Un cenacolo di sole donne, il Tìaso, istituito dalla divina Saffo per educare le fanciulle al futuro matrimonio e al culto delle Muse. Una donna passionale, istintiva, coraggiosa, a volte indomabile, per la quale vale una sola regola: aver amato e amare. Le sue allieve la adorano come una dea, in particolare Attis e Gòngila, una schiava da lei salvata e affrancata. Dialoghi serrati e coinvolgenti, canti e versi di lode all’amore e alle arti, tra descrizioni poetiche di paesaggi e luoghi. Metafore sublimi tra storie d’amore e passioni, prima travolgenti e poi strazianti. Tanto che Saffo lascerà le sue allieve, perché le sue certezze radicate sull’amore e la consapevolezza di non poter domare questa forza cieca e devastante con le lusinghe della ragione crollano. E crollano di fronte all’amore per Attis, che cercherà e troverà troppo tardi. Una vita trascorsa nell’impegno di spiegare Eros e i suoi segreti, per poi capire che “Eros non vuole essere spiegato”.
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