Bravo il sindaco Cofferati che ha risposto nel merito e senza voglia di far polemica alle accuse della Curia e della destra sul Festival Gender Bender che sarebbe osceno, diseducativo («un’invasione barbarica») e quindi da non finanziare. Ha semplicemente ricordato che “solo la censura, il pregiudizio e l’intolleranza rischiano di riportarci al tempo dei barbari. Penso che la libera espressione nell’arte e nella cultura rappresenti una delle grandi conquiste dell’uomo nell’etica moderna e sia la ricchezza del vivere civile in uno stato laico”, aggiungendo però come sia strano che solo ora la Curia si accorga di questo Festival iniziato sotto la giunta Guazzaloca che ugualmente lo finanziava. Tra le righe si legge che il sospetto sia quello di una manovra politica per provocare una rottura tra DS e Margherita nella giunta.
Rammaricato invece il direttore del Festival Daniele Del Pozzo che, quasi incredulo davanti ad un attacco così brutale, dice “che tristezza, sembra di essere tornati indietro non di trent’anni, ma di qualche secolo … Non credo che quella della Curia sia soltanto un’uscita avventata. È un modo per tenerci nel ghetto. Gli omosessuali devono essere soltanto spilli rosa e taffetà, delle macchiette. Quando interagiscono con il resto della città, vanno rimessi al loro posto”.
Paolo Poli, ospite d’onore del Festival, ha così commentato: “Sono preti, fanno il loro mestiere: qua si vuole che si pensi tutti con la stessa testa. E così il Papa diventa il riferimento religioso e Mussolini l’esempio politico…”.
Il quotidiano l’Unità, dopo la chiara presa di posizione di Cofferati è finalmente sceso in campo (già da ieri) denunciando anche il contemporaneo attacco dell’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, contro il Festival della Scienza in corso in quella città (“La fede non ha bisigno del Festival”).
L’artista polacca Katarzyna Kozyra, da due settimane a Bologna per preparare il suo spettacolo “Il Castrato”, incentrato sulla figura del soprano Farinelli, che andrà in scena stasera, ha detto: “Quando sono arrivata a Bologna pensavo di essere in una città aperta, di larghe vedute, dove ci si potesse esprimere liberamente… Le parole spese dalla Chiesa invece contrastano profondamente con questa immagine. La cosa più incredibile è che sono stati espressi giudizi prima ancora di vedere cosa veniva rappresentato o proiettato, nella più totale ignoranza. Magari c´è un secondo fine, non so. Da quando faccio l´artista non mi era mai capitato nulla di simile, neppure in Polonia, dove sono stata criticata, ma dagli animalisti”.
Il presidente di Arcigay, Sergio Lo Giudice, afferma costernato: “vogliono farci tornare ai tempi di Pio V che metteva i mutandoni ai dipinti della Cappella Sistina. La Bologna laica e civile difende i diritti fondamentali dell´uomo, compreso quello dell´identità sessuale e di genere”.
L’Arcigay Cassero di Bologna che organizza l’evento ha emesso un comunicato stampa firmato dal portavoce Sandro Mattioli che dice tra l’altro: “Ci chiediamo perché e soprattutto in base a quale diritto il vescovo si senta in dovere di dire come la pubblica amministrazione debba spendere il denaro pubblico, cosa è cultura e cosa non lo è a suo insindacabile giudizio… Siamo rimasti veramente colpiti dalla violenza di questo attacco totalmente ingiustificato che arriva, per giunta, da una istituzione che fruisce a piene mani di milioni di euro di finanziamento pubblico che a vario titolo giunge nelle casse della Chiesa”.
L’On. Franco Grillini è intervenuto più volte su quanto sta accadendo a Bologna precisando che “la verità è che non esiste una sola morale, non esiste una sola etica e men che meno una morale universale: non può esistere una morale di Stato a detrimento del pluralismo e della libertà… questa ingerenza clericale deve essere un incentivo in più per fare chiarezza a sinistra su laicità, libertà personali, sessualità e diritti delle coppie di fatto”.
Quasi comico l’intervento del Vescovo di Como, Maggiolini, sulle pagine del Resto del Carlino che se la prende con “Il solito Grillini – che fa altro di mestiere oltre a difendere i gay, questo politico? – esulta perché la diatriba fa propaganda per il festival”. Almeno parla chiaro: la colpa, al di là di festival e oscenità, è quella di difendere i gay!
Ieri sera comunque il Festival è partito alla grande, come aveva previsto l’On. Grillini (“Di certo la sparata della Chiesa bolognese farà una grande pubblicità all’evento”), con code interminabili davanti alle sale dove sono stati proiettati film e corti che hanno entusiasmato il pubblico, dall’interessante cortometraggio ‘U don’t bring me flowers’ con il duetto tra Barbra Streisand e Neil Diamond, all’atteso e intrigante ‘Destricted’, che in una serie di cortometraggi indaga il confine tra pornografia e arte. Sono seguiti poi il videoclip ‘Misfit’, con la voce di Alessandro Moreschi, l’unico ‘castrato’ di cui sia stata realizzata una registrazione per terminare con l’attesissimo film lesbico ‘The Gymnast’ di Ned Farr che ha ricevuto calorosi applausi da un pubblico molto eterogeneo.