Prima giornata del concorso con due titoli che potrebbero entrambi ambire al massimo premio. Cominciamo dal nostro preferito, lo struggente e impegnativo “Riparo” di Marco Simon Puccioni. Un’altro titolo, questa volta italiano, che non ha ancora trovato una distribuzione nelle nostre sale, mentre è già stato acquistato dagli USA, dalla Francia, dalla Germania, ecc. Misteri della nostra industria cinematografica o pregiudizi e arretratezza di un mercato troppo timoroso e probabilmente legato a capitali troppo ossequiosi ai desiderata di oltretevere?
Questo film ci ha sorpreso positivamente per diversi motivi. Prima di tutto per le coraggiose tematiche che affronta, quasi una novità nel cinema italiano. Poi per il modo con cui queste problematiche sono perfettamente inserite in un contesto ambientale e sociale molto preciso ed emblematico di tanta provincia italiana. Il tema principale è senz’altro quello di una difficile storia d’amore lesbico. Difficile perchè le due donne appartengono a classi diverse (una è la figlia della padrona dello stabilimento calzaturiero in cui lavora come operaia l’altra), difficile perchè una è giovane, anche se già divorziata, vivace e desiderosa di affermarsi nella vita con le proprie forze, e l’altra più matura ma interiormente combattuta tra il desiderio di una legittima libertà sessuale e l’obbedienza a una famiglia conservatrice e tradizionalista della media borghesia imprenditoriale.
E’ chiaro che questa intensa e sincera storia d’amore lesbico prima o poi dovrà vedersela con le contraddizioni insite nel secondo e importante tema, caro al regista, delle differenze di classe. La chiave di volta della vicenda viene fornita dal terzo e attualissimo tema, altrettanto caro al regista, dell’immigrazione clandestina, che si presenta già nelle prime scene del film, con il ragazzo che le due donne portano inconsapevolmente in Italia tornando da una vacanza in Tunisia. Questo tema accompagna in crescendo gli altri due fino ad arrivare a momenti in cui le varie emarginazioni (sessuale, di classe e d’origine) sembrano fondersi, trovando quasi una forza nuova dalla loro unione. Una forza che però non saprà reggere ai condizionamenti ambientali e sentimentali dei diversi personaggi (la morte del padre della ragazza operaia, l’arroganza e la crudele freddezza della madre imprenditrice, le ambiguità nel mondo del lavoro, ecc.).
Perfetta l’analisi fatta da Davide Oberto nel presentare il regista Piccioni prima della proiezione del film: un’opera che ci ricorda la grande abilità di Fassbinder nel mescolare temi politici e sociali con le problematiche sessuali e sentimentali dei protagonisti.
Alla fine della proiezione abbiamo chiesto al regista se il finale del film, che ci sembrava assai pessimista, corrispondesse al suo giudizio politico sulla nostra società. Ci ha risposto, appoggiato anche da un intervento successivo del regista Tonino De Bernardi, che il finale non dovrebbe essere visto come qualcosa di negativo, ma come l’inizio di una possibile soluzione, o almeno evoluzione, delle varie problematiche presentate. Il regista ha proseguito dichiarando che il suo principale obiettivo era di mostrare come l’incontro di diverse emarginazioni possa essere utile alla società, e soprattutto alla crescita e maturazione dei diversi personaggi. Splendido film, genuino e stimolante cibo per la mente e per il cuore.
L’altro grande film in concorso della giornata è stato il tanto discusso “The Bubble” di Eytan Fox, un regista molto amato e già due volte premiato da questo festival. Molto bene hanno fatto i programmatori a metterlo nello stesso giorno di “Riparo”, di cui abbiamo appena parlato. Anche questo film, forse ancora di più del precedente, è politicamente e socialmente impegnato. Lo definiremmo quasi un manifesto sull’attuale situazione politica israeliana e palestinese. I personaggi e le situazioni del film sono molte, forse troppe, ma molto efficacemente connesse. Abbiamo, un gruppetto di amici che sembrerebbe uscito da una puntata di “Queer as Folk”, tranne che questi vivono a Tel Aviv, esprimono anch’essi molto liberamente le proprie sessualità, ma sono civilmente impegnati per promuovere la pace tra i due popoli. La drammaticità della guerra e degli attentati kamikaze entrerà nella loro vita quotidiana attraverso l’incontro e l’intenso amore conseguente tra uno di loro e un palesinese clandestino. Una struggente lezione di storia e di liberazione su uno dei più importanti drammi politici della civiltà contemporanea.
Dobbiamo per forza segnalare anche un altro bellissimo film della giornata, un vero gioiello d’autore. Stiamo parlando di “Fragile” del regista svizzero Laurent Négre, che ci presenta un intenso dramma famigliare, dove un fratello e una sorella, dopo il sacrificio della madre (una grande Marthe Keller) e un’incomprensione che durava da anni, impareranno finalmente ad amarsi. Nel film una delle scene più sconvolgenti viste finora (davanti alla più famosa fontana della città di Ginevra). La tematica omosessuale del film è rappresentata dalla storia d’amore lesbico che, con fatica, la sorella porta avanti, senza avere il coraggio di presentarla alla famiglia che invece risulterà assolutamente e serenamente consapevole della cosa. Una storia sulla crisi della famiglia e sulla necessità degli affetti, ovunque essi risiedano. Struggente e indimenticabile, imperdibile per chi ama le storie intimiste.
Da seganalare anche il film cinese “Lost in You” di Zhu Yiye, una delicata e onirica storia d’amore tra due giovanissime ragazze che si confrontano sui reciproci sentimenti, le difficoltà di poterli vivere liberamente e una scelta finale di vita assai curiosa. Il film tenta di essere figurativamente originale, riuscendoci solo in parte. Il giudizio complessivo va dato considerando il Paese da cui proviene e la giovane età degli autori.
Nel pomeriggio un rinfresco è stato offerto dalla direzione del Festival per l’inaugurazione ufficiale della mostra dei quadri di Luigi Caiffa che arredano stupendamente l’atrio del rimodernato cinema Ambrosio. Narcisi ed Ermes, figure molto plastiche di corpi con sfumature monocramatiche in posizioni ginniche, un San Sebastiano altamente drammatico, un “Ratto di ganimede” con angelico e poetico viso di giovane bendato, ecc. Immagini che ci accompagneranno piacevolmente nel ricordo di questa edizione del Festival. Disponibile il catalogo dell’artista.
ALCUNE IMMAGINI DELLA GIORNATA
Gianni Amelio
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Atrio del Cinema Ambrosio
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L’artista Luigi Caiffa con il Direttore G. Minerba
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Rinfresco per la Mostra di Luigi Caiffa
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Eytan Fox
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Autori del film "Riparo"
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Giovanni Minerba, Antonia Liskova
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Marco Simon Piccioni
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Antonia Liskova
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