UN OFFENSIVO ARTICOLO SU LIBERO CHE MESCOLA CINEMA E DICO

Il premio al cinema gay di Venezia sarebbe un cavallo di Troia per conquistare i Dico. Viva Venezia.

Ieri siamo stati fortunati, almeno per buona parte della giornata non abbiamo saputo dell’articolo di Libero sul premio gay al prossimo festival veneziano, e quindi nessuno ci ha rovinato la gioia e la festa per questa significativa conquista. Oggi però, riflettendoci bene, ci viene quasi voglia di ringraziarlo Feltri, il direttore di Libero, che ieri ci ha messo in prima pagina, con foto e articolo che continuava all’interno riempiendo completamente un’altra pagina del quotidiano. In fondo, pensiamo, ha capito la rilevanza della cosa, la novità culturale e sociale che questo premio rappresenta, soprattutto in un Paese come il nostro, dove anzichè premi agli omosessuali vengono abitualmente lanciati insulti e offese. Che possono anche portare al suicidio dei più giovani e indifesi.

Peccato che l’articolista conosca così poco il cinema gay da credere che nascerà a Venezia con questo premio (“… gentile pubblico: nasce a Venezia un nuovo genere cinematografico: il gay movie …), dimostra di non essere nemmeno un lettore dei quotidiani che, solo una settimana fa, erano pieni delle cronache della 22ma edizione del Festival gay lesbico di Torino, un festival che, insieme ad altre centinaia in tutto il mondo, celebra ogni anno il cinema a tematica gay.

Peccato ancora che l’articolista dimostri di avere le idee molto confuse su omofobia, discriminazione, diritti civili, ecc. tanto da riconoscere che in molti Paesi civilizzati esistono già specifiche leggi che regolamentano queste materie, mentre, sempre secondo l’articolista, da noi sarebbero cose paragonabili alla difesa “dei Panda in Cina o della tigre bianca della Siberia” o “all’epopea dei raccoglitori di rape nella Piana degli Albanesi”.

Ma l’obiettivo che sta più a cuore a questo patetico e stizzito articolista sembra essere di dare addosso, come teodem e leghisti comandano, ai Dico e quindi al governo Prodi che li vuole produrre. Ancora una volta i gay vengono strumentalizzati politicamente per potersi proclamare gli unici difensori della famiglia, ed ora anche del buono e tradizionale cinema. Ci chiediamo quale politica potrebbero fare questi personaggi se i gay non esistessero! Per sopravvivere dovrebbero inventarci!

Leggi la pagina di Libero (riprodotta qui sotto) del 3/5/2007

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