Un’automobile corre verso il Nord del Cile, a bordo Pedro Lemebel, un autista con voce “da cattedrale” e una splendida fata, la Africa Sound, DJ assai singolare. Di sorso in sorso, di “salute” in “salute!”, il viaggio si trasforma in una festa di risate. Pedro ti porta con lui, come una piuma, per le strade di una città di mare. Nella notte brava di Valparaiso, dopo un clamoroso agguato ordito da ladri-pagliacci. Di fronte a una platea euforica di ragazzini, cui lancia baci alla panna montata. Oppure giù, verso i Caraibi, verso il suono, a bordo di uno dei velivoli folli e gioiosi della Cubana de Aviación: e L’Avana si apre come una scatola musicale, come una conchiglia antica… Sfodera perle, Lemebel: le sue lettere d’amore si arrampicano in cielo, sono come una danza di parole che illumina una giornata arrugginita. Rammenda orrende cicatrici: evoca l’orrore ruvido della dittatura, lasciata da poco alle spalle e sempre dietro l’angolo. Denuncia ingiustizie che opprimono umili e diversi, anche oggi, in piena cosiddetta democrazia. Sono davvero un inno alla libertà, queste “cronache piumate”, queste saette contro potere e omologazione, queste carezze funamboliche, queste avventure per mari, per cieli, per dittature, per trasgressioni.
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