Scandalosa la denuncia fatta dal regista Marco Simon Puccioni (foto sopra), che presenta l’unico film italiano in concorso nella sezione Panorama della Berlinale 2007, e ancora più scandaloso che il suo film “Riparo – Anis tra di noi” non abbia ancora trovato una distribuzione italiana.
Puccioni ha infatti denunciato le molte difficoltà incontrate nel nostro paese per produrre e realizzare un film di argomento omosessuale, che racconta dell’amore tra due donne e delle loro insicurezze provocate soprattutto da un ambiente ostile (la storia è ambientata dalle parti di Udine).
Dice Puccioni: “ho registrato molta difficoltà, da parte delle nostre attrici e delle loro agenzie, a prendere in considerazione questi personaggi. Era come se una storia simile non le interessasse a priori”. Il regista fu così costretto a rivolgersi a due attrici straniere, la star portoghese Maria de Medeiros e la slovacca Antonia Liskova.
Il progetto del film ha potuto concludersi solo grazie all’intervento della Francia, dove il film uscirà presto nelle sale, mentre in Italia, nonostante il sostegno, arrivato all’ultimo momento, della Rai, e l’entusiastico appoggio della Friuli Film Commission, non si trova ancora un distributore.
Eppure la storia raccontata dal film, vagamente fassbinderiana, è interessante ed intrigante, raccontando di due ragazze che si amano e che tornando a casa da un viaggio in Nordafrica si ritrovano, nascosto nel bagagliaio dell’auto, un giovane clandestino a cui daranno rifugio con conseguente crisi relazionale, esplosione di conflitti sociali e culturali insopportabili.
Il film è stato accolto molto bene dalla critica e dal pubblico berlinese. Riportiamo di seguito alcuni giudizi apparsi sulla nostra stampa.
“… Molto meglio, allora, il terzo film italiano presente qui a Berlino, Riparo di Marco Simon Puccioni, nella sezione Panorama. Opera seconda che sconta qualche ingenuità produttiva (Maria de Medeiros, pur brava, non è molto credibile come friulana) il film racconta lo strano incontro, dalle parti di Udine, tra una coppia di lesbiche (la borghese de Medeiros e la proletaria Liskova) e un giovane immigrato clandestino (Mounir Ouadi). Tensioni personali, pregiudizi sociali e paure razziali si intrecciano in un convincente spaccato della provincia italiana dove il denaro è ancora potere e la rabbia esplode all’improvviso.” (Corriere della Sera, Paolo Mereghetti)
“… Lo sguardo attento e coraggioso di Puccioni, anche sceneggiatore del film insieme a Monica Rametta e alla “morettiana” Heidrun Schleef, trova un contributo efficace nelle intense interpretazioni delle due protagoniste: da una parte la portoghese De Medeiros e dall’altra la slovacca Antonia Liskova, due straniere che in qualche modo possono rappresentare l’apertura dei confini geografici e culturali non solo a quest’opera ma anche a un certo modo di fare cinema in Italia.” (Il Riformista, Anna Maria Pasetti)
“… Tra reciproche diffidenze interculturali, omosessualità mai accettate, ipocrisie di facciata e la precarietà di lavori sull’orlo del licenziamento, il racconto sfrega dignitosamente i nervi scoperti di quel piccolo-mondo, riuscendo a capovolgere le sicurezze tanto cercate in una resa dei conti capace di sbrecciare ogni legame di finto-aiuto. Là dove il senso di emarginazione diventa la crepa in cui finisce per scivolare la gente che non ha potere contrattuale nei confronti della propria vita.” (L’Unità, L.B.)
Qui sotto una immagine del film