Quasi incredibile vedere, in una domenica di splendido sole, le sale del Festival gremite già nel primo pomeriggio. Continuano con successo anche i quotidiani incontri letterari alla Fnac (18:30) organizzati in collaborazione col Festival che oggi presentava, con il commento di Gianni Amelio, il libro di Fabio Bo “Prendere o lasciare”, “storie di uomini che vivono la propria omosessualità in piena e serena consapevolezza”.
Oggi è arrivato al Festival anche l’Onorevole Franco Grillini che abbiamo brevemente incontrato. Ci è sembrato alquanto sfiduciato politicamente. Eppure, gli abbiamo ricordato che “se nell’ultimo anno il dibattito politico nel nostro Paese si è concentrato sui diritti civili degli omosessuali, cosa impensabile solo qualche anno fa, questo merito va soprattutto al tuo instancabile lavoro come parlamentare e militante omosessuale”. Ci ha risposto che “alla prova dei fatti non raccoglieremo niente. La classe politica è timorosa e si lascia troppo condizionare, non si vuole portare avanti una battaglia per la laicità dello Stato”. Crede che non ci sia più spazio, nemmeno nel nascente Partito Democratico, per un’azione incisiva sulle nostre problematiche, che forse l’unica soluzione potrebbe essere quella di organizzare una forza politica gay. Ma noi pensiamo che questa scelta sia ancora prematura per la comunità gay italiana, assai poco politicizzata e comunque assai eterogenea politicamente. Il rischio di una totale e improduttiva emarginazione politica sarebbe altissimo.
Abbiamo finalmente incontrato anche il Direttore di Fourlab, Simone Morandi, una persona assai cortese e soprattutto piena di entusiasmo e dentro a mille progetti indirizzati alla promozione del cinema LGBT nel nostro Paese. In questo Festival, ad esempio, sovvenziona come Fourlab, l’ambito Premio Ottavio Mai del concorso lungometraggi, che verrà da lui conseganto la sera della premiazione, giovedì 26 aprile, quando vedremo il film “Another Gay Movie” già acquistato dalla Fourlab per la distribuzione italiana. Morandi ci ha promesso a breve una lunga intervista in esclusiva per cinemagay.it dove ci parlerà della sua storia, della “conquista” della serata settimanale (ogni venerdì,, con diverse repliche) di cinema gay in prima visione su Sky Show e di tanti altri progetti.
Veniamo ora ai principali film della giornata, anche oggi numerosi, dove segnaliamo in particolare il grande successo di pubblico per i cortometraggi, per la sorpresa del fuori concorso “Poltergay”, che ha mandato in visibilio il pubblico della sala e per il melodramma coreano “No Regret”.
Tra le altre opere interessanti segnaliamo il documentario in concorso “Au-delà de la haine” di Olivier Meyrou che raccoglie le testimonianze di parenti e amici di Francois Chenu, un ragazzo omosessuale barbaramente picchiato e gettato ancora vivo in un lago da tre skinheads che andavano a caccia di un arabo da picchiare in un parco di Reims la sera del 13/9/2002. Inizialmente molto lento, raggiunge momenti di grande commozione nella descrizione del processo, dove al vuoto morale dei tre assassini (che non ci vengono mai mostrati), si contrappone la grande umanità dei parenti della vittima che, pure molto colpiti dalla perdita, non si lasciano mai andare a sentimenti di vendetta. Lo inseriamo senz’altro tra i probabili vincitori del concorso documentari.
Delicatissimo e intimista l’autobiografico film fuori concorso “Sonya” della finlandese Kirsi Marie Liimatainen che racconta una storia vista tante volte ma purtroppo sempre attuale. Il film ci mostra le sofferenze di una timida adolescente che si innamora di una bella ed estroversa compagna di scuola che sembra ricambiarla ma che in realtà è attratta dai maschi. Il tutto accompagnato da una pesante situazione famigliare, da un fidanzato insistente e dalle amiche tutte desiderose di perdere ad ogni costo la loro verginità.
Tra i corti fuori concorso segnaliamo il divertente “Golden Hayes” (6 min.) in cui il (vero) critico cinematografico Gianni Canova commenta il finto ritrovamento di due versioni di un film degli anni ’30, barbaramente tagliato dalla censura della commissione Hayes nella versione distribuita, per eliminare ogni riferimento ad una relazione omosessuale. Girato in un accattivante bianco e nero con una brillante Justine Mattera.
Altro interessante corto italiano visto oggi è “Dentro Roma” (30′) di Francesco Costabile, con l’attore Cosimo Bani presente in sala e carinissimo nel manifestare la propria timidezza nel parlare in pubblico. Il film racconta dell’innamoramento di un timido ragazzo italiano per un bellissimo giovane rumeno, Vlad, dai traffici poco chiari. Vlad sembra ricambiare le attenzioni dell’italiano ma in realtà, oltre ad essere una marchetta è anche infelicemente innamorato di una prostituta rumena. L’opera colpisce sia per la bravura di entrambi gli interpreti che per la bella ambientazione in una Roma capace di stupire per i suoi contrasti tra monumentalità e miseria.
Tra i corti in concorso, quasi tutti di altissimo livello, ricordiamo “Alguém olharà por ti” (14 min.) di Marta Pessoa sulla nascita di un interesse tra due bambine compagne di classe, che la regista fa emergere attraverso una sottile e silenziosa indagine comportamentale delle due bimbe.
Il bellissimo e curioso “Le Moment venu” di Thomas Forwood che ci fotografa la situazione di una coppia gay insieme da molti anni ed ora di fronte alla malattia terminale dell’uomo più anziano che si vede costretto a prendere in casa un’infermiera, cosa che fa sentire un po’ escluso l’amato compagno. Colpisce la normalità della situazione sottolineata da fatto che il medico curante, nel dare le istruzioni all’infermiera, la prega di dare anche molta attenzione e cura al compagno più giovane che rischia una depressione.
Quasi un piccolo film dell’orrore il corto “Bug crush” (36 min.) di carter Smith che fa abilmente crescere la tensione dello spettatore partendo da una innocente infatuazione di uno studente al college per un intrigante ragazzo appena arrivato. Il desiderio dello studente verrà forse esaudito, ma con modalità che nessuno vorrebbe sperimentare.
Un piccolo gioiello di soli 6 minuti è “Cabalerno” di Jarrah Gurrie che ci mostra l’attrazione verso un pettoruto e bellissimo skater di un timido ragazzo che lo riprende con la videocamera. Quando lo skater se ne accorge gli si avvicina e gli chiede di vedere cosa ha ripreso sulla videocamera. Nella scena successiva vediamo lo skater che passa davanti al ragazzo con la videocamera, mostrandosi senza maglietta in tutta la sua virile e sconvolgente bellezza.
Dicevamo sopra della sorpresa della giornata, il film francese “Poltergay” di Eric Lavaine, un’opera che oltrepassa il prevedibile B movie di genere, presentandosi invece come un film indistinguibile, per la tecnica con cui è girato, da tanti blockbuster hollywoodiani ma che ne supera moltissimi in qualità per l’intelligenza delle trovate e delle battute, sempre divertenti ed ironiche, con momenti di non superficiale riflessione, spesso collegati all’attualità, e con un pizzico di sentimentalismo mai banale. Un film capace di catturare ogni tipo di pubblico. La storia è quella di una coppia etero che si trasferisce in una casa ora disabitata ma che trent’anni prima era una discoteca gay dove per un incendio morirono cinque ragazzi, ora condannati a vivervi come fantasmi. Molte delle gag che scaturiranno dall’esilarante incontro del protagonista etero con questi amabilissimi fantasmi gay saranno sfruttate dall’abile sceneggiatura per mostrare al pubblico l’evoluzione della comunità gay francese negli ultimi trent’anni, sia nei pregi che nei difetti.
Ultimo film della giornata il lungometraggio in concorso “No Regret” del coreano Lee Song Hee, presente alla proiezione. Diciamo subito che anche questo film è piaciuto moltissimo al pubblico (da una piccola indagine ho rilevato che raccoglieva come voto moltissimi 8 e 9) ma senz’altro meno al sottoscritto che lo giudica assai discontinuo nello stile. Per la prima racconta una storia di amore non corrisposto, tipo Liala, tra un ragazzo orfano costretto a fare il prostituto per raccogliere un po’ di soldi e un suo giovane cliente, figlio di industriali, che, innamoratissimo, lo perseguita maniacalmente fino a farsi corrispondere. Dopo il trionfo dell’amore, meravigliosamente consumato con dedizione totale da entrambi, il film cambia completamente registro, volendo probabilmente avvicinarsi al melodramma impegnato di Fassbinder e di Wong Kar-Wai (il dramma di classe del giovane ricco e l’invertita disperazione sentimentale dei protagonisti), arrivando fino a momenti horror (la sepoltura dei corpi vivi) e tentando di alleggerire il tutto con una poco riuscita venatura ironica (più ridicolo che ironico il palpeggiameto testicolare dei due protagonisti quasi cadaveri). Alla fine comunque qualcosa rimane, soprattutto se ci lasciamo abbandonare e catturare dalla bellezza del protagonista, dalla descrizione dell’ambiente e dei ragazzi prostituti, ognuno coi propri desideri e col destino già segnato, e soprattutto dal gioco di questo alterno, disperato e assoluto amore tra i due protagonisti.
Il regista, membro di un collettivo di filmaker queer, parlando dopo la proiezione del film, ha detto che in Corea il film è piaciuto molto alla comunità omosessuale e soprattutto al pubblico femminile, che lo ama moltissimo. Il film ha ottenuto molto successo al festival di Pusan (uno dei più importanti della Corea e del mondo) ma pensa che difficilmente verrà distribuito su larga scala nel suo Paese. A lui comunque non importa molto la grande distribuzione (attualmente è in trattativa con l’Olanda), quello a cui più tiene è di portare il suo film nei festival internazionali e avere la possibilità di confrontarsi con molte persone. Riferendosi alla scena finale, quando i due protagonisti si toccano in un momento assurdo, ha detto di averla voluta inserire per alleggerire la storia, complessivamente molto triste.
ALCUNE IMMAGINI DELLA GIORNATA
Daniel N. Casagrande e l’On. Franco Grillini
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l’attore Cosimo Bani
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Le protagoniste del film "Sonya"
Julia Kaufmann, Sabrina Kruschwitz |
Julia Kaufmann
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Andrea Gambadoro e Giuseppe Bisicchia
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Lyat Weisbort e Roberta Marques
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Roberta Marques
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Lee Song Hee II
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