Estate 1989. Due sedicenni – l’io narrante e Leo – fanno amicizia a Jesolo, patria del clubbing italiano dell’epoca. La discoteca più importante è il Movida, covo di personaggi devoti al ballo e all’estasi sonico-lisergica. Alternando lavori saltuari, afterhours e amicizie più o meno stabili, i due ragazzi cementeranno l’amicizia continuando a spostarsi per le capitali del ritmo mondiali: Berlino, Londra, la Thailandia e Amsterdam. Un viaggio che porterà l’io narrante ad interrogarsi sul suo ruolo sociale e a crescere in simbiosi con l’amico…
La ristampa aggiornata del libro uscito nel 2005 per Mondadori con il sottotitolo (oggi cancellato) Storia della cultura dance, della musica elettronica e dei miei anni aggiunge un’appendice sul dubstep e sulle derive del suono elettronico inglese contemporaneo al corpus già compilato a suo tempo da Mancassola. Le tematiche esplorate dal romanzo /saggio viaggiano tra politiche del ballo, valori condivisi dai giovani, liberazione sessuale, rapporto con il sé, con l’altro e con le droghe, biopolitica dei sentimenti e una certa nostalgia di un passato ormai eclissato o decisamente lontanissimo. La divisione quasi sempre simmetrica dei capitoli è costruita suddividendo la prima parte in una minidescrizione storica dell’evoluzione della musica da ballo dalla fine degli anni ’80 ad oggi e da una seconda che costituisce la vera e propria narrazione della vicenda dei due tardoadolescenti. Marco Mancassola è personaggio noto al pubblico musicale italiano e non solo (scrive da molto su Rolling Stone Italia e ha già pubblicato più di un romanzo), il suo stile è da sempre improntato su un’analisi netta dei sentimenti, descritta con un minimalismo che fa emergere musicalità e interrogativi esistenziali di difficile soluzione. È proprio la sua passione per il ritmo che riesce a costruire una pagina personale, una scrittura molto britannica, fatta di frasi semplici che arrivano subito al punto, epifanico come i crescendo della deep techno. Oltre allo stile, quello che colpisce in queste duecento pagine è l’analisi del doppio, la parabola dell’amicizia dei due protagonisti, che si trasforma piano piano in amore, poi in odio e infine in ricordo e cortesia… (Marco Braggion, Mangialibri.com)
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