“Io non so chi sei”, nove storie di amore omosessuale. I personaggi di Pastore si muovono tra solitudini (come nel racconto “Filippo”, in cui una madre si confronta con il tempo che passa), scelte decisive (succede in “‘U piscicani” dove in una nevosa notte natalizia bisogna decidere da che parte stare), lutti (nello straziante e lucidissimo “Ghost whisperer”), storie ironiche e divertenti (come nel caso del racconto “Finocchi”), ipocrisie famigliari (nel racconto “Manca il latte” un uomo è alle prese con la propria identità), ricerca di sé stessi (in “Serpenti” il protagonista cerca in tutti i modi di trovare una risposta a ciò che di risposte non ha bisogno). Ma “Io non so chi sei” è anche un libro che si confronta con la società e i suoi pregiudizi, e lo fa soprattutto con l’ultimo racconto, “Io sono Tommaso”; nel frastuono di denunce urlate, di violenze mediatiche e non, di falsi e veri moralismi, Giancarlo Pastore mantiene l’equilibrio e scende nell’animo mostrando in tutta la sua vulnerabilità e durezza un mondo spesso interpretato per stereotipi.
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