In questa edizione degli Oscar non abbiamo avuto un grande vincitore, nonostante le otto candidature di Brokeback Mountain, il film ne vince solo tre, insieme a Crash, che prende però il premio più ambito (quello del miglior film), King Kong e Memorie di una Geisha. Da segnalare anche l’importante riconoscimento al film Capote col premio per la migliore interpretazione maschile a Philip Seymour Hoffman. Crash, il film vincitore, è un ottimo film, anch’esso impegnato sul fronte della democrazia, dell’amore e della lotta al razzismo, ma non possiede la forza dirompente e innovativa del film di Ang Lee che affronta di petto e per la prima volta in un grande film d’autore, il tema dell’omofobia e dell’amore gay. Dando a Brokeback il massimo premio, Hollywood avrebbe avuto la possibilità di riscattare un secolo di cinema che nella stragrande maggioranza dei casi ha ignorato o ridicolizzato ma spesso anche offeso e denigrato le persone omosessuali, condannandole, sullo schermo come nella società, ad una vita di umiliazioni e terribili privazioni e sofferenze, come dimostra il film di Ang Lee. Per noi questo film rimane un capolavoro assoluto, sia nella forma che nei contenuti, un vero monumento dell’arte cinematografica capace di trasmettere, con efficacia e coraggio, grandi valori universali. Un coraggio che Hollywood deve ancora conquistare.
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