Questo fine settimana ancora tre prime visioni che possono catturare la nostra attenzione. Anzitutto “Dreamgirls” il musical che ha già ottenuto il massimo premio nei Golden Globe e che ora attende i risultati delle sue otto candidature agli Oscar (ma non quelle principali). Non contiene nessuna storia o personaggi LGBT, ma essendo diretto dal regista gay Bill Condon che ha ricavato il film dall’omonima opera teatrale diretta dall’autore gay Michael Bennett, e raccontando una storia che vede la trasformazione di tre cenerentole in altrettante regine, abbiamo tutti gli ingredienti per un film che ovunque ha giustamente incantato il pubblico gay e che il critico americano Marc Breindel ha definito il “drag show dell’anno”. Assolutamente da non perdere per coloro che amano il genere musical.
L’altra prima visione che ci chiama in causa, anche se limitata a due figure secondarie, è il terzo film diretto e interpretato da Renato Pozzetto (foto sopra), da sempre nostro beniamino, che in “Un amore su misura” (avrebbe dovuto intitolarsi “La donna perfetta” se questo titolo non fosse stato nel frattempo utilizzato per il bel film di Frank Oz con Nicole Kidman) racconta la storia di un ingegnere appena abbandonato dalla moglie che diventerà la cavia per sperimentare il particolare prodotto di una multinazionale, la donna perfetta. Molte scene del film si svolgono nel ristorante frequentato abitualmente dal protagonista e condotto da una affiatatissima coppia gay, Erminio (Cochi Ponzoni) e Giudy (Renato Scarpa), che sono senz’altro tra le cose migliori del film. Il film fu presentato alla Mostra di Venezia dello scorso anno, ottenendo recensioni molto modeste, soprattutto per uno stile dolente e un po’ triste e per una comicità che stenta a decollare. Probabilmente il film più ambizioso e personale di Pozzetto.
Eccoci finalmente alla terza prima visione, questa volta tutta nostra, cioè la commedia del ciclo “Funny and gay” che ci viene presentata stasera su Sky Show (alle 21:00 e in replica domenica alle 22:00). Il film del regista francese Stéphane Clavier porta purtroppo, sia nel titolo originale, “3 garçons, 1 fille, 2 mariages”, che in quello italiano di Sky, “4 sposi e un matrimonio”, la soluzione finale della tormentata vicenda che racconta, privandoci quindi della piacevole ansia che accompagna solitamente la prima visione di un film. Comunque io vi ho già fatto recuperare un po’ di quest’ansia dicendovi i due titoli che non sono per niente simili. A voi scoprire quale dei due sia il più veritiero. Questa commedia, che io metterei sullo scaffale delle commedie melanconiche, è centrata sulla storia di un amore impossibile, quello di un gay (Laurent) per il suo compagno di stanza etero (Dan). Etero a tale punto da non accorgersi nemmeno del dramma e del dolore che farà vivere al suo innamoratissimo amico Laurent quando smetterà i panni del dongiovanni e s’innamorerà follemente di una bellissima ragazza (Camille). In compenso voi, generosi spettatori, preparatevi a prendere sulle vostre spalle tutta l’angoscia e la disperazione del povero Laurent, che fortunatamente dividerete presto con la sua nuova compagna di stanza lesbica (Sam).
La cosa curiosa è che Laurent è un attivissimo militante del movimento omosessuale (purtroppo incontrerà anche il Ministro per discutere della rivendicazione del matrimonio gay – speriamo che i nostri militanti, attualmente impegnati col governo Prodi, siano un po’ migliori!), quindi dovrebbe avere un po’ di esperienza alle spalle e magari essere un po’ sgamato, cioè sapere qual’è la prima cosa da fare quando si ama una persona. E c’è anche la sua compagna di stanza lesbica che gli dimostrerà concretamente come ottenere l’impossibile. Ma è anche vero che quando si ama qualcuno l’ultima cosa che desideriamo è correre il rischio di perderlo. Bravissimi i protagonisti, sui quali si regge tutto il film, insieme ai gustosissimi ritratti secondari del facoltoso ma bizzarro padre di Camille, della dolcissima madre di Dan che conduce un locale di prostitute (struggente la scena in cui Dan le dice quanto l’ami), degli amici gay militanti di Laurent (scoprirete alla fine che anche uno di essi ha la stessa “malattia” di Laurent), ecc. Divertente senza pretese.
Qui sotto tre immagini da “4 sposi e un matrimonio”