"THE QUEEN" OSCURA RESNAIS CHE ANCORA CI SORPRENDE

Grande successo a Venezia per…

Grande successo a Venezia per “The Queen” di Frears che racconta i rapporti tra casa reale e governo nella settimana successuva alla morte di Diana. Il film ha sorpreso perchè, contrariamente a quello che ci si poteva attendere, non è un melodramma strappalacrime (sullo stile delle infinite pagine scritte o viste sui media di tutto il mondo all’indomani della tragedia) ma una accurata e coinvolgente analisi socio-politica di quell’evento. I gay potranno ugualmente consolarsi con l’immagine forte e intima di una strepitosa Regina interpretata dalla quasi certa Coppa Volpi (ma già parlano anche di Oscar) Helen Mirren. Nella stessa giornata è passato anche l’ultimo film di Alain Resnais (foto a lato), grande icona del cinema francese, un vegliardo 84enne solitamente schivo e riservato che ieri si è regalato a pubblico e giornalisti con solare soddisfazione. Soddisfazione meritatissima perchè il suo film, “Coeurs” è piaciuto moltissimo a tutti, e oggi avrebbe riempito le pagine dei quotidiani se non avesse avuto la “sfortuna” di essere proiettato lo stesso giorno di “The Queen”, film che per l’attualità e il coraggio del tema affrontato, ha galvanizzato i media. Il film di Resnais ci racconta la situazione psicologica che vivono alcune persone in una Parigi coperta di neve, dove nessuno sembra trovare la strada giusta per essere felice ed evitare una solitudine alla quale forse tutti sono condannati. Tra questi personaggi abbiamo anche un barman (Pierre Arditi) omosessuale (anche se la cosa non viene mai dichiarata) separato dalla moglie, che sente ancora la mancanza dell’amorosa guida materna mentre ora deve sopportare le angherie del padre. Lo vediamo ascoltare con partecipazione le lamentele di un disoccupato alcolizzato e cercare di aiutarlo. Nelle Giornate degli Autori la stampa ha potuto vedere in anteprima il film “AzulOscuroCasiNegro” che il pubblico potrà vedere domani alle 17:00 in sala Perla, di Daniel Sánchez Arévalo, che nel titolo vuole richiamare un colore che può mutare a seconda della luce ambientale, come molte cose della vita che spesso non sono come sembrano. Nel film c’è una bella storia gay che racconta di un figlio che scopre l’omosessualità del padre, che ha incontri segreti con un “massaggiatore” del quale poi si innamorerà il figlio stesso.

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