Il mélo ritrovato è un saggio sul linguaggio dichiaratamente melodrammatico del cinema di Marco Filiberti, con particolare riferimento al film Il Compleanno. Questa analisi é svolta parallelamente dal regista e da tre eminenti personalità della cultura cinematografica italiana che hanno indagato con grande acutezza e originalità il cinema mélo: Giovanni Spagnoletti, Mario Dal Bello e Massimo Giraldi. L’intervento del regista e’ volto a chiarificare attraverso l’analisi del suo percorso letterario e cinematografico il rapporto ineludibile tra l’eziologia della sua identità artistica e le dinamiche melodrammatiche, nonché a sostenere la correlazione storica, spesso volutamente ignorata, tra cinema e melodramma. Emerge così il complesso mondo di rimandi culturali sottesi al lavoro di Marco Filiberti che in questo scritto rivela più esplicitamente che mai le sue epifanie artistiche, la centralità del lacerante dualismo tra bellezza e contemporaneità e la profonda affinità di intenti con il cinema di Douglas Sirk. Giovanni Spagnoletti indaga l’articolata sintassi melodrammatica del Compleanno e la parentela più o meno implicita con il linguaggio di Luchino Visconti, mentre Mario Dal Bello focalizza l’attenzione su tre componenti culturali che percorrono il film di Filiberti: la classicità (il mito, l’idea di bellezza, l’epos tragico), il mondo romantico (Byron e il melodramma, con particolare riferimento a Wagner) e la sensibilità cristiana sottesa in quell’anelito verso un altro spazio e un altro tempo che pervade il film del regista milanese. Infine la lettura di Massimo Giraldi è incentrata sull’originalità di questo dichiarato ritorno al mélo, genere solitamente poco frequentato dal cinema italiano e la sofferta esposizione nell’opera di Filiberti della funzione della cultura come dato etico aritmico ed eversivo rispetto alla realtà circostante. Il volume si avvale di un ricco apparato iconografico relativo principalmente al set del film Il Compleanno realizzato da due storici fotografi di scena, Romolo Eucalitto e Emilio Lari.
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