegna stampa.
VENEZIA. Conto alla rovescia per il Leone gay. Sulle ali i colori simbolo del Gay Pride dipinti a mano dagli artigiani della laguna
di Delia Vaccarello
Ruggirà l’otto settembre per la prima volta. Ha le ali striate dei colori dell’arcobaleno e, nella postura delle zampe anteriori, il piglio della fierezza e del gioco. Il Queer lion, il premio che la sessantaquattresima mostra internazionale del cinema di Venezia darà al miglior film con tematiche omosessuali e trans, è cucciolo ma a settembre sarà già grande.
Nel fare la cronaca di questa sua prima infanzia fissiamo alcune tappe evolutive: il sei agosto alle 15.30 Franco Grillini, che da anni si adopera per la nascita del leone gay, e Daniel Casagrande, direttore delle Giornate di Cinema Omosessuale di Venezia nonché coordinatore del Queer Lion, incontreranno Marco Muller, patron per il quarto anno.
Porteranno al Lido, al Palazzo del Cinema, il simbolo (nella foto) che verrà inciso su targa 20×15 di ottone satinato con rivestitura d’oro contenuto in un astuccio di seta rossa. Non solo: gli artigiani del laboratorio Santi di Venezia – lo stesso che realizza il Leone d’Oro – dipingeranno a mano i sei colori simbolo della bandiera del Gay Pride e il rito della pittura delle ali verrà ripetuto di targa in targa.
Grillini e Casagrande non torneranno a casa a mani vuote: avranno l’elenco completo di tutti i film della mostra 2007 che contengono la tematica lgbt. Una riserva che può sciogliere solo il patron visto che l’ottanta per cento dei film in mostra a Venezia è in anteprima mondiale.
Siamo in grado di dare però qualche primizia: l’elenco di Muller potrebbe includere «Nightwatching» di Peter Greenaway che narra il crocevia maledetto della vita di Rembrandt, lì dove perse la moglie e i tre figli. Probabile candidato anche il thriller «Lussuria» di Ang Lee, il regista dei cow boy innamorati, ambientato a Shanghai durante la Seconda Guerra Mondiale. Con certezza ci sarà «24 battute», film francese del 2006 di Jalil Lespert, che mette in scena una notte di Natale tra quattro sconosciuti dall’esito imprevisto. Proprio i francesi ci invidiano il premio, per una volta almeno. Dopo l’annuncio dell’istituzione, alcuni giornali titolarono: «Dopo Berlino e Venezia, a quando una palma d’oro gay?»… segue