“Copro le labbra di uno strato di colore blu. Mi guardo ancora. Una figura distorta su sfondo bianco. Io sono quello che non ne ha bisogno, quello che vive da solo fuori della Casa. Io sono quello che non ha un nome perché non ha importanza, quello che non ha un colore al posto giusto”. In una Casa-Okiya alla periferia di Roma sette ragazzi vivono come geisha sotto la guida di un travestito Mama-san. Raccontano in prima persona il loro modo di amare e di vendere il loro corpo. L’omicidio efferato di uno di loro li costringerà a confrontarsi con la propria fragilità.
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