Torniamo ancora sul prossimo Sundance, che avrà luogo a ParK City (Utah) dal 18 al 28 gennaio 2007. Questa edizione non presenta tanti film LGBT come in quelle passate, ma le opere presenti dovrebbero essere dei veri e propri blockbuster. Tra questi l’ultimo film di Gregg Araki (uno dei nostri grandi beniamini), “Smiley Face”, una commedia nera che ci racconta le disavventure di Jane, una giovane attrice scansafatiche, che inavvedutamente ha mangiato la tortina alla marijuana della sua psicopatica compagna di stanza e trascorre il resto della giornata tentando disperatamente di rimpiazzarla, di pagare la bolletta del gas, di partecipare ad una audizione e di accompagnare la sua amica dal dentista.
Altro pezzo forte del Sundance, l’anteprima mondiale di “Save me” di Robert Cry con la sceneggiatura di Craig Chester (Adam & Steve), la storia di un giovane gay (interpretato dall’attore gay Chad Allen) che esce dal movimento ed entra in un centro cristiano di “riabilitazione” dove invece s’innamora di un’altro ragazzo (interpretato dall’attore gay Robert Gant). Questo film è stato in progetto per diversi anni ed ora pensiamo che potrebbe diventare uno dei film gay più rilevanti del 2007.
Alri due film interessanti potrebbero essere il filippino “Tuli” di Auraeus Solito (già regista del bellissimo “The Blossoming of Maximo Oliveros”), che racconta la storia di Daisy, una giovane ragazza che in un remoto villaggio filippino è costretta da un padre prepotente a fare un matrimonio combinato; saprà ribellarsi e iniziare una nuova vita. L’altro film è “An American Crime” di Tommy O’Haver (già direttore di “Billy’s Hollywood Screen Kiss”) che racconta la storia vera delle barbariche torture inflitte ad una giovane ragazza dalla proprietaria della casa (e dai suoi figli e da alcuni vicini) dove era in pensione. Il film si preannuncia come uno dei più controversi e polemici di questa edizione del festival.
Tra i documentari abbiamo “A Very British Gangster” dell’irlandese Donal MacIntyre che racconta la storia del gangster gay Dominic Noonan, che passò quasi tutta la sua vita dietro le sbarre; i già ricordati “For the Bible Tells Me So” di Daniel Karslake, un film sulle storie di cinque famiglie cristiane, che indaga come vengono interpretati i passi della Bibbia che stigmatizzano i gay e pretendono di annullare la separazione tra stato e chiese; e “Protagonist” di Jessica Yu che ci racconta la storia di quattro uomini, un terrorista tedesco, un rapinatore di banche, un evangelista ex gay, e uno studente di arti marziali.
Vedi sito uffuciale del Sundance
Vedi sito dell’organizzazione Queer Lounge che segue la parte LGBT del Sundance
Qui sotto i due registi (una coppia gay), Richard Glatzer e Wash Westmoreland, vincitori del Sundance 2006 col film “Quinceañera”