Finalmente siamo al grande Festival gay torinese. Ieri, inaugurazione, è stata una giornata di fibrillazione per tutti. Impossibile parlare con il Direttore Minerba a meno di strappargli il telefonino dall’orecchio. Ma ci siamo consolati alla grande incontrando la sempre gentilissima Elfi Reiter e Dario Cazzola (a nostro giudizio il più bel ragazzo di Torino) negli agitatissimi uffici organizzativi del festival, che ci hanno dato tutte le informazioni richieste.
Purtroppo ha avuto una coda la provocazione degli studenti di Azione Giovane (AN) che nei giorni scorsi si erano attivati con successo per far ritirare dalla Consulta Provinciale degli studenti il loro contributo al Festival. Un giovane 17enne di Azione Giovani (membro della Consulta) è riuscito ad entrare in una proiezione pomeridiana del festival, volendo dimostrare che alle casse non chiedono i documenti, essendo il festival aperto solo ai maggiorenni. In qualsiasi cinema che proietti un film vietato i documenti vengono chiesti quando chi chiede il biglietto dimostra dall’aspetto che potrebbe essere minorenne. Alla stampa il giovane ha poi dichiarato, contraddicendo l’assunto: “perché mai dovevamo dare un contributo ad una rassegna a cui non abbiamo nemmeno libero accesso?”. Il Direttore Minerba ha giustamente commentato: “Si tratta di una provocazione di basso profilo, che dà una nuova prova dell’immaturità di questi giovani”.
Fortunatamente i giovani maturi a Torino ci sono a cominciare da quelli che ieri sera hanno riempito la grande sala del cinema Capitol per la proiezione del film di apertura del Festival “Crustacés et coquillages”. Attivissimi anche i giovani del Torino Pride che all’ingresso del cinema distribuivano un volantino che ricordava il recente sacrificio di Matteo e l’omofobia ancora “presente nei comportamenti quotidiani, soprattutto contro le persone che hanno meno capacità di difendersi”. Ricordiamo che i giovani del Torino Pride quest’anno organizzano anche un Pride cittadino il 30 giungo 2007 e il primo Gay Village torinese.
La cerimonia di inaugurazione, iniziata con un po’ di ritardo proprio per consentire l’accesso al numeroso pubblico, è stata un delizioso spettacolo animato dall’innocente e quasi sperduta naturalezza del Direttore (capace di pizzicare verbalmente qualsiasi autorità con la massima non-chalance), dalla svenevole (letteralmente) Sara Brizzi e dal grintoso Sergio Troiano. Incisive le parole dell’Assessore alla Cultura del comune che ha sottolineato come questo Festival non sia solo un momento di cultura cinematografica ma anche e soprattutto un momendo di educazione delle coscienze. E’ intervenuto anche il Direttore del Museo Nazionale del Cinema, Alberto Barbera, che ha rimarcato la necessità e l’utilità di un festival come questo, dimostrata proprio dagli incresciosi episodi di questi ultimi tempi.
Alla fine sono intervenuti, applauditissimi, i registi del film in programma “Crustacés et coquillages” che hanno lamentato le difficoltà di distribuzione del loro film in Italia. Finalmente, dopo due anni di difficili e laboriosi tentativi, il film è approdato a Torino e in Italia grazie al Festival e alla Fourlab.
Il film, che ha ricevuto moltissimi applausi a scena aperta, è una divertente e intrigante “commedia degli equivoci” dove nulla è come appare inizialmente, dove tutti tradiscono tutti, dove assistiamo a un difficile e raro coming out etero, dove ognuno chiede solo di poter essere semplicemente se stesso. Il film ha uno stile leggero, un’ottima interpretazione corale dominata da una superlativa Bruni Tedeschi, e una conclusione che potrebbe essere un manifesto per la convivenza felice dell’umanità nel terzo millennio. Non siamo proprio riusciti a capire le difficoltà distributive di un film che ha tutte le carte in regola per piacere a un vasto pubblico.
Nella giornata abbiamo anche visto l’impegnativo film di Rosa von Praunheim che rilegge la tragedia del cannibale di Rotheburg, con uno stile e delle idee molto originali. La sua ricerca delle motivazioni che possono avere portato a quella tragedia risiedono più nella solitudine, nell’isolamento e nel disagio psichico dei protagonisti anzichè in un loro intenso legame, che, sembra dire il regista, se ci fosse stato avrebbe potuto risolvere i loro problemi. Nel film di Praunheim i due uomini non sono neppure omosessuali e l’assassino potrebbe avere ucciso l’amico semplicemente per liberarsene. Bellissima l’idea di fare interpretare anche gli altri personaggi (la madre, l’amica della madre, il poliziotto) sempre dai due protagonisti (molto riconoscibili) proprio per sottolineare la loro solitudine e isolamento dal mondo reale. Un film intelligente e molto ben fatto, che sarà molto apprezzato dagli estimatori del regista.
Nel pomeriggio abbiamo anche visto il film “Requiescant” di Carlo Lizzani che inaugurava l’attesa serie “Queer in the West”, dove, anche se la motivazione queer non era facile da intendere, abbiamo comunque potuto goderci la fugace presenza di Pasolini e Ninetto Davoli.
Alcune immagini della cerimonia di inaugurazione del 22° Torino GLBT Film Festival
Jenny Olson
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Jenny Olson e Giovanni Minerba
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Olivier Ducastel, Jacques Martineau
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Sara Brizzi e Sergio Troiano
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Sergio Troiano, Alberto Barbera
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Ricke Merighi, Davide Oberto, Cosimo Santoro, G. Minerba
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