L’occasione era ghiotta, il Pride milanese che, anche se solo a una settimana da quello nazionale di Roma e con pochissima pubblicità, è riuscito a portare in piazza decine di migliaia di cittadini, tra manifestanti e simpatizzanti ai bordi del percorso. Così il vicesindaco Decorato, dagli uffici del municipio milanese, ha esternato proprio ieri, giorno del Gay Pride, la nuova linea politica dell’amministrazione cittadina verso il popolo LGBT che vi abita e vi paga le tasse come tutti gli altri, ma che invece risulta essere stato messo sul libro nero dell’amministrazione. Da quest’anno infatti, Festival del cinema gaylesbico compreso, dice Decorato: «Mai più finanziamenti o patrocini dal Comune a iniziative organizzate da associazioni gay, perchè sarebbero una legittimazione dei Dico». Cosa c’entrano manifestazioni cinematografiche, culturali e sportive coi Dico? Apparentemente nulla. Sono però eventi promossi da omosessuali, gli stessi soggetti che stanno chiedendo diritti e parificazioni, come leggi sulle unioni civili, contro le discriminazioni, l’omofobia, ecc.
Finalmente hanno gettato la maschera, e la Moratti, sindaco di Milano, non potrà più ripetere che «Ho il massimo rispetto per chi vive in modo diverso la sua sessualità», a meno che rispetto per lei significhi discriminazione o messa al bando.
Negare solidarietà ai gay perchè questi osano chiedere diritti ed uguaglianza significa solo che sono proprio i gay e l’omosessualità in quanto tali a non venire accettati, a essere considerati come un pericolo pubblico (probabilmente contagioso) da osteggiare e boicottare. Un triste ritorno al passato, un via libera alla violenza omofoba.
Hanno sbagliato la Direzione del Festival del Cinema Gaylesbico e dell’Arcigay milanese a sottovalutare le informazioni che dava la stampa (emerita Repubblica in testa) su questa nuova linea della Giunta milanese. La Moratti è stata furba, mentre era ancora in corso il Festival del Cinema, a non pronunciarsi chiaramente in merito: sarebbe stata una pubblicità indiretta all’evento. Ora che i riflettori sul Festival si sono spenti, il mancato patrocinio (fondi promessi compressi), diventa solo un’astuta mossa politica per dare addosso al governo (con la scusa dei Dico) e catturare le simpatie dei cattolici integralisti e clericali.
La manifestazione di ieri è già stata una prima risposta della comunità gay milanese. La stragrande maggioranza dei cartelli e degli slogan erano contro l’oscurantismo della Chiesa e delle destre clericali. Il movimento gay cittadino ha regalato alla Moratti un cesto di freschi e profumati finocchi perchè impari a conoscere quanto sono buoni. Sicuramente il prossimo anno le regaleremo un’altro Festival del cinema gaylesbico ancora più ricco e bello. Le dimostreremo che non è facile uccidere o reprimere le idee e la cultura quando sono l’espressione vera e autentica di una fetta di umanità che non accetta più di essere cancellata o discriminata.
Leggi la rassegna stampa sul Pride milanese e le dichiarazioni di Decorato:
Articoli di Corriere della Sera
Articoli di La repubblica
Articoli di Il Giorno
Articoli di Il Giornale sul Pride
Articoli di Il Giornale su Decorato
Articoli di Il Manifesto
Articoli di Liberazione
La rassegna stampa del giorno dopo (25/6/2007) con le precisazioni del sindaco Moratti:
Articoli di Corriere della Sera
Articoli di La repubblica
Articoli di Il Giorno
Articoli di Il Giornale
Articolo di Pierfrancesco Majorino su Affari Italiani
Intervista al leghista Matteo Salvini su Affari Italiani
Vedi le foto del Pride milanese sul sito di Arcigay Milano
Vedi le foto del Pride milanese sul sito Fotopride.net