Dopo gli accesi dibattiti sull’imminente “Superman Returns” (in Italia dal 1/9/06) del regista gay Brian Singer (nel cast anche altri autori gay dichiarati come il compositore John Ottman) che volevano affibiare a questo Superman (interpretato da Brandon Routh) tendenze omosessuali abbastanza esplicite, interviene in un articolo sulla rivista Out, il regista Jeffrey Epstein (Lo schermo velato) dopo avere visionato il film. Ultimamente lo stesso regista Brian Singer aveva negato la cosa, ma molti pensavano ad un intervento pilotato dalla distribuzione commerciale. Epstein assicura invece che, a differenza di “X-Man”, dello stesso regista, dove era facile una lettura parallela della storia che poteva alludere alla condizione degli omosessuali nella società contemporanea, nell’ultimo film di Singer, Superman è assolutamente etero (“Superman is fairly straightforward and…straight”). Anche il personaggio del giornalista Jimmy Olsen, che in una prima stesura della sceneggiatura era omosessuale, non ha ora nessuna connotazione gay. In calce a queste precisazioni Epstein assegna un giudizio assai mediocre al film nel suo complesso, ritenendolo privo di coesione e con una regia goffa (vedere, per credere, l’utilizzo del simbolismo cristiano), salvando solo l’ottima interpretazione di K. Spacey e l’emozionante colonna sonora. In definitiva un Superman per niente super.
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