Siamo arrivati, senza accorgercene, alla quarta settimana di Open Space. Vuol dire che il programma, dopo 16 puntate, rimane fresco e vitale, anzi cresce di settimana in settimana catturando sempre più spettatori. Non abbiamo sottomano dati auditel (per i canali satellitari vengono fatti molto saltuariamente) ma sappiamo che funziona molto bene il tam tam degli affezionati e ogni giorno ne incontriamo di nuovi. E notate che questo accade mentre tutti stanno affermando che i reality hanno finito il loro tempo, che attraggono sempre meno, come dimostra la notizia di oggi che “Reality Circus”, la trasmissione di Canale 5 condotta da Barbara D´Urso, chiuderà prima del previsto a causa dei modesti risultati di ascolto.
Qual’è quindi la forza che spinge controcorrente Open Space facendolo avanzare anzichè retrocedere nel gradimento del pubblico? Pensiamo che siano soprattutto due cose. La prima potrebbe essere la formula: Open Space come un contenitore/miscelatore (assai spazioso, tre ore ogni sera) dove troviamo i padroni di casa – conduttore e 11 inquilini (che dovrebbero rappresentare un po’ tutto il pubblico) – che sono il reality vero e proprio a cui si aggiungono momenti di spettacolo con artisti che ci regalano performance di vario tipo, momenti di approfondimento e di attualità con ospiti illustri e momenti di gioco come la scelta tra gli aspiranti al 12 posto vacante. Una miscela vincente perchè dinamizza e diversifica lo show che mantiene la sua impostazione di reality grazie alla continua partecipazione dei componenti la famiglia Open Space allargata anche a tutti gli spettatori che in ogni momento possono intervenire telefonicamente o con sms.
La seconda forza di questo programma pensiamo invece che sia la sua “mission”, che è poi quella di Gay.tv (che ringraziamo infinitamente per essere finora rimasta fedele a se stessa, nonostante l’insuccesso commerciale dovuto all’arretratezza culturale, ma non solo, dell’industria italiana), impegnata a sdoganare l’omosessualità, presentando una realtà che interessa gran parte della popolazione (gay, lesbiche, trans, più parenti amici e colleghi degli stessi) e offrendo quindi un servizio fondamentale alla comunità gay e alla società tutta. Un programma mirato, con temi e obiettivi ben precisi, è oggi assai più interessante di un programma generalista e in fondo qualunquista, basato quasi esclusivamente sulla forza delle immagini (più o meno svestite). Un programma che offre contenuti precisi riesce a creare più curiosità, aspettative e identificazione che possono trasformarsi in preziosa fedeltà e rinnovato interesse. La dimostrazione sono i moltissimi interventi del pubblico etero durante la trasmissione: ci guardano perchè possono imparare qualcosa, conoscere una realtà nuova e diversa. Così succede che ci emancipiamo noi (gay) e loro (etero).
Guardando Open Space in queste settimane ci siamo divertiti e intrigati quando i protagonisti si sono svelati nelle loro intemperanze (Marianna, Elisa, ecc.), nei loro bisticci (Marianna e Matteo: due culture che si fronteggiano), nelle – timide – confessioni (ClaudioG, Antonio, Luca, MarcoG, ecc.).
Ci siamo acculturati ascoltando le interviste ad ospiti eccezionali (Natalia Aspesi, che ci spiega la bisessualità; Laura Tonatto, i segreti dei profumi; Antonio Capitani, quando dare credito all’oroscopo; Laura Laurenzi, giornalismo e indagine senza falsi pudori; Andrea De Carlo, uno scrittore etero giustamente curioso; La psicologa lesbica, quando è necessario un aiuto esterno competente; Eva Cantarella, la sessualità diversa dai greci ai romani ad oggi).
Ci siamo estasiati davanti alle performance di artisti nazionali e internazionali come il rapper americano Coolio, il pianista e cantautore californiano Gregory Darling, l’ex dj e rinnovato cantautore Francesco Facchinetti, il cast di “Jesus Christ Superstar” versione italiana che ci ha regalato una splendida anteprima, ecc.
Pensiamo che non sia possibile avere di più da uno spettacolo televisivo decisamente superiore alla media degli standard italiani. Non possiamo terminare questo breve e meritato encomio ad un programma che riscatta noi e tutta la televisione senza parlare del suo ideatore e conduttore. Si chiama Alessandro Cecchi Paone, uno scienziato, un professore, un uomo di vastissima cultura, amato dall’intellighenzia alta e bassa, aristocratica e popolare, che si sta rivelando anche un grande uomo di spettacolo. Un personaggio che poteva dedicarsi a qualsiasi tipo di carriera e che invece ha scelto di mettersi in gioco completamente per una causa che ritiene giusta e prioritaria: la liberazione omosessuale. Ci spiacerebbe veramente se il movimento gay non gli fosse riconoscente di tanta dedizione e sacrificio. Ieri sera, durante la trasmissione, ha detto che è uscito dal centrodestra partitico (a noi sembra che sia stato fatto uscire), e si è definito liberale democratico e socialista. Chi ha orecchi per intendere, capisca e agisca, possibilmente presto. E non sto parlando di partiti.
Qui sotto una immagine dello spettacolo durante l’intervista a Francesco Facchinetti (dal sito di Gay.tv