Dopo il “passo falso” del parroco del Lido di Venezia che, cercando di osteggiare le Giornate del Cinema Omosessuale (perchè l’omosessualità sarebbe contro i valori cristiani) che si svolgono dal 5 al 7 settembre in contemporanea alla Mostra di Venezia, ha in effetti dato il via a una campagna pubblicitaria per le Giornate che ha già portato il grosso risultato di un riconoscimento ufficiale con tanto di premio da parte della Mostra veneziana a partire dall’edizione 2007. Ora l’impegno pubblicitario per le Giornate di quest’anno (nella foto a lato una immagine “hard” del film Colma, evento di questa edizione) viene portato avanti dalla Lega Nord che rischia addirittura di cancellare in un sol colpo tutta la sua politica clericale e tradizionalista di questi ultimi anni, presentandosi come paladina e organizzatrice di un controfestival “hard-eterosessuale” per il quale avrebbe già ottenuto la sponsorizzazione di Tinto Brass (al quale va tutto il nostro cordoglio per la recentissima scomparsa dell’amata consorte) e la prima pagina del Corriere del Veneto di oggi. Ci meraviglia però constatare come l’equivalenza leghista tra omosessualità ed eterosessualità venga esplicitata solo in termini di sesso hard che ci ricorda l’ideologia “celodurista” delle origini che credavamo ormai superata dal forse più redditizio clericalismo viscerale. Un controfestival sui temi della famiglia e sui bambini di genitori eterosessuali certificati sarebbe stato più consono alla loro nuova strategia. Temiamo che anche questo sia un “passo falso”, un potenziale boomerang che esalterà i valori promossi dalle Giornate del Cinema Omosessuale (vederle per crederci) e affonderà un partito politico che ha fatto dell’omofobia il suo unico, e perdente, cavallo di battaglia.
Leggi articolo di Repubblica e del Corriere del Veneto
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Aggiornamenti del giorno dopo (24/8/06): i vertici della Lega Nord smentiscono l’organizzazione di un contro-gay-festival “hard” che sarebbe solo un’iniziativa di D’Elia, ex candidato sindaco, che ha chiesto a Tinto Brass di presentare il suo film “Monamour” e di partecipare a una tavola rotonda sul cinema erotico. Un aggiustamento e ridimensionamento della vicenda che dovrebbe segnare il rientro delle polemiche in un ambito di civile e razionale confronto, con libertà di espressione per tutti, dissenso compreso. Sperando comunque che qualcuno abbia finalmente imparato che omosessualità e pornografia sono due cose completamente differenti, anche nel mondo del cinema.
Leggi articolo del Corriere del Veneto
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