Esce oggi “Little Miss Sunshine” uno dei più divertenti e intelligenti film degli ultimi tempi. Non è un film a tematica gay ma contiene un personaggio gay, lo zio, che si manifesta come tale (differentemente dallo Stanley Tucci de “Il Diavolo veste Prada”, che possiamo solo intuirlo) anche con la sua tragica storia di amante abbandonato e aspirante suicida, che ce lo rende umanissimo e, alla fine, perfino simpatico, come d’altronde succede a tutti i peronaggi della bizzarra famiglia protagonista del film. Al nostro zio gay, gli autori hanno lasciato solo un piccolo segno dello stereotipo gay, che lascio a voi spettatori l’abilità di individuare (comunque è così eclatante che non sfuggirà a nessuno), per il resto è un virilissimo e barbuto macho-man. Il film è una pungente satira sociale che se la prende soprattutto con l’industria dello spettacolo e della cosidetta “normale” famiglia americana che alla fine risulta assai più “mostruosa” e allucinante della nostra eroica e sgangherata famiglia protagonista, con un nonno drogato, un figlio che da anni non parla per protesta, uno zio gay scampato al suicidio, una figlia di nove anni sovrappeso e occhialuta che vuole vincere il concorso di bellezza, un marito che insegna ad essere vincenti mentre lui continua a perdere su tutti i fronti e una madre disperata nel tentativo di tenere insieme il tutto. Il finale a sorpresa, che quindi non posssiamo raccontarvi, è un vero e proprio inno alla vita, quella vera e autentica, che non ha paura di mostrarsi per quello che è, con tutte le sue diversità e stranezze che possono solo renderla ancora più bella, forte e soprattutto autentica. Il film, diretto da due autori , marito e moglie, al loro esordio cinematografico, è costato solo 8 milioni ma ne ha già incassati più di 50 solo negli USA, è stato premiato al Sundance e in diversi altri festival e si avvia a diventare un successo in tutto il mondo. Grazie soprattutto alla sua freschezza, originalità e umanità, doti ormai sempre più rare nel cinema contemporaneo.
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